La viticoltura biologica ha superato nei primi sei mesi di quest'anno in Trentino i 1000 ettari con un incremento di otto volte nell'arco di 10 anni. Una crescita esponenziale non paragonabile con gli altri settori: la frutticoltura è aumentata di tre volte e l'orticoltura di 2,4. Ad affermarlo è Enzo Mescalchin, responsabile dell'Unità di Agricoltura Biologica della Fondazione Mach in apertura della tradizionale giornata dedicata a livello regionale all'agricoltura biologica.
C. Bridi, "Trentino", 10 agosto 2018
Nel corso della giornata al Centro Sperimentale di Laimburg Markus Kelderer e colleghi hanno presentato l'attività sperimentale del Centro nel settore della frutticoltura biologica. «Anche in questo caso - ha sottolineato Kelderer - siamo in presenza di una costante crescita dei frutteti convertiti in frutteti biologici. Ad oggi sono 1500 gli ettari coltivati biologicamente, ma nell'arco di pochi anni arriveremo ai 2000 ettari, considerati quelli che ad oggi sono nella fase della conversione, pari a ben il 15% dell'intera produzione melicola dell'Alto Adige». La varietà che più si prestano a questo modello produttivo sono la Gala e la Braeburn, mela che ha un ottimo mercato in Germania perché in quel paese non si producono mele bio di questa varietà. La stessa Pink Lady, notoriamente mela regina non si presta alla produzione bio per la insufficiente capacità di conservarsi a causa delle infezioni fungine. «Ottimo lo sviluppo delle varietà resistenti come Bonita, Natyra e Inared» - conclude il dirigente di Laimburg. In Trentino i frutteti e i piccoli frutti biologici sono 770 ettari, triplicati in dieci anni.
L'apertura della mattinata tecnica è toccata a Claudio Ioriatti dirigente del Ctt che ha sottolineato come siano questi dei momenti molto importanti per verificare i risultati raggiunti dalla ricerca e sperimentazione. «La Fem crede molto al settore biologico - ha affermato Ioriatti - in quanto è un comparto in costante crescita tanto che in poco tempo ha raddoppiato il personale assegnato alla consulenza e alla sperimentazione biologica, anche puntando sulla formazione con corsi specifici per agricoltori, per la scuola e per lo stesso corso di laurea».«Che il biologico non sia un fatto di moda - ha ricordato Mescalchin - lo dimostrano i dati del rapporto Ismea, dal quale risulta che ben nove famiglie su dieci acquistano durante l'anno prodotti biologici e per il vino è in aumento sia la domanda interna che l'estero».
Certo, vi sono anche dei problemi come quello dell'ormai prossimo abbassamento da sei a quattro kg/Ha di rame, che la Comunità europea dovrebbe deliberare a breve. Ma questo fatto non coglie impreparata la Fem e lo hanno dimostrato con dettagliate relazioni tecniche Luisa Mattevi e Silvia Gugole, che hanno parlato delle alternative al rame e dell'effetto ottenuto riducendo la dose della metà a 200 grammi/ettolitro. Marino Gobber ha parlato del problema dell'esca e Roberto Zanzotti degli effetti del sovescio come fonte della sostanza organica.