Per sostenere la maternità e dunque le donne che hanno figli e che lavorano, la giunta provinciale mette sul piatto 4 milioni di euro dal 2019: serviranno a raddoppiare le detrazioni ai fini Icef (da 1500 a 3 mila euro) per il lavoro femminile e a finanziare i buoni di servizio per la conciliazione famiglia-lavoro (tutto ciò che riguarda i servizi all'infanzia)."Trentino", 20 giugno 2018
È uno dei capitoli d'intervento dell'assestamento di bilancio 2018-2020 che il governatore Ugo Rossi ha presentato in bozza ieri alla maggioranza e che sarà approvato in via definitiva dalla giunta il 29 giugno. Una manovra che integra le risorse a bilancio di 147,8 milioni di euro per il 2018 (421,9 sul triennio), derivanti per 130 milioni da maggiori entrate e per 17 milioni da minori spese, in un quadro economico positivo che vede il Trentino in ottima posizione rispetto alle regioni del Nordest per quanto riguarda Pil e occupazione (meglio fa solo l'Alto Adige) e con i principali indicatori positivi, dalle esportazioni alle presenze turistiche. Come anticipato dal Trentino, gli obiettivi che la giunta si è data riguardano la coesione sociale, il sostegno alla famiglia, le politiche per la casa, la stabilizzazione dei precari del pubblico, la mobilità sostenibile, il sostegno agli investimenti.
Famiglia e povertà. Stanziati 38 milioni: 2 milioni per l'indicizzazione dell'Icef all'inflazione per tutte le politiche (a partire dalle dichiarazioni presentate da luglio 2018), una richiesta avanzata da anni dai sindacati. Per la casa ci sono 4 milioni per la revisione delle franchigie: del 100% sulla prima casa escluse le case di lusso per le quali resta confermata a 150 mila euro, e per le seconde case l'esclusione delle quote di proprietà inferiori al 5% per singolo immobile e franchigia di 20 mila euro per le altre proprietà. La manovra mette sul piatto 5 milioni per gli over 65 che vivono soli in difficoltà economica per la revisione dell'Icef; 5 milioni in più per l'Assegno unico (ai lavoratori che hanno perso il diritto agli ammortizzatori nazionali e hanno un indice di occupabilità molto basso e per quelli che hanno trovato un lavoro precario), infine 5 milioni per finanziare nuovi asili nido ampliare quelli esistenti per abbattere le liste d'attesa. Altri 2,5 milioni per il sostegno al lavoro: mezzo milione in più (in totale si arriva a 4) per i lavoratori agricoli stagionali messi in ginocchio dal maltempo e mezzo milione di integrazione per il Progettone. In assestamento anche 5 milioni per la riforma del welfare anziani. Casa. Ci sono 20,7 milioni per l'Itea per costruire nuovi alloggi e ristrutturare gli esistenti, 11 milioni per finanziare altri 150 alloggi a canone moderato e 10 milioni in più da erogare ai privati per l'acquisto della prima casa (in parte vincolati al versamento ai fondi di previdenza complementare).
Economia. Confermato il pacchetto di agevolazioni fiscali 2018 alle imprese (Irap e Imis), stanzia 4 milioni per l'innovazione e 12 milioni per il settore agricolo, 6 di aiuti alle imprese e all'insediamento dei giovani, 0,4 per il valore del premio per il benessere degli animali all'alpeggio e 6 milioni (nel triennio) per il «Progetto acqua» in val di Non che prevede risorse idriche integrative, il potenziamento degli invasi e la messa in rete delle condotte. E in val di Non arriveranno anche 3 milioni per estendere la rete ciclabile. Investimenti. Ci sono 28 milioni in più per la scuola, 9 per la Protezione civile, 8 per il potenziamento del parco autobus, 12 per la manutenzione delle strade, 36 per sanità e assistenza.
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I pilastri dell’assestamento di bilancio, al rialzo, il governatore li ha presentati ieri alle forze di maggioranza. Complici le nuove entrate prodotte da una ripresa più solida, il computo finale porta 421,9 milioni in più nel triennio: 150 milioni a partire dal 2018; 136 nel 2019; 137 nel 2020. «L’Autonomia ha saputo generare valore aggiunto», sintetizza Ugo Rossi che accantona i grovigli politici che riguardano sé stesso (ovvero la riconferma al timone della coalizione di centrosinistra) e riepiloga quanto fatto sino a oggi. Per l’economia — eccetto il turismo che guadagna un capitolo a parte — nel triennio 2018-2021 verranno resi disponibili 16,8 milioni. Per cosa? Dalla conferma degli alleggerimenti fiscali per le imprese (Irap e Imis) all’implementazione delle risorse per l’agricoltura (12,4 milioni, di cui 6 per il progetto «Acqua e agricoltura in val di Non»). Altri 17,5 milioni saranno poi diretti al turismo, di cui 8,3 milioni per la promozione e il sostegno di specifici progetti, come la Coppa del mondo di mountain bike.
