Competente, giovane, non già «compromesso» dalla politica, capace di entrare in contatto con la gente e dotato almeno di una minima conoscenza delle istituzioni. Definite le caratteristiche, entra nel vivo la ricerca da parte del centrosinistra di possibili figure alternative a Ugo Rossi per la candidatura alla presidenza della Provincia in vista delle elezioni del prossimo ottobre.
A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 30 aprile 2018
Un impegno che naturalmente non coinvolge il partito autonomista, il quale anche durante il vertice di venerdì ha ribadito la propria stima nei confronti del presidente uscente. Una fiducia determinata dalle ragioni espresse dallo stesso Rossi nella famosa «letterina» letta durante l’incontro, trasformatasi però secondo molti in un «boomerang» data l’ampia condivisione che ha avuto la proposta di valutare delle alternative.
Nei confronti dell’attuale governatore non vi è un «no» predeterminato da parte di alcuno ma solo il desiderio di reagire positivamente al knockout datato 4 marzo, per cui la via «Rossi-bis» resta in campo. «Un evento straordinario che richiede l’adozione di strumenti straordinari» dicono i rappresentanti degli altri partiti della coalizione, determinati a convincere il Patt che «arroccarsi sarebbe un errore fatale», al pari di inseguire il centrodestra o di non immaginare soluzioni all’avanzata di «una logica demagogica”. La fuga delle Stelle Alpine viene però considerata “un bluff», dato che correre autonomamente pregiudicherebbe sì il risultato dei partiti che resterebbero a comporre la coalizione ma al contempo non assicurerebbe la vittoria ai fuoriusciti. Anzi. A ciò si aggiunga che all’interno del Patt pare si inizi a sentire qualche nuovo scricchiolio: lungo i corridoi della sede di via Torre Verde si vocifera che l’assessore Carlo Daldoss, bloccato a fine 2016 mentre lavorava per costruire una sua lista composta da amministratori locali ed esponenti di civiche, non stia apprezzando la composizione dell’elenco di nomi - soprattutto giovani - messi finora insieme da Rossi e dall’assessore Michele Dallapiccola in vista delle Provinciali.
Nei prossimi giorni ai profili già presenti sui tavoli delle segreterie di partito se ne aggiungeranno degli altri, sempre però con l’orecchio teso verso Roma cercando di capire gli sviluppi nella formazione di un nuovo governo. In particolare si cercherà di scorrere i nomi di amministratori locali, quindi sindaci o presidenti di comunità di valle, che condividano «lo stesso nostro modo di vedere il mondo». Alcune ipotesi sarebbero però già state scartate. Alessandro Andreatta, primo cittadino di Trento, è troppo coinvolto dalle vicende del capoluogo e Francesco Valduga, alla guida dell’esecutivo roveretano, rappresenterebbe un boccone forse troppo amaro da ingoiare per il Partito democratico. Poco quotati poi i nomi di Adalberto Mosaner (sindaco di Riva del Garda) e Alessandro Betta (sindaco di Arco).
Il ridursi delle possibilità costringerebbe quindi a guardare in altre categorie, vale a dire fra i dirigenti dell’area sociale - anche se il momento di difficoltà in cui versa la Cooperazione spegne gli animi - oppure fra i professionisti. Una volta raccolti i possibili candidati si tratterà di scremare e stringere il cerchio per concludere l’iter già la prossima settimana. A questo punto all’orizzonte si staglierebbe anche l’ipotesi primarie, proposte fin dal vertice datato 10 aprile da Marco Boato. Un «paracadute», secondo alcuni, cui affidarsi qualora non vi fosse possibilità di convergere su un nome alternativo a Rossi.
«Non credo sia utile fare commenti in questo momento, mi concentro sulla concretezza delle cose importanti che dobbiamo garantire da qui alla fine della legislatura» dice il governatore, definendo questi ultimi mesi di governo «Il momento della responsabilità» dovendo affrontare, su tutto, un assestamento di bilancio con cui immettere nuova benzina in un sistema che sta ripartendo.