In ogni dibattito si esprimono idee e sensibilità diverse, ma questo non vuol dire necessariamente che un partito è diviso o incerto su quello che vuole fare. Perché sono le decisioni che vengono prese dagli organismi dirigenti, a partire dall’assemblea per arrivare al segretario che ne attua l'indirizzo politico, quelle che esprimono la volontà di un soggetto collettivo.
Giuliano Muzio, 28 giugno 2018
Per questo non posso condividere l'immagine, riportata da alcuni organi di informazione, di un partito diviso e inconcludente.
L'orientamento proposto dal coordinamento e condiviso dall'assemblea indica alcuni punti fermi:
il PD del Trentino riparte dalla coalizione di centrosinistra-autonomista che ha governato con successo il Trentino negli ultimi vent'anni, non per conservazione ma perché ritiene che l'idea di un'Autonomia come patto di una Comunità coesa sia la strada giusta rispetto all'idea divisiva proposta dalla Lega e dai suoi alleati;
il PD del Trentino, consapevole della sconfitta elettorale che ha espresso una sfiducia e una voglia di cambiamento che non riguarda solo il dato nazionale, ha realizzato un percorso in questi mesi che puntasse a un rinnovamento che passa dall'allargamento della coalizione e dalla ricerca di volti nuovi che la esprimano e, con senso di responsabilità, non ha forzato su un candidato presidente, dando ampia disponibilità per una soluzione che avesse come unici paletti l'unità della coalizione e l'ancoraggio ai valori che sono alla base della coalizione stessa;
in questo senso, il PD del Trentino si impegna a verificare se sul nome dell'attuale Presidente si possono realizzare quelle convergenze ampie necessarie per ottenere un risultato positivo alle elezioni;
purtroppo, il confronto con quella parte di realtà civiche che vuole candidarsi al governo dell'autonomia ha registrato finora un netto rifiuto ritenendo da parte loro che le forze politiche storiche e il PD del Trentino in particolare fossero un ostacolo al loro progetto, e che non fosse condivisibile una scelta politica chiara rispetto alle due idee diverse e contrapposte di governo dell'autonomia che oggi esprimono il leghismo e i suoi alleati da una parte e le forze di centrosinistra e autonomista dall'altra;
per questa ragione, e cioè per l'assenza di una proposta che permettesse all'elettorato del PD del Trentino di potersi riconoscere, il PD del Trentino ha preso atto dell'impercorribilità di una proposta che viene continuamente ripresa ignorando evidentemente il confronto che invece è stato fatto in questi mesi;
comprendo le suggestioni e le preoccupazioni rispetto alla sfida elettorale e comprendo ancor di più la richiesta di cambiamento ma occorre anche costruire delle alternative che non siano solo suggestioni;
per questo continueremo il confronto nella coalizione, con le forze storiche della stessa e con chi ha espresso la disponibilità, al fine di trovare una soluzione unitaria, ma ripartendo dalla coalizione e non da alternative per noi improponibili avendo le stesse come presupposto la cancellazione della sinistra e del PD del Trentino nel governo dell'Autonomia;
se non siamo giunti ad una conclusione è per le rigidità delle forze che compongono la coalizione, non certo per l'indisponibilità o l'indecisione del PD del Trentino che ha a cuore solo la necessità di non disperdere quel patrimonio di convivenza, di apertura, di protezione sociale, di solidarietà, di innovazione che ha segnato e distinto il centrosinistra autonomista in Trentino;
la costituzione della commissione elettorale ha nel frattempo indicato tra gli obiettivi quello dell'apertura e del rinnovamento del PD del Trentino, a conferma del pluralismo, della rappresentanza territoriale e delle diverse provenienze.
Comunicato Stampa, 29 giugno 2018