Il rebus non è di facile soluzione e nel centrosinistra autonomista potrebbe saltare il banco. Il tavolo di coalizione odierno, convocato per le 17 in sede Upt, si annuncia particolarmente delicato, con Giuliano Muzio, segretario provinciale del Pd, incaricato di chiudere su due punti dirimenti. Il primo, il perimetro della coalizione con la sigla di un’intesa che impegni i partiti (oltre ai Dem, Patt, Upt, Verdi) a rimanere insieme, a prescindere dal nome prescelto.N. Chiarini, "Corriere del Trentino", 3 agosto 2018Leggi il documento approvato dall'Assemblea provinciale PD
Il secondo, la sintesi su uno tra i due nomi attualmente in lizza, ossia Ugo Rossi, presidente uscente della Provincia ed espressione del Patt, e il giornalista Paolo Ghezzi, emerso come opzione voluta da chi rivendica una discontinuità. I democratici ipotizzano che la scelta possa essere affidata a un voto ponderato tra i partiti della coalizione, basato sui consensi elettorali raccolti, preso atto che le Primarie paiono impraticabili sia per volontà politica, sia per tempi, dato che le Provinciali si celebreranno il 21 ottobre e per le forze non rappresentate in consiglio c’è l’urgenza di definire velocemente le liste per raccogliere le firme per la presentazione. Nel caso non emergesse un accordo sui due punti, il Pd lunedì tornerebbe a riunirsi per indicare una propria proposta, da mettere a disposizione di una coalizione che, nel frattempo, potrebbe essere evaporata. «L’obiettivo — ricorda Muzio — è salvaguardare la coalizione e, sui contenuti di lavoro e solidarietà, arginare l’ascesa della destra». Nel caso, i nomi che si inseguono nei corridoi di Torre Verde sono quelli dell’ex senatore Giorgio Tonini, del vicepresidente uscente Alessandro Olivi, dell’assessore provinciale Luca Zeni. Quest’ultimo è finito nel mirino di Donata Borgonovo Re, presidentessa del partito e consigliera provinciale, per il via libera ricevuto da un emendamento proposto da Giacomo Bezzi (Fi) che rinvia di due anni l’obbligo di trasferimento delle sale da gioco, collocate in zone sensibili. «Già due volte — osserva Borgonovo Re — la Corte costituzionale, nel 2011 e nel 2017, ha espresso parere sulle restrizioni territoriali, per proteggere fasce deboli della popolazione». Replica Zeni: «Che la questione non sia stata definita dalla Corte è purtroppo dimostrato dai contenziosi in corso. Basti pensare che a Bolzano vi sono 20 ricorsi di case da gioco in atto che hanno ottenuto la sospensiva al Consiglio di Stato, pur essendo scaduto il termine li previsto e, quindi, sono tuttora attive».
Con l’assessore si schiera Alessio Manica. «Non è stato un voto semplice nemmeno per chi ha sostenuto la mediazione — sottolinea il capogruppo — per questo ritengo inopportuno marcare pubblicamente dei distinguo di pensiero». Un elemento che pare complicare ulteriormente il quadro. Ieri pomeriggio si sono riuniti i supporter di Ghezzi con i Verdi di Marco Boato, Mdp di Fabiano Lorandi, Primavera Trentina di Piergiorgio Cattani, gli Autoconvocati di Claudia Merighi e Paolo Zanella. «Se l’obiettivo — rimarca Boato — era trovare una proposta di innovazione, Ghezzi è in grado di incarnarla, cogliendo un consenso ampio, pronto a emergere, pure nel Pd». La posizione che scaturirà, se svolta o rottura, verrà portata al tavolo odierno da Boato. Il Patt, invece, non recede dall’ipotesi Rossi, anche se i detrattori sottolineano come gli autonomisti si richiuderebbero in un vicolo cieco, uscendo dalla coalizione. «Sono ottimista — rileva Lorenzo Ossanna, capogruppo in piazza Dante — Pd e Upt non hanno respinto la giusta riconferma di Rossi e credo sia questo il punto di partenza da valorizzare». Nell’Upt restano abbottonati, fermo restando che la consegna affidata a Gianpiero Passamani e Annalisa Caumo e di lavorare alla salvaguardia dell’unità della coalizione. Ragion per cui, non potrebbe essere esclusa un’apertura definitiva su Rossi. Quest’ultimo, intanto attende, anche se oggi sicuramente farà sentire la propria voce.
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