«Se l’area commerciale dovesse occupare una superficie superiore ai 10.000 metri quadrati, in questo momento non si potrebbe fare». Il vicepresidente Alessandro Olivi boccia sul nascere il progetto di un nuovo centro commerciale a Rovereto, ricordando il «nuovo paradigma» definito dalla legge provinciale sul commercio e la successiva delibera.A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 19 giugno 2018
Il nuovo shopping center dovrebbe sorgere in via del Garda, dopo l’acquisizione all’asta da parte della Rovim Srl di un grande terreno a ridosso dell’edificio «La Favorita», già di proprietà della stessa società. La nuova struttura, che ha ricevuto il via libera dal consiglio comunale della Città della Quercia, dovrebbe occupare una superficie complessiva di oltre 12.000 metri quadrati. Proprio la dimensione, però, sarebbe il nodo.
«La norma ha completamente cambiato il modello pregresso, nel quale si compravano le aree e poi si trovavano le strade per riempirle con una pianificazione spesso affidata a un mero rapporto di forza tra il richiedente e la singola amministrazione comunale — spiega Olivi — Non bastano la forza finanziaria e la leva immobiliare per arrivare al via libera perché il processo decisionale è partecipato e trasparente. Sopra i 10.000 metri quadrati, infine, la Provincia per la prima volta rivendica la decisione».
La delibera approvata lo scorso settembre evidenzia che l’obiettivo è quello di «evitare, o minimizzare, gli impatti che l’insediamento di grandi superfici commerciali possono potenzialmente produrre nei confronti di emergenti elementi di fragilità territoriale e comprometterne la qualità e la sostenibilità ambientale».
Con la nuova impostazione, quindi, «la programmazione delle superfici medio-grandi rimane un’iniziativa del Comune ma viene rafforzata dalla necessità di introdurre una variante al piano regolatore commerciale che definisca bisogni e soprattutto impatti» riprende il vicepresidente. Inoltre «il nuovo impianto non deve essere giustificato tanto rispetto alla densità commerciale quanto in coerenza con la pianificazione più generale». «Una struttura di 10.000 metri quadrati — aggiunge Olivi — non riguarda il singolo territorio ma anche quelli vicini e determina cambiamenti profondi, a partire dai flussi, creando un nuovo baricentro».
Un’impostazione che, spiega Olivi, «è stata impugnata davanti al Tar da Federdistribuzione, secondo la quale contrasta con i principi della libera concorrenza. I giudici di primo grado hanno però respinto ritenendo che la norma e gli atti collegati hanno un senso complessivo».
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