Prodi: sovranisti, pericolo per l’autonomia

 Romano Prodi è ancora in grado di suscitare forti emozioni. A sinistra lo acclamano rimpiangendo la Belle epoque, a destra invece lo attaccano manco fosse ancora al governo. Tanto che Alessandro Urzì ha fatto stoppare il suo intervento nel foyer del consiglio regionale mentre Michaela Biancofiore ha diffuso note al vetriolo accusando di aver «svenduto l’italianità dell’Alto Adige cedendo a tutti i ricatti della Svp».
M. Angelucci, "Corriere del Trentino", 18 settembre 2018

 

Il Professore è arrivato a Bolzano per presentare il libro del giornalista Carmelo Salvo «Con Romano Prodi per un’autonomia vincente» che ripercorre i due anni di governo — tra il 2006 ed il 2008 — in cui sono state approvate importantissime norme di attuazione come quella sull’energia, sulla formazione professionale e il bilinguismo. Ad accogliere Prodi c’era una buona fetta dello stato maggiore Svp incluso il governatore Arno Kompatscher. «É grazie a Prodi se l’Autonomia è diventata dinamica» ha detto il presidente del consiglio regionale Thomas widmann salutando i presenti ad uno a uno. L’ex Obmann Siegfried Brugger, Luis Durnwalder, il candidato alla presidenza del Trentino Giorgio Tonini, gli ex senatori Oskar Peterlini, Helga Thaler e Manfred Pinzger. E poi mezzo Pd. Il segretario Alessandro Huber, il vicepresidente della giunta Christian Tommasini, l’ex deputata Luisa Gnecchi. Un grande amarcord in cui si rimpiangono i bei tempi andati e dove si guarda, con preoccupazione, al futuro.

Prodi è partito ricordando la «leale collaborazione con la Svp» e lodando la politica come arte del compromesso. «questo modo di fare politica non c’è più. Compromesso non è una parola sporca, due parti si compromettono per un obiettivo comuni. Allora si discuteva per ore e ore anche sulle piccole cose. Alla velocità a cui si va oggi questo non è possibile, adesso sarebbe impossibile pensare un’operazione come quella del trasferimento delle strade statali in cui abbiamo discusso mesi sui dettagli» esordisce il Professore. Un ricordo speciale è dedicato alla formazione professionale. «Ciò che voi tedeschi dovreste insegnare a noi italiani è la valorizzazione delle professioni tecniche. Anche se oggi di aziende italiane non ce ne sono più, nemmeno la Fiat, non è detto che la grande industria debba parlare per forza tedesco» rimarca Prodi secondo cui Italia ed Europa rischiano di vedersi ridotte alla marginalità per i prossimi secoli. Come è accaduto agli Stati italiani dopo il Rinascimento

«L’Italia è scomparsa dalla carta geografica perché non aveva le Caravelle per commerciare con il nuovo mondo. Le caravelle di oggi si chiamano Google, Amazon, Alibaba. L’Europa ha deciso di tassarli per fare in modo che in futuro esista anche la nostra voce. L’altro provvedimento, le sanzioni all’Ungheria, non sarà mai applicato per il veto della Polonia. L’aver spostato il potere dalla Commissione al Consiglio e prevedendo il diritto di veto, si è ridotta l’Unione europea all’impotenza. Con 28 Paesi è impossibile ottenere l’unanimità e questo è nefasto per l’Europa. Perché — ha proseguito il professore — solo un Unione europea forte può far sentire la propria voce in un modo dominato da America e Cina. L’Europa è però ancora la prima potenza industriale del mondo. Oggi — ha concluso — i sovranisti vogliono rafforzare gli stati nazionali riducendo i compiti dell’Ue. E questo è un pericolo per tutti, specialmente per le zone di frontiera come l’Alto Adige». Parole che suonano come un monito nei confronti di un Svp che sembra guardare sempre di più alla Lega.