Nel 2017, in Trentino, sono state approvate 19 nuove leggi, comprendenti 402 articoli e 1.101 commi. In totale, il corpo normativo provinciale, come già evidenziato da una recente inchiesta del Corriere del Trentino , si compone di 386 testi.S. Pagliuca, "Corriere del Trentino", 9 maggio 2018
Una mole pesantissima che spesso ostacola, anziché agevolare, la vita di cittadini e aziende. Un freno riconosciuto anche dal presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, che ieri, presentando il rendiconto sociale 2017 dell’assemblea legislativa, ha spiegato: «Sappiamo che dovremmo avere meno burocrazia e abbiamo cercato di lavorare in questa direzione, mandando in soffitta 15 leggi superate e istituendo una piattaforma informatica che renderà più semplice questo processo, ma c’è chi ci frena». L’ostacolo maggiore, secondo Dorigatti, è rappresentato dal governo nazionale. «Il decreto legislativo 118 del 10 agosto 2014 dedicato all’armonizzazione dei bilanci — è la denuncia di Dorigatti — crea troppe complicazioni e obbliga giunta e consiglio a una produzione ulteriore di normative. Questo è il classico esempio di uno strumento importante al fine della trasparenza ma che calato nella realtà non funziona poiché produce effetti macchinosi e ridondanti».
Per altro, a oggi, cresce anche il numero dei regolamenti che si attestano a quota 237 rispetto ai 230 del 2016. E sale di una unità anche il numero delle petizioni presentate nel corso dell’anno: il totale è stato di sei raccolte firme. «Dimostrazione di una crescente richiesta di partecipazione diretta dei cittadini» precisa l’ex sindacalista che, giunto agli sgoccioli della sua presidenza, ricorda anche gli sforzi fatti nella riduzione dei costi per il funzionamento dell’organo, passati da 14 a 10 milioni di euro.
Il consiglio, nell’ultima legislatura, ha operato soprattutto come «controllore» della giunta incasellando 1.352 interrogazioni (di cui 248 a risposta immediata), 124 proposte di mozione, 191 ordini del giorno e 64 pareri (espressi dalle cinque commissioni sugli atti della giunta). Il tutto, con un totale di 47 convocazioni, 83 sedute e una durata d’aula complessiva di 229 ore, con la presenza media dei consiglieri alle votazioni pari all’80%.
«Ci sono stati momenti difficili, specie sui diritti civili — ammette il presidente del consiglio — ma li abbiamo sempre superati con il confronto democratico, portando a casa risultati importanti come la legge sulla doppia preferenza di genere o come l’istituzione del garante dei detenuti». E a quanti puntano il dito contro una politica — e un consiglio — frammentato, Dorigatti risponde: «Dal 2008 a oggi il consiglio ha dovuto far fronte agli effetti di una pesante crisi economica mondiale che ha allontanato i cittadini dalle istituzioni, ma non è tutta colpa dei politici. La politica è lo specchio della società: se la società è frantumata lo è anche la politica». Obiettivo per il futuro (con le elezioni provinciali alle porte): recuperare questo legame.
Infine, nota positiva, il risparmio. Con decorrenza dall’1 gennaio 2018 il consiglio provinciale ha acquistato la parte mancante di Palazzo Trentini, generando così un risparmio del canone annuo di affitto di 371.ooo euro.
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