Si va ben oltre un semplice risparmio di carta, per trasformare la sanità in un sistema più efficiente, capace di erogare servizi migliori e centrato sul paziente, partecipe e consapevole nelle scelte riguardanti la sua salute. Senza perdere di vista il fattore umano e l'insostituibile rapporto tra medico e paziente.
Ufficio Stampa Provincia, 1 giugno 2018
E stando ben attenti a non essere travolti dall'onda dell'innovazione tecnologica, che va necessariamente governata, sotto l'attenta regia del servizio sanitario pubblico.
Nuove tecnologie e intelligenza artificiale offrono grandi opportunità in ambito sanitario, in termini di condivisione di dati e interoperabilità dei sistemi ai fini diagnostico-terapeutico-assistenziale, ma è fondamentale che alla base del loro utilizzo ci sia un approccio di sistema, condiviso e interistituzionale. Questi i temi al centro dell'incontro "Come cambia il lavoro in sanità nell'era digitale", che si è tenuto questa mattina alla Fondazione Bruno Kessler. Da un quadro nazionale fortemente frammentato spicca l'esperienza di Trento, con TreC, la cartella clinica del cittadino diventata ormai un modello a livello nazionale e la nuova App per la promozione dei sani stili di vita, Trentino Salute+, presentata dall'assessore provinciale alla salute e politiche sociali Luca Zeni.
Telemedicina, chatbot che dialogano con i cittadini, bicchieri che misurano le calorie, ospedali virtuali di quattro piani, senza neanche un letto e un ricoverato, dove lavorano 300 medici che gestiscono 2400 pazienti. Stefano Forti di TrentinoSalute4.0 cita esperienze innovative, sperimentazioni futuristiche impensabili fino a poco tempo fa. Testimonianze che evidenziano come le tecnologie per la salute abbiano dato il via ad una "rivoluzione digitale dal basso", che impone al sistema sanità diversi interrogativi. Perché le nuove tecnologie diventino un'opportunità per il nostro servizio sanitario occorre un approccio di sistema, partecipato e graduale. Secondo Forti è necessario ripensare il sistema sanitario in un'ottica di "logistica della conoscenza e della responsabilità", capace di organizzare e facilitare l'accesso, l'uso e la condivisione delle informazioni. Per meglio valorizzare il contributo di ogni attore del sistema.
Daniela Galeone, della direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, traccia un quadro della sanità digitale in Italia da cui emerge una grande frammentazione tra le Regioni e, in generale, uno scarso utilizzo delle risorse a disposizione, con un netto divario nord-sud e operatori sanitari ancora non sufficientemente formati e preparati. "Deficit" in termini di competenze digitali riscontrabili anche a livello dei cittadini, che devono comunque essere adeguatamente preparati per poter fruire a pieno dei servizi e-health. Secondo Galeone serve un cambiamento culturale e di paradigma e tutto il sistema deve essere proiettato al cambiamento, anche i processi amministrativi e le infrastrutture digitali.
I nuovi trend demografici (con una popolazione sempre pìù vecchia), lo stato di salute e le "cattive abitudini" della popolazione trentina, hanno offerto all'assessore Zeni lo spunto per affrontare il tema della prevenzione e della promozione della salute. Campo in cui le nuove tecnologie possono dare un grande contributo. La sensibilità trentina al tema dell'innovazione ha portato alla nascita, nel 2017, del centro di competenza TrentinoSalute4.0, un modello di quel "fare sistema" di cui si è parlato in mattinata: assessorato alla salute della Provincia di Trento, Azienda provinciale per i servizi sanitari e Fondazione Bruno Kessler lavorano quotidianamente allineando la propria programmazione per "coprire tutta la filiera", dalla ricerca all'innovazione dei servizi, per accelerare il processo di sperimentazione delle nuove tecnologie da applicare ai servizi sanitari. Uno dei frutti di questa sinergia è l'applicazione Trentino Salute+, che punta a promuovere i sani stili di vita attraverso un sistema di incentivi che mettono il cittadino al centro, rendendolo più consapevole delle proprie scelte di salute ed elemento trainante di un processo virtuoso di promozione della salute che coinvolge anche le associazioni del territorio.
A moderare il dibattito, il direttore sanitario dell'Apss Claudio Dario, che ha delineato lo scenario attuale del mondo della sanità: progressivo invecchiamento della popolazione, aumento delle cronicità, riduzione del numero dei medici e degli operatori sanitari. Tutti elementi che dovrebbero stimolare il sistema ad una trasformazione digitale. In questo senso le nuove tecnologie rappresentano un'occasione utile per rivedere i processi e i percorsi di cura, sperimentare nuovi modelli clinici e organizzativi e ridisegnare le infrastrutture dei servizi. Per governare il cambiamento però – ha sottolineato Dario – servono nuove competenze per il management sanitario e un ruolo più centrale del cittadino. (vt - ml)
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