La consigliera provinciale in questi giorni era a Roma per l'International workshop su “Protection of Human Rights Defenders (Hrd): good practices and the role of Italy” assieme a una delegazione composta da Yaku e Pbi. "Il Dolomiti", 22 giugno 2018
TRENTO. Il Trentino come luogo sicuro per le persone che difendono i diritti umani nel mondo. Mentre c'è un'Italia sempre meno accogliente e chiusa in sé stessa il Trentino va nella direzione opposta e continua la sua battaglia per diventare il primo territorio nazionale capace di accogliere e dare riparoa tutte quelle persone che vengono perseguitate perché si battono per la difesa dei diritti umani. Qualche settimana fa il Comune di Trento aveva approvato (primo in Italia) la mozione, che prima firmataria la consigliera del Pd Roberta Zalla, per fare di Trento una ''città rifugio''.
Il che si traduce, una volta esaurite pratiche e provvedimenti anche a livello provinciale e nazionale, nel fare del capoluogo trentino il primo comune in grado di offrire protezione temporanea alle persone che difendono i diritti umani nel mondo. Una ''casa'' per chi si batte per gli altri e che, per ragioni di varia natura, è costretto ad andarsene dal suo Paese per un po' di tempo (il periodo di rest and respite dura dai 3 ai 9 mesi). In questi giorni una delegazione trentina formata da Yaku, Pbi e dalla consigliera provinciale e vicepresidente del Forum Trentino per la Pace e Diritti umani Violetta Plotegher ha preso parte all’International workshop su “Protection of Human Rights Defenders (Hrd): good practices and the role of Italy”, organizzato dal ministero per gli affari esteri e per la cooperazione internazionale, alla Farnesina.
"Condividere con così tanti attori un percorso così importante è un’occasione straordinaria - ha detto la consigliera Plotegher - non solo per la costruzione congiunta delle linee guida dell’Unione Europea in Italia sulla difesa delle e dei difensori dei diritti umani, ma anche per una maturazione culturale profonda nel nostro Paese, che non deve avere alcun dubbio sulla inviolabilità dei diritti umani nel mondo". Ha quindi sottolineato il percorso che ha portato il Trentino ad essere il primo territorio in Italia a recepire le normative europee sulla difesa degli Hrd e ha proposto la costituzione di una commissione nazionale italiana per la protezione delle persone che difendono i diritti umani e un coordinamento nazionale fra ong ed enti locali, disposti a mettersi in gioco in questo ambito.
Inoltre, ha proposto di iniziare proprio dal Trentino l’esperienza pilota, che vede la collaborazione di ambasciate, ministero degli esteri, Anci, ma anche grandi organizzazioni come Front Line Defenders, attiva già da tempo in programmi di protezione di persone minacciate. “Senza diritti umani - ha aggiunto la consigliera trentina - non possiamo costruire un percorso di pace, senza la costruzione di relazioni forti e a più livelli i programmi di protezione non possono essere efficaci. Difendere chi protegge i diritti umani significa aiutare i percorsi locali di sviluppo e l’economia globale. Inoltre la stessa costituzione italiana con l’articolo 2 , prelude a quella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo di cui ricorrono i 70 anni proprio quest’anno".
Le dichiarazioni della consigliera trentina sono state apprezzate e riprese anche da Francesco Martone, referente della rete In Difesa Di che ha contribuito alla promozione del seminario, e sono state raccolte da Emma Achilli dell’ufficio dell’Unione Europea di Frontline Defenders, che ha auspicato un ruolo da capofila dell’Italia per iniziative diplomatiche specifiche.
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