Fecondazione eterologa, diagnosi pre-impianto, crioconservazione dei gameti. Il centro per la procreazione medicalmente assistita di Arco amplia i propri ambiti di attività, grazie ad una ristrutturazione e riqualificazione che gli consentirà di garantire mille cicli di Pma all’anno.
Ufficio Stampa Provincia, 11 maggio 2018
Il nuovo Centro, rinnovato negli spazi e nella strumentazione, è stato inaugurato oggi alla presenza del direttore generale di Apss Paolo Bordon, l’Assessore alla salute e politiche sociali Luca Zeni e alle autorità locali.
«Sono particolarmente lieto di inaugurare oggi – ha detto il direttore generale dell’Apss Paolo Bordon in apertura di cerimonia – questo rinnovato servizio in locali adeguati a standard moderni tenendo conto del tipo di utenza e della delicatezza, anche di approccio psicologico, delle tematiche della procreazione medicalmente assistita. Questo servizio nasce a seguito di un accordo stipulato con gli amministratori dell’Alto Garda nel 2016, che prevedeva un forte investimento, di circa un milione e centomila euro, da parte del sistema provinciale, per potenziare il servizio di procreazione medicalmente assistita. Questo è avvenuto in tempi veloci, con risultati buoni, consentendo al team multiprofessionale coordinato dal dottor Arne Luehwink di gestire con un approccio a 360 gradi la procreazione medicalmente assistita, arricchita anche dalla possibilità dell’eterologa. In questo contesto organizzativo e di comfort di accoglienza riteniamo si darà una risposta non solo alle donne trentine ma anche alle molte altre donne che verranno dalle regioni confinanti».
Il Centro provinciale per la procreazione medicalmente assistita è attivo dal 2006 nel presidio ospedaliero di Arco, come centro unico di valenza provinciale. Il suo ampliamento e potenziamento è stato deciso in seguito all’accreditamento del Centro di Arco come Banca dei tessuti da parte del Centro nazionale trapianti nel 2016. Le necessarie modifiche strutturali sono state inserite in un progetto di ampliamento qualitativo e quantitativo con l’introduzione di nuove attività uniche a livello nazionale.
L’assessore provinciale alla salute e politiche sociali Luca Zeni ha espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto: «Siamo qui oggi ad inaugurare le nuove strutture di un centro all’avanguardia nel panorama italiano della procreazione medicalmente assistita, che ha ripreso l’attività a pieno regime a tempo di record. Grazie alla ristrutturazione il Centro potrà confermare i propri livelli di eccellenza incrementando l’attività nel campo della diagnostica pre impianto e avviando l’accesso alla fecondazione eterologa. Gli oltre mille cicli di trattamento all’anno garantiti dal Centro di Arco significano anche liste d’attesa ridotte e una maggiore attrazione di pazienti da fuori provincia».
Alessandro Betta, sindaco di Arco, ha manifestato il compiacimento dell’amministrazione comunale e ha riscontrato che un ulteriore punto dell’accordo sottoscritto con la Provincia autonoma di Trento è stato completato nei tempi previsti e con soddisfazione da parte dei cittadini e operatori.
Il direttore del Centro Arne Luehwink ha voluto ringraziare quanti in questi mesi si sono spesi per realizzare il nuovo Centro. «A luglio partiranno le prime terapie per la diagnosi pre-impianto, – ha detto Luehwink – attraverso cui sarà possibile individuare malattie genetiche trasmissibili come fibrosi cistica, talassemia, distrofia muscolare e tante altre. Il Trentino ad oggi è l’unica realtà italiana che offre la diagnosi pre-impianto come servizio pubblico e dispone di un proprio centro per eseguirla. Le apparecchiature necessarie per queste attività sono state istallate nel laboratorio di Pma e le prime coppie a rischio di trasmettere malattie genetiche gravi ai loro figli hanno già eseguito gli esami preparatori del Dna e sono pronte per le prime terapie».
«Sempre a luglio – ha proseguito il direttore del Centro – comincerà l’attività di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, che consentirà di diventare genitori anche alle coppie in cui uno dei partner non dispone di ovociti o spermatozoi propri attraverso l’utilizzo di gameti donati. Nuovi orizzonti si aprono anche per la crioconservazione dei gameti finalizzata a progetti procreativi. La preservazione della fertilità, cioè la crioconservazione di ovociti e spermatozoi in donne e uomini che rischiano di perdere la propria fertilità a causa di chemioterapie, radioterapie o interventi chirurgici viene già eseguita ad Arco. Le procedure di preservazione della fertilità verranno quindi ampliate con la crioconservazione di tessuto ovarico».
Il Centro di Arco oggi ristrutturato e pienamente funzionante sarà in grado di offrire oltre mille cicli di procedure di Pma alle coppie non fertili. Grande attenzione verrà data in questo senso anche alle attività di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione dell’infertilità, con un focus particolare sul “social freezing”, la crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale.
I lavori per l’ampliamento del Centro sono stati progettati a partire dall’agosto 2016, approvati dalla direzione dell’Apss e dall’assessorato provinciale in dicembre 2016 e pianificati all’inizio del 2017. Le attività cliniche di Pma sono state sospese solo da settembre 2017 al gennaio 2018. Non si sono mai interrotte invece le attività cliniche in ginecologia e l’accettazione delle coppie con problemi di infertilità e le loro indagini diagnostiche. Il centro ha ripreso l’attività nel febbraio 2018.
