Il monito è rivolto al suo partito, il Pd. Ma non solo. «Ricordiamoci — dice Paolo Serra — che il nostro avversario non è Ugo Rossi, ma il centrodestra, è la Lega di Fugatti che mette in discussione il Cinformi». E a meno di tre mesi dal voto, il capogruppo comunale dei dem è netto: «Il cambiamento, a questo punto, è inopportuno».M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 8 agosto 2018
Quindi Serra il suo appello è per la riconferma del governatore Rossi?
«Credo che il punto di partenza sia chiaro: bisogna tenere salda la maggioranza che finora ha governato bene. E in vista del voto bisogna tenere conto di tutte le realtà del Trentino».
In che senso?
«Per riconquistare voti nelle valli serve una forza in grado di competere con la Lega. E non può essere di certo il Partito democratico, tradizionalmente forte in città e nei centri più grandi: questo ruolo spetta al Patt. Noi dobbiamo fare la nostra parte nei Comuni dove siamo più radicati».
Eppure nella coalizione provinciale di centrosinistra autonomista c’è maretta.
«Ricordiamoci che il nostro avversario non è Rossi, ma il centrodestra, la Lega e il suo candidato Fugatti che mette in discussione il Cinformi con accuse assurde. Se volevamo cambiare candidato presidente lo dovevamo fare mesi fa: non possiamo pensarci a meno di tre mesi dall’appuntamento elettorale. Ora bisogna essere pragmatici, confermare il governatore uscente e partire con la campagna elettorale».
C’è però una parte del Pd che invoca il cambiamento e punta su Paolo Ghezzi.
«Un bel nome: ha fatto bene a presentarsi. E sarebbe bello se decidesse di candidarsi nel Pd. Se invece a sinistra vorranno presentare una loro lista con il giornalista alla guida, ben venga: l’importante è che poi siano coerenti con quanto hanno detto, ossia che non faranno nulla per favorire un governo di centrodestra».
Nel frattempo, l’assemblea dem non ha indicato nomi alternativi e domani è fissato il vertice di coalizione. Si riuscirà a trovare una convergenza?
«Non c’è più tanto tempo. Anzi. E credo sia il momento di chiudere la questione dei nomi per dedicarsi al programma: è sui temi che gli elettori ci giudicheranno. Bisogna accelerare, non possiamo attendere ancora».
Lei invita a chiudere la questione dei nomi. Ma i timori sono tanti. C’è chi dice che la riconferma di Rossi porterebbe a una sconfitta sicura, chi invece sostiene il contrario e vede in Ghezzi una figura troppo connotata a sinistra.
«Francamente, credo che le elezioni del 4 marzo ci abbiano insegnato qualcosa: mai dare per certa una sconfitta. Alle politiche ci davano vincenti in tutti i collegi e alla fine non è andata così. Per questo dico: lavoriamo per vincere».
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