Chi perde il lavoro in Provincia di Trento avrà diritto da subito all’integrazione prevista dal reddito di garanzia anche prima di terminare la Naspi, ossia l’assegno di disoccupazione. È quanto previsto dalla delibera della giunta approvata in quarta commissione e ora pronta per l’adozione.T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 20 luglio 2018
I sindacati, che hanno chiesto e ottenuto dalla giunta questa integrazione alla delibera che rivedeva alcuni criteri dell’assegno unico provinciale, stimano che il provvedimento interesserà «almeno un migliaio di disoccupati e relative famiglie». Ma come è possibile che un lavoratore che percepisce la Naspi abbia diritto al reddito di garanzia? Per i redditi bassi è possibile e rappresenta un aiuto non indifferente per far quadrare i conti: con un assegno di disoccupazione che a stento raggiunge i mille euro e tre persone a carico, arrivare a fine mese diventa pressoché impossibile. Il reddito di garanzia — nel frattempo assorbito dall’assegno unico provinciale — è lo strumento tutto trentino di contrasto alla povertà, la versione «risparmiosa» del reddito di cittadinanza. Fino ad ora, si poteva riceverlo dopo aver esaurito l’ammortizzatore sociale. Cgil, Cisl e Uil hanno fatto notare che percepire la Naspi non significa necessariamente essere esclusi dal rischio povertà. L’esecutivo ha accolto la richiesta e integrato la delibera oggetto del parere (positivo) della quarta commissione e oggi pronta per la definitiva adozione in giunta.
L’unica osservazione critica è stata posta dal consigliere Giuseppe Detomas, non tanto sull’opportunità della misura, ma sulla sua compatibilità con il ritardo con il quale l’Inps procede all’erogazione della Naspi ai disoccupati.
«Ci sarà un periodo — ha osservato il consigliere della Ual — in cui si accumuleranno le somme erogate dai due enti, con la conseguente necessità per la Provincia di verificare gli importi percepiti». Il rischio evidenziato da Detomas è che, in assenza della Naspi, il lavoratore licenziato percepisca il reddito di garanzia come se il suo reddito fosse zero, per poi ottenere però, seppure con ritardo, la Naspi. Un problema che non si porrebbe se tra il licenziamento e l’assegno di disoccupazione erogato dall’Inps non passassero mesi.
Ieri, intanto, sono stati resi noti i numeri degli emendamenti alla legge di assestamento: sono in tutto 1.535. L’esecutivo ha presentato 10 emendamenti e i consiglieri di maggioranza 15. Ne sono stati firmati 4 da Giuliani (Patt), 3 da Manica (Pd), 2 da Plotegher (Pd), 2 da Detomas (Ual), 2 da Tonina, De Godenz e Passamani (Upt) e 2 da Ossanna (Patt). Il grosso delle modifiche proposte viene però dalle opposizioni, con 484 emendamenti depositati da Bezzi (Fi), 307 da Fasanelli (misto), 285 da Savoi (Lega), 251 da Kaswalder (misto), 161 da Degasperi (M5s), 12 da Civettini di Civica Trentina, che ne firma altri 4 insieme al capogruppo Rodolfo Borga, 4 da Simoni (Pt) e 2 da Giovanazzi (At).
Seguici su YouTube
Partito Democratico del Trentino