Vaccini e ammissione a scuola per i bimbi fino a 6 anni, in Trentino non cambia nulla. «A livello provinciale — spiega l’assessore alla Salute, Luca Zeni — esiste una banca dati online che permette di verificare con celerità la regolare profilassi». Nel territorio la copertura vaccinale è attorno al 95%.
"Corriere del Trentino", 9 agosto 2018
Per i bambini di età compresa tra 0 e 6 anni che devono essere iscritti ad una scuola d’infanzia non cambia nulla rispetto a un anno fa in materia di vaccini. A chiarirlo è l’assessore alla salute della Provincia, Luca Zeni.
La legge attualmente in vigore, quella che porta il nome dell’ex ministro della salute Lorenzin, prevede l’obbligo della presentazione di una certificazione che attesti che il bambino o la bambina che viene iscritto al nido o alla materna sia in regola con le vaccinazioni. Per il Trentino tutto questo non serve: grazie alla banca dati informatica della pubblica amministrazione provinciale, le famiglie non dovranno presentare nulla perché tutte le verifiche sulla regolarità delle vaccinazioni possono essere effettuate on line.
Le nuove regole sulle vaccinazioni annunciate dal governo non trovano per ora immediata applicazione. Il decreto Milleproroghe, all’interno del quale sono stati inseriti gli emendamenti che spostano al 2019 l’obbligo della certificazione vaccinale, non è ancora stato convertito in legge. Quando lo sarà, però, slitterà di un anno l’obbligo di presentare la certificazione, facendo così slittare di fatto l’obbligatorietà stessa dei vaccini.
Per il momento, dunque, resta tutto fermo, mentre non restano fermi i dati sulle vaccinazioni nella provincia di Trento. La legge Lorenzin — che di fatto ha reso obbligatori i vaccini del morbillo e della rosolia — ha già prodotto un aumento della soglia di copertura della popolazione. Il trend dei vaccini in un anno ha registrato sempre valori positivi e oggi in Trentino si può dire che la percentuale della popolazione vaccinata è vicina alla solgia che la normativa ritiene sia di sicurezza: il 95 per cento.
Ci sono poi i recuperi vaccinali. Ovvero la chiamata di quei minori di età compresa tra 0 e 16 anni che non risultano in regola con le vaccinazioni. Un anno fa, su circa 80.000 ragazzi complessivi, erano 12.463 quelli che non risultavano regolarmente vaccinati . Di questi nel corso dell’anno scolastico il 40 per cento si è vaccinato. I colloqui stanno ancora andando avanti. Al 31 maggio di quest’anno sono stati invitati a colloquio 2.181 bambini che non si erano presentati all’appuntamento, ma di questi solo il 9,4% ha aderito all’obbligo.
A Roma, intanto, si lavora alla nuova normativa. Il ministro Giulia Grillo, infatti, ha manifestato l’intenzione di rendere meno coercitivo l’obbligo alla vaccinazione.
Un provvedimento che solleva molte perplessità nell’assessore Zeni: «È chiaro che se togli la sanzione, l’obbligo scompare — osserva — e diventa solo una raccomandazione».
Secondo l’assessore, il ministero presieduto dalla Grillo di fatto sta andando avanti come un treno senza consultare le Regioni che a loro volta stanno ipotizzando, sopratutto quelle a colore Pd, di ricorrere addirittura alla Corte Costituzionale.
«Quello che penso è che bisogna evitare che si producano provvedimenti che tornino a mettere a repentaglio la salute delle persone» rimarca con convinzione l’assessore alla salute, che aggiunge: «La legge Lorenzin fu il frutto di una concertazione con la conferenza stato/regioni e con le valutazioni dell’intera comunità scientifica. Qui non vedo la stessa cosa».
I genitori che volessero vaccinare i propri figli, intanto, fanno sapere dai servizi sanitari, possono rivolgersi agli ambulatori del proprio distretto. Basta consultare il sito on line e guardare gli orari di apertura. Non serve appuntamento e la vaccinazione sarà veloce.
Vaccini, i presidi si ribellano «O certificato o niente», 9 agosto www.ladige.it
A settembre, alla riapertura delle scuole, i genitori dei bambini che andranno ai nidi e alle materne dovranno presentare il certificato di avvenuta vaccinazione rilasciato dalla Asl, altrimenti i piccoli non potranno frequentare. È questa la dura presa di posizione annunciata dell'Associazione nazionale presidi (Anp): «Non è possibile far prevalere la nuova circolare Grillo», afferma l'Anp, e «resta in vigore la Legge Lorenzin» poiché «il diritto alla Salute è prioritario rispetto a quello all'Istruzione».
Un annuncio, quello dei presidi, che arriva nello stesso giorno in cui anche il premier è intervenuto sulla questione affermando di aver vaccinato il proprio figlio e che questa è «la linea di governo». Ma l'annuncio dei presidi di fatto «cancella» quanto previsto dalla circolare dello scorso luglio dei ministri Grillo e Bussetti, in base alla quale per la frequenza del prossimo anno scolastico sarebbe bastato presentare l'autocertificazione delle vaccinazioni obbligatorie.
Un quadro sempre più confuso per le famiglie, denunciano i presidi, anche considerando l'emendamento al decreto Milleproroghe, che fa slittare di un anno l'obbligo dei vaccini dando la possibilità a tutti i bambini di frequentare le scuole, ma che sarà discusso definitivamente solo a settembre a lezioni già iniziate. Ma alla scuole «servono norme chiare», da qui la presa di posizione dei presidi. Intanto, una denuncia contro ignoti per omissione d'atti d'ufficio, istigazione alla disobbedienza e tentata epidemia è stata presentata da una coppia di genitori la cui figlia, vaccinata ma con un deficit immunitario, era stata costretta a restare a casa dalla matern per non subire il contagio di una malattia infettiva contratta da due compagni di classe non vaccinati.