Un appello accorato all’unità e un richiamo affinché tutti, Stelle Alpine comprese, possano unirsi alla battaglia per i diritti civili. L’assessora alle pari opportunità Sara Ferrari al gay pride di sabato scorso era letteralmente in prima linea. Il suo intervento, applauditissimo, l’ha consacrata come una delle paladine per i diritti di tutti. Tanto da farle promettere che «nella prossima campagna elettorale, i diritti civili saranno centrali».S. Pagliuca, "Corriere del Trentino", 15 giugno 2018
Assessora, si aspettava più di 10 mila arcobaleni a Trento? «È stata una sorpresa bellissima che ha dimostrato a tutti quanto il Trentino sia accogliente, aperto e solidale. Non siamo una terra chiusa e inospitale come qualcuno ha detto. Il punto però è che spesso la società è più avanti della politica o per lo meno di una certa parte della politica che continua a essere arroccata su posizioni stantie».
Ma queste posizioni hanno tenuto in scacco la maggioranza anche quando si è trattato di far approvare la legge sull’omofobia, poi derubricata a mozione.
«Avere ottenuto una mozione, votata da tutta la coalizione di maggioranza, è comunque stato un risultato importante. Convengo però sul fatto che il dibattito politico su questi temi troppo spesso si arrocca per volere di piccole minoranze. Ciò che conta è, invece, quello che ha dimostrato la piazza che sabato ha chiesto rispetto per tutte le diversità. È quantomeno singolare pensare di difendere la diversità tra uomini e donne e poi negare quella di tipo sessuale».
Dunque, alle prossime elezioni è pronta a mettere il tema dei diritti civili in testa nel programma?
«Posso affermare sicuramente che la battaglia per i diritti civili distinguerà nettamente le parti politiche e dunque la nostra da altre coalizioni».
Anche se il Pd resterà alleato con il Patt e dunque con lo stesso governatore Rossi che ha negato il patrocinio al gay pride?
«Assolutamente sì, la negazione del patrocinio credo sia dipesa da una sensibilità personale di Rossi, non da tutto il suo partito. Diversi esponenti erano alle Albere con noi e tutti hanno votato la mozione sull’omofobia grazie alla quale l’Iprase sta già formando i docenti avviandoli a percorsi di consapevolezza sulla diversità e sul bullismo, tra cui anche il bullismo omofobo. Ed è questo il nostro compito come politici: incidere a livello culturale, accompagnare il rispetto per i diritti di tutti, favorire, anche attraverso eventi pubblici come il gay pride, l’abbattimento di ogni stereotipo figlio di una tradizione che ci vorrebbe tutti maschi, bianchi e cristiani. Temi su cui, sono convinta, potremo incidere anche se saremo alleati delle Stelle Alpine».
Sulla leadership e sul Rossi-bis, la coalizione sembra ancora in fase dialogica. Cosa succede?
«È una fase delicata nella quale mi sento di fare un appello a tutte le forze della nostra coalizione: non dividiamoci. La sinistra, se resta unita, può fare da argine alle forze di centro destra e ai Cinque Stelle: l’hanno dimostrato anche le ultime comunali. La nostra coalizione ha bisogno di allargarsi, modernizzarsi, aggiornarsi ma possiamo farlo solo con un ragionamento collettivo che sia inclusivo e non divisivo».
I Civici hanno ribadito più volte che non entreranno in realtà già costruite: ricompattare il centrosinistra autonomista vuol dire automaticamente procedere senza di loro?
«Io spero ancora che le cose possano andare diversamente, che possa nascere un’unica grande coalizione di cui anche i civici possano far parte».
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