Aumenta il numero di beneficiari delle coperture previdenziali di chi assiste familiari non autosufficienti introdotte dalla Regione Trentino Alto Adige Südtirol. Grazie ad una modifica della normativa, infatti, si allarga anche nella provincia di Trento il contributo a chi si dedica all'assistenza domiciliare di familiari non autosufficienti e che rischia di non versare i contributi per la copertura previdenziale nel periodo in cui è costretto a sospendere il lavoro."Trentino", 20 luglio 2018
Ne possono beneficiare coloro che versano i contributi volontari all'Inps o i lavoratori che riducono i versamenti obbligatori o i versamenti ad un fondo di previdenza complementare.La novità, introdotta su iniziativa dell'assessora regionale Violetta Plotegher, permetterà a quanti assistono persone che beneficiano dell'indennità di accompagnamento di presentare la domanda per il contributo regionale.«In Provincia di Trento, prima di questa modifica, il contributo spettava solo se il familiare assistito riceveva l'assegno di cura provinciale, beneficio che riguarda solo una parte di tutti coloro che assistono familiari non autosufficienti», afferma Plotegher.
Secondo i dati statistici riferiti al 2017, le persone non autosufficienti in provincia di Trento che ricevono l'indennità di accompagnamento sono 14.348. Tra queste sono assistite a domicilio circa 10.000 persone. I loro familiari potranno essere i potenziali beneficiari dell'intervento di sostegno della Regione e non più solo quelli che ricevono l'assegno di cura (3.314 al 31.12.2017). Il contributo spetta per tutto il periodo in cui l'assistenza è necessaria e garantita e può raggiungere l'importo massimo di 4.000 euro all'anno nel caso di rapporto di lavoro a tempo pieno o 2.000 euro in caso di part time. Le domande dovranno essere presentate entro il 30 settembre rivolgendosi a qualsiasi Istituto di patronato presente sul territorio.
Per la provincia di Bolzano l'intervento rimane invariato e spetta ai familiari di persone non autosufficienti che si collocano nel secondo, terzo o quarto livello assistenziale previsto dall'art. 8 della L. P. n.9 del 2007. «Questa novità - conclude l'assessora Plotegher - è un tassello importante nel quadro ampio di sostegno regionale a favore dei cittadini che prestano la loro preziosa, e troppo spesso non valorizzata, attività di cura rivolta ai familiari non autosufficienti».
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