«Sono decisamente irritato». Alessandro Andreatta non ci gira intorno. La convergenza con il centrodestra di pezzi di maggioranza, Patt in primis, sul nodo Esercito gli è restata sullo stomaco. Lo smarcamento della pattuglia autonomista, con la sponda del Gruppo misto, ha mandato sotto il sindaco in due votazioni su tre, nel consiglio comunale di giovedì sera.
N. Chiarini, "Corriere del Trentino", 25 maggio 2018
Sindaco Andreatta, il centrosinistra si è spaccato sulla sicurezza
«L’aula non ha dato l’ok all’impiego dell’Esercito, ma ha chiesto di sollecitare il Commissario di governo, il solo titolato, perché valuti il coinvolgimento dei militari a supporto delle forze di Polizia, locale e di Stato. Sul punto si è creata un’ampia maggioranza».
Nelle altre due votazioni, però, alcuni suoi alleati l’hanno messa in minoranza
«Opzioni assurde, assolutamente sbagliate nella forma e nel contenuto. In estrema sintesi, si chiede siano contattati dal municipio i vertici militari. Una responsabilità che non compete al sindaco e di cui non ho intenzione di farmi carico. Un auspicio, peraltro, in contraddizione con la richiesta di dialogo con il Commissariato di governo».
Patt e Gruppo misto, evidentemente, la pensano diversamente
«I cinque che hanno votato con il centrodestra hanno commesso un errore politico. I tre consiglieri e, a maggior ragione, i due assessori Roberto Stanchina e Tiziano Uez hanno sbagliato nel merito, nel metodo, nella sostanza».
Questo strappo potrebbe essere riverbero delle difficoltà al tavolo di confronto del centrosinistra in vista delle Provinciali?
«Ognuno è libero di fare le proprie valutazioni. A me, personalmente, non interessa entrare in queste dinamiche. Mi interessa, invece andare avanti nell’azione amministrativa con efficacia. E, ribadisco, è stato commesso un errore dove non si sarebbe dovuto sbagliare».
Ora, comunque, va aperto il confronto con il Commissario di governo
«L’unico percorso attuabile. La Lega aveva presentato un ordine del giorno che andava in altra direzione. Nel dibattito si è recepito l’emendamento di Alberto Pattini, Salvatore Panetta, Eugenio Oliva aprendo la possibilità di una condivisione ampia. I 31 voti ottenuti lo hanno testimoniato, trasversalmente, dimostrando una reale attenzione al tema. Proprio per questo, risultano ancora più incomprensibili le scelte di chi, nella maggioranza, ha poi aderito alle altre esortazioni del centrodestra. Esortazioni che provocano un cortocircuito rispetto all’indicazione a porre operativamente il tema al commissario di governo».
Il Pd censura gli autonomisti: «Incoerenti»
Il Pd attacca gli Autonomisti che, a propria volta, rivendicano i distinguo in aula. «Stavolta — rileva un documento del gruppo consigliare democratico e socialista — ci troviamo su posizioni diametralmente opposte a quelle portate avanti anche da Patt e Gruppo misto». Con un affondo di sciabola, più che di fioretto: «Il campo valoriale comune del centrosinistra rimane ancora per noi il punto fermo. Ai nostri alleati l’incoerenza del rispetto del progetto politico». Posizione ribadita dal partito provinciale: «Stupisce come alcuni nostri amici in maggioranza abbiano deciso di avallare un documento così sopra le righe e controverso presentato dalle destre, invece di condividere con noi le scelte sul binario del buonsenso e del governo responsabile che caratterizza, da sempre, il modo di amministrare del centrosinistra autonomista». Sul fronte Patt, Roberto Stanchina, pur provando a smorzare i toni, rivendica il voto contestato. «Non c’è alcuna crisi di giunta — sostiene su Facebook l’esponente del Patt, assessore al Turismo — nessuna maggioranza che scricchiola. Trento non è il Bronx, ma in alcune zone della città delinquenza, microcriminalità, degrado hanno superato il limite tollerabile».
Da qui la rivendicazione della scelta di votare con le minoranze. «Abbiamo votato — sottolinea Stanchina — in buona fede e in buona sostanza una cosa che ci sembrava giusto provare per poter dire che mettiamo in campo anche questo e vediamo come va, se riusciamo a migliorare questa situazione ancora gestibile. Con serenità, a viso aperto, senza temere le accuse di aver tradito». Alberto Pattini mette, invece, in evidenza il voto condiviso, che ritiene priorità il dialogo con il Commissario di governo, non le espressioni difformi che hanno irritato il sindaco. «La sola carenza a Trento dell’organico delle forze dell’ordine, statale e municipale — osserva il capogruppo Patt — ci ha indotto a presentare l’emendamento sostitutivo insieme a Gruppo misto e Progetto trentino, approvato dal consiglio comunale con 31 voti su 33 presenti». Ma da sinistra Antonia Romano invita a prendere atto dell’esaurimento della maggioranza. «Poniamo fine — sostiene la capogruppo di L’Altra Trento — a questa insopportabile farsa».
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