«Da oltre un anno si sa che con l’avvio dell’anno scolastico 2018-2019 occorre essere vaccinati per entrare alla scuola materna o al nido. È il colmo che oggi Cinque Stelle e parlamentari (sic!) leghiste accusino la Provincia di Trento di applicare la legge nazionale e quindi di aver comunicato alle famiglie e alle scuole che da lunedì chi non è vaccinato non potrà entrare».
S. Pagliuca, "Corriere del Trentino", 2 settembre 2018
L’assessore alla salute, Luca Zeni, interviene sulla querelle vaccini e prende posizione dalla sua pagina Facebook. Il riferimento politico va a quanto dichiarato sul Corriere del Trentino di ieri dal sottosegretario leghista Maurizio Fugati e dal pentastellato Filippo Degasperi. Entrambi hanno criticato la linea dura adottata dal governatore Rossi che ha richiesto finanche l’ausilio della polizia locale nel caso in cui lunedì alcuni genitori insistano a far entrare a scuola i bambini non vaccinati. E per Fugatti bene avrebbe fatto Trento a seguire l’esempio di Bolzano che ha posticipato il termine per il deposito della documentazione vaccinale dal 5 settembre al 31 gennaio 2019 alla luce anche della poco chiara situazione nazionale.
Ed è proprio questo a far saltare sulla sedia l’assessore Zeni. «Pensavo di averle viste tutte ma mi sbagliavo — chiosa — Da più di un anno esiste una legge nazionale che prevede l’obbligo di vaccinazione per tutti i bambini/ragazzi tra 0 e 16 anni. La maggioranza provinciale ha in molte occasioni ribadito l’importanza dei vaccini e la condivisione dell’obbligo vaccinale. Chi non lo condivide sono la Lega e i Cinque Stelle che possono modificare a Roma la norma, ma oggi è il primo di settembre e non hanno ancora rivisto nulla. Hanno solo emanato una circolare che conferma l’obbligo e che per le regioni senza sistemi informatici efficienti prevede la possibilità di autocertificare l’avvenuta vaccinazione». Dunque, non solo tutte le regioni stanno procedendo come previsto dalla legge e lo stanno facendo anche luoghi simbolo come Milano e Verona ma c’è anche chi, come l’Emilia Romagna, si sta attrezzando per adottare delle leggi regionali che prevedano l’obbligo vaccinale anche nel caso in cui l’attuale parlamento decida di toglierlo.
E quanto all’imitare Bolzano, Trento non lo farà per due motivi: «Non ne condividiamo l’impostazione, da sempre timorosa rispetto all’obbligo vaccinale, nonostante l’Alto Adige abbia la più bassa percentuale in Italia di vaccinati, e non ne sposiamo neanche le motivazioni che sono di dubbia legittimità giuridica e si basano su difficoltà tecniche informatiche e organizzative che noi neanche volendo potremmo inventarci poiché il nostro sistema funziona in maniera efficiente». «Forse — conclude — un po’ di serietà istituzionale aiuterebbe, facendo fronte comune nel comunicare che vaccinare è importante».