Il Pd posticipa la propria assemblea a venerdì ma il segretario Giuliano Muzio «gela» sin da subito chi, come i Civici, vorrebbe che i Dem si sottoponessero ad un'operazione di make-up: «Considero improponibile la rinuncia a nome e simbolo, senza i quali viene meno il nostro patrimonio di riconoscibilità. Stando così le cose, vedo molto difficile una qualsiasi forma di avvicinamento a loro».G. Tessari, "Trentino", 29 agosto 2018
Ma venerdì, osserva Muzio, non sarà una delle tante assemblee per partito: «In questi giorni si giocherà un pezzettino del futuro del partito cui tutti noi apparteniamo».Prima di vedere lo stato dell'arte delle trattative in centrosinistra alla trafelata ricerca di una sintesi (attesa da cinque mesi) occorre ricordare che oggi (ore alle 18, al Muse) Paolo Ghezzi chiederà ai propri sostenitori come proseguire con la sua "Cosa colorata".
Ghezzi ieri ci ha tenuto a dire che tra Carlo Daldoss e lui non c'è un accordo su chi farà il presidente. Per due motivi: primo perché questo di fatto toglierebbe molto significato alla riunione di oggi. Secondo perchè domenica a Daldoss ha detto che la questione della presidenza non è per lui centrale, puntando piuttosto (ed è un progetto lodevole) a mettere assieme una coalizione che possa raggiungere il 30 per centro. Lo stesso concetto che Paolo Ghezzi ha del resto confermato al segretario del Pd: «Le forze che hanno proposto Paolo Ghezzi ribadiscono la loro posizione in suo sostegno. Ghezzi, dal canto suo, nei colloqui telefonici che abbiamo avuto, mi ha sempre dichiarato di essere disponibile a ragionare in una logica di alleanze, senza pregiudizi o preclusioni» osserva Muzio. Ecco, in quest'ottica ci sarebbe un accordo con Carlo Daldoss che invece il candidato presidente lo vuole fare, eccome. Vedremo stasera se la "cosa multicolore" ambisce ad essere di lotta o di governo.
Ma si diceva del Pd e delle trattative in corso. Si doveva parlarne ieri sera e allora il segretario le ha riassunte ai suoi in una e-mail: « A oggi, stante anche il risultato del Consiglio del Patt dell'altra sera, le posizioni manifestate dalle altre forze politiche sono le seguenti: Il Patt ribadisce la propria scelta di scegliere Ugo Rossi come candidato presidente e, a meno di sorprese che tutti noi possiamo auspicare, ma che mi paiono improbabili, qualsiasi saranno le nostre decisioni proseguirà nel suo intendimento. L'Upt si dichiara pronta a fare una scelta condivisa con noi, individuando la soluzione che più riesca a tenere unito ciò che rimane del centro-sinistra autonomista, così come si dichiarano altrettanto disponibili alla condivisione i socialisti». E con l'ex assessore? «Devo purtroppo dire che con Daldoss non sono riuscito a interloquire, nonostante diverse sollecitazioni arrivategli. Ho parlato invece con esponenti del Polo Civico-Territoriale che mi hanno ribadito le loro richieste (espresse anche sugli organi di informazione) di abbandonare nome e simbolo del Partito Democratico come precondizione per un'alleanza». I Dem proporranno un loro nome. Probabile sia Giorgio Tonini, a meno di sorprese.
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