L’Upt che si rifonda come soggetto territoriale insieme a Carlo Daldoss. Gli Autonomisti che danno la loro benedizione e prefigurano da subito una futura convergenza verso il partito di raccolta, magari cominciando da un gruppo consiliare comune ad ottobre. Il Pd che, a sua volta, prova a sganciarsi dal naufragio nazionale recuperando in zona cesarini l’idea del partito territoriale.T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 6 luglio 2018
Come elemento di continuità, la coalizione manterrebbe la candidatura di Ugo Rossi a presidente. È lo schema di cui il governatore e i suoi alleati hanno discusso ieri prima dell’ennesimo vertice di maggioranza conclusosi in tarda serata senza apparenti risultati tangibili.
«Cosa fa Valduga?». Una domanda diventata ormai un’ossessione nel centrosinistra autonomista, cifra della situazione di confusione che domina in coalizione. Valduga, a quanto si dice, non risponde nemmeno più al telefono e forse medita ormai una denuncia per stalking. Carlo Daldoss si è presentato ieri all’incontro con Rossi assicurando che la sua uscita del giorno prima va intesa come un modo per sgombrare il campo dal fatto che lui, l’assessore tecnico, possa essere l’alternativa a Rossi. Avrebbe, insomma, eliminato un pretesto per non decidere. Il suo ormai lungo lavorio sul fronte civico non si concretizzerà — ha garantito — in un tentativo di allearsi con Valduga. Anche l’idea di una lista di sostegno del Patt, però, è tramontata. Il suo posto sarebbe ora a fianco dell’Upt e con quello che resta del partito che fu di Lorenzo Dellai l’assessore conta di poter dare vita a un nuovo soggetto territoriale.
Ugo Rossi sarebbe pronto a benedire l’operazione e, anzi, a spingere il Patt a rilanciare la sua vecchia idea: un soggetto territoriale unico che unisca l’anima autonomista con quella popolare. Le liste, a ottobre, resterebbero due, ma poi il gruppo in consiglio potrebbe diventare unico, primo passo verso il «partito di raccolta» trentino. Per Valduga e, più in generale, ai civici la porta resterebbe aperta, magari in prima battuta per un ruolo politico. Il candidato presidente resterebbe, però, Rossi.
Da lui ripartirà la coalizione in un incontro che i democratici hanno chiesto di fare a breve. I dem sono interessati a un accordo chiaro con Rossi sul programma. Il segretario del Pd, Giuliano Muzio, al tavolo di coalizione ha ribadito con una certa convinzione che il suo partito ha deciso di ripartire da Rossi. Di diverso avviso Primavera Trentina, Mdp e Verdi che ieri hanno ufficializzato il nome di Paolo Ghezzi, già peraltro contattato nelle scorse settimane dal Pd. Nessuna bocciatura a priori della sua candidatura, ma il ragionamento che fa una parte dei democratici è il seguente: nella sconfitta delle politiche l’unico elettorato che ha dimostrato di tenere è stato quello del Pd delle aree urbane, proporre un candidato di sinistra delle aree urbane significa consolidare la sconfitta, mentre i voti vanno recuperati in quell’elettorato liminare che potrebbe votare Lega come Patt, ma di certo non Pd.
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