Neuroradiologia un nuovo servizio interprovinciale
Il servizio di neuroradiologia, basato su di un comune accordo tra le Province di Trento e di Bolzano, è stato istituito con le deliberazioni delle due Giunte provinciali ed è il frutto del lavoro delle équipe tecniche delle rispettive aziende sanitarie. Ai primi di aprile è stato nominato direttore del nuovo Servizio, Benedetto Petralia, un qualificato ed esperto professionista, che entrerà in servizio il 16 maggio. Il Servizio avrà due sedi operative: una all’ospedale di Bolzano e una all’ospedale di Trento.
Il fatto che il servizio sia distribuito fra le due province costituisce per il nuovo direttore di struttura la più grande sfida: “Si tratta ora di riunire due team, due stili di lavoro e anche due diversi approcci, sviluppando un nuovo ed efficace gruppo di professionisti su due sedi, Bolzano e Trento”, ha sottolineato Petralia. Per l’istituzione di un servizio è anche di grande importanza l’entità del bacino d’utenza. “Per realizzare un’expertise e mantenere alte le diverse professionalità coinvolte – ha dichiarato Benedetto Petralia, – è necessario un bacino di utenza di un milione, con circa 200 interventi all’anno, che vanno dai trattamenti endo-vascolari a cervello e midollo spinale fino all’ictus”. Con i suoi risicati 1,1 milioni di abitanti la Regione Trentino-Alto Adige possiede questo importante requisito per la qualità.
Nel corso della conferenza stampa l’Assessora provinciale alla salute,Martha Stocker, ha sottolineato: “Sono particolarmente soddisfatta dell’avvio dell’attività del nuovo Servizio sovraziendale di neuroradiologia presso il Comprensorio sanitario di Bolzano, che con una struttura all’avanguardia amplia ulteriormente l’offerta sanitaria della nostra Azienda. Considero inoltre di particolare importanza la scelta di realizzare un servizio che coinvolge in maniera paritetica le Aziende sanitarie delle Province di Trento e di Bolzano, creando sinergie a tutto vantaggio dei nostri pazienti”.
Luca Zeni, Assessore alla salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento: "Trento e Bolzano mettono a fattor comune professionisti ed esperienze per garantire una risposta adeguata, in termini qualitativi e di sicurezza, ad una patologia dove il fattore tempo gioca spesso un ruolo fondamentale. Attraverso questo accordo le due Aziende sanitarie sperimentano un percorso altamente innovativo di collaborazione con l’istituzione di un servizio sovraziendale di neuroradiologia. Si uniscono i bacini di utenza, con il conseguente aumento del volume di attività, per offrire ai cittadini ottimali livelli di assistenza e accrescere, attraverso una maggiore casistica, la professionalità del personale medico. Tutto ciò a vantaggio della qualità dei servizi erogati".
Thomas Schael, Direttore generale dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige: “Grazie all’ottima collaborazione con il Direttore generale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, Paolo Bordon e con i responsabili dei Servizi di radiologia, neurologia e neurochirurgia a Bolzano e Trento, è stato possibile implementare il progetto così rapidamente. La creazione di un tale Servizio in tutta Italia e oltre i confini aziendali e provinciali è una novità assoluta, che consente di assistere in modo migliore le persone di entrambe le Province”.
Soddisfazione per la partenza del Servizio sovraziendale di neuroradiologia è stata espressa anche dal direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari del Trentino Paolo Bordon: “Il servizio di neuroradiologia è la testimonianza degli ottimi rapporti di collaborazione che le due Provincie autonome e le relative Aziende sanitarie stanno portando avanti. Questo Servizio è il frutto di un‘importante e innovativa collaborazione e alla base del modello organizzativo vi è la definizione del bacino ottimale di popolazione assistita. Partendo da questo presupposto si è organizzato un team dei professionisti che prevede un’unica direzione delle funzioni e delle attività afferenti alle due realtà provinciali. Oltre a ottimizzare a livello territoriale e ospedaliero la rete ictus, l’organizzazione permetterà di accrescere le competenze professionali dei singoli operatori, grazie all’ampia casistica diagnostica e interventistica. Do il mio benvenuto e auguro buon lavoro a Benedetto Petralia – ha proseguito Bordon – uno stimato professionista che sono sicuro farà del nuovo Servizio un importante centro di riferimento che, oltre a garantire in elezione e in urgenza, gli interventi neuroradiologici, lavorerà in sinergia con la Medicina nucleare e il Centro di Protonterapia di Trento per favorire lo sviluppo della neuroradiologia diagnostica con un ampliamento dell’offerta di nuovi trattamenti”.
Benedetto Petralia ha studiato medicina all’Università di Catania, ha concluso la specialistica in neurologia a Modena e quella in radiodiagnostica presso l’Università di Udine. Dal 1993 Petralia lavora presso l’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine dove fin dall’inizio si è dedicato sia all’ambito della diagnostica di base ed avanzata (risonanza magnetica funzionale, perfusione dell’encefalo) che di diagnostica ed interventistica endovascolare del cervello e del midollo. In stretta collaborazione con la locale neurochirurgia e neurologia, Petralia ha instaurato e progressivamente sviluppato la neuroradiologia interventistica ed in ambito dei trattamenti mini-invasivi endovascolari di cervello e midollo spinale ha creato un centro di eccellenza.