Ma a orientare le scelte della giunta è la volontà di sostenere le categorie più fragili: il capitolo «famiglie, maternità e contrasto alla povertà» sarà destinatario di ulteriori 38 milioni nel triennio. Più d’una le strategie previste: 5 milioni per il finanziamento di nuovi nidi e l’ampliamento di quelli esistenti; 5 milioni per irrobustire il plafond dell’assegno unico provinciale. Ed ecco gli aspetti più innovativi, a sostegno delle mamme lavoratrici (dipendenti o con lavoro autonomo): il raddoppio delle detrazioni ai fini Icef per il lavoro femminile (da 1.500 a 3000 euro) nonché buoni di servizio per la conciliazione famiglia-lavoro. Ancora: 5 milioni, a partire dal 2019, saranno rivolti agli over 65 che vivono soli e sono in difficoltà economiche. In quest caso l’idea è agire su una revisione dell’indicatore Icef. Quanto al nodo dell’emancipazione abitativa, 41,7 milioni — da qui al 2021 — andranno a irrobustire le politiche per la casa; mentre saranno confermati tutti gli investimenti già finanziati: 101,8 milioni.
Presidente, l’aveva detto e così è stato: le risorse aggiuntive della manovra di assestamento sono ingenti. A quanto ammontano e cosa ha permesso una simile «iniezione»?
«Ammontano a 420 milioni di euro in più in tre anni, per il 2018 abbiamo 150 milioni in più. L’economia va molto bene: avremo una crescita del Pil del 1,9% nel 2018. Quindi ci sono maggiori entrate che possiamo utilizzare».
Le risorse di oggi sono frutto del lavoro svolto ieri: l’economia è tornata a crescere. Quali sono, a suo avviso, le strategie messe in campo dalla Provincia che hanno maggiormente favorito una ripresa generale?
«La ripresa è frutto di più fattori. Naturalmente la ripresa economica in generale ma qui in Trentino l’abbiamo resa più forte e più stabile. Questo è dovuto alle politiche economiche di questi anni che hanno valorizzato imprese sane, innovative e responsabili socialmente. Il dato più importante però è che cresce anche l’occupazione. E questo è dovuto all’attenzione alle politiche del lavoro, quelle attive in particolare ma anche al forte investimento sulle persone, sulla scuola su ricerca e università. L’Autonomia ha saputo generare valore aggiunto».
Create le condizioni per avere maggiori risorse, la manovra farà delle scelte: quali sono i capitoli a cui destinerete maggiore attenzione?
«Dobbiamo continuare a crescere ma farlo sempre pensando a chi ha difficoltà. Quindi: investimenti su infrastrutture e ambiente, risposte alle difficoltà delle famiglie e degli anziani, stabilità del lavoro e fine del precariato e politiche per la casa. Mantenimento delle politiche di bassa pressione fiscale per i prossimi tre anni».
Dopo il contratto della scuola, rinnoverete quello della sanità. Qui l’intento è stabilizzare il personale?
«Si è la stagione del rinnovo dei contratti e nel farlo vogliamo riconoscere il valore del duro lavoro degli operatori della sanità, in particolare gli operatori sociosanitari. Per esempio nelle case di riposo alzeremo il parametro per avere più operatori e migliorare l’assistenza».
Lei ha governato una legislatura complessa, segnata dai reflussi di una congiuntura marcata e che ha imposto molte più scelte e molta più selezione. Dal 2013 a oggi quanto sono cambiate le prospettive del Trentino?
«Abbiamo affrontato la legislatura dicendo la verità ai trentini senza fare promesse mirabolanti come va di moda sempre più oggi invece. Abbiamo detto che serviva prima di tutto blindare il nostro bilancio dai prelievi statali e lo abbiamo fatto. Avevamo detto che serviva cambiare paradigmi nel sostegno alle imprese: più mirati negli incentivi verso innovazione e merito e politiche di bassa fiscalità. E lo abbiamo fatto. Abbiamo detto che serviva mantenere la coesione sociale e lo abbiamo fatto, riformando i nostri strumenti di sostegno al reddito e di welfare. Oggi guardiamo non a quello che ci soddisfa ma a quello che vogliamo migliorare: la competitività del nostro sistema e la pubblica amministrazione al servizio di cittadini e imprese. Certo sì, anche la sicurezza e il rigore nei confronti di chi la mina. Di chiunque la mette in discussione».
Per quanto riguarda gli investimenti strategici: con maggiori risorse quali sono a suo avviso le infrastrutture, le opere o le attività che si potrebbero valorizzare?
«Investimenti strategici: li confermiamo tutti (ricordo ad esempio che è partita la Loppio-Busa). In adeguamento invece prevediamo più risorse su scuole, politiche della casa e investimenti su lavori ambientali».
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