Quando alla fine dell'anno scorso passò dopo infinite polemiche la legge sul biotestamento, votata da Pd e Cinquestelle, Salvini commentò: «Mi occupo dei vivi e non dei morti». Ora che il leader leghista è ministro dell'Interno, dovrebbe occuparsi di dare direttive alle Regioni per raccogliere le Dat (Disposizioni anticipate di trattamento).S. Mattei, "Trentino", 20 giugno 2018
La legge del 22 dicembre 2017 prevede infatti le modalità con le quali si determinino le volontà di cura come nutrizione e idratazione, nel caso si sia incapaci di autodeterminarsi. Nell'articolo 5 si dispone la pianificazione delle cure tra medico e paziente, nel caso quest'ultimo abbia una patologia cronica inguaribile e si chiarisce che la volontà del paziente sul trattamento sanitario, nel caso si trovi incapace di intendere e volere, venga depositata in forma scritta all'ufficio di stato civile del comune di residenza. Ma perché le volontà dei singoli siano conosciute, è necessario che queste vengano inserite in una banca dati alla quale i sanitari possano attingere. La legge ha indicato sei mesi di tempo per istituire la banca dati, termine che scade in questi giorni, ma non è dato sapere se con il cambio della guardia, il governo attuerà la rete informatica per accedere alle Dat. Al momento perciò, gli unici che possono fornire i dati, sono i Comuni ed a Trento, riferisce l'assessora competente Chiara Maule sono 73 i cittadini che hanno presentato le Dat.
«È un numero di tutto rispetto - commenta Maule - se si confronta con altre città, considerate le proporzioni: a Firenze sono 120, a Bologna 419 ed Aosta 5».Per consentire che le Dat entrino in un circuito consultabile, in consiglio comunale, circa due mesi fa, era stata approvata una mozione che impegnava il sindaco e la giunta comunale ad attivarsi perché l'Azienda sanitaria provinciale desse la possibilità agli interessati di registrare sulla piattaforma elettronica provinciale TreC (cartella clinica del cittadino) l'avvenuta consegna delle proprie Dat all'ufficio di stato civile. Non solo, nella mozione, si chiedeva che la Provincia e l'Apss organizzassero degli incontri informativi per rendere il cittadino consapevole delle scelte da lasciare in fatto di trattamenti se dovesse mancare la volontà di intendere e volere.
Chiediamo a Luca Zeni, assessore alla sanità provinciale, cosa si sta facendo per pensare ad un eventuale raccolta dei testamenti biologici ed a informare la popolazione. «Ci siamo già attivati dal 2014 - risponde l'assessore - per quanto riguarda il trattamento di malati che abbiano patologie degenerative, con un percorso stabilito con i medici. In questo caso abbiamo circa 70 biotestamenti. Per le Dat, dopo l'introduzione della legge, abbiamo aspettato che il ministero facesse i decreti attuativi, per evitare che muovendosi in autonomia si dovesse poi recepire disposizioni diverse. Visto che c'è il nuovo governo, dovremo chiedere se c'è la volontà di attuare la banca dati, altrimenti ci attiveremo in autonomia, disciplinando noi la banca dati». Per quanto riguarda l'organizzazione di incontri informativi, proprio venerdì 22 giugno l'azienda sanitaria ha organizzato una giornata sul tema «Alleanza di cura: disposizioni anticipate di trattamento» per approfondire il tema con addetti ai lavori ed esperti. I destinatari, si legge sul programma, sono i professionisti dell'Apss e delle Apsp, la consulta provinciale per la salute e la Consulta diocesana, ma è aperto alla cittadinanza. Il programma, che si svolge alla palazzina D dei servizi sanitari di viale Verona, prende il via alle ore 9 e prevede le seguenti relazioni "La relazione di cura", "La nuova legge sul consenso informato e sulle disposizioni anticipate di trattamento", "L'applicabilità della normativa in un contesto clinico", "La pianificazione anticipata della cura in provincia di Trento", seguirà alle ore 13.45 la tavola rotonda su "le disposizioni anticipate di trattamento nell'alleanza di cura".
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