Erano una sessantina ieri allo studentato Nest dei Solteri, volti noti e meno noti della cosiddetta società civile, arrivati anche dalle valli, chiamati a raccolta dai promotori di «Primavera Trentina» per reagire allo shock della sconfitta del 4 marzo per il centrosinistra.
L. Di Domenico, "Trentino", 22 aprile 2018
Hanno discusso per un giorno intero, in cerchio, «senza leader». Accanto agli ispiratori del manifesto, l'ex primario di Psichiatria Renzo De Stefani e il geologo Nicola Dalla Torre, si sono visti docenti universitari come Marco Andreatta, Paola Giacomoni, Mimmo Iannelli, l'avvocato Vanni Ceola, l'ex presidente del Pd Lucia Fronza Crepaz, i giornalisti Piergiorgio Cattani e Fulvio Gardumi, l'ex direttore del Punto d'Incontro Piergiorgio Bortolotti, l'ex capo della Protezione Civile Roberto Bertoldi, i consiglieri comunali di Trento del Pd Elisabetta Bozzarelli e Paolo Serra, altri volti dell'area Pd, l'ex presidente Upt Fabio Pipinato, tanti insegnanti, medici e operatori del mondo della cooperazione allo sviluppo.
Se la sconfitta del centrosinistra a livello nazionale nelle ultime elezioni del 4 marzo aveva stupito ben pochi, sono invece stati i risultati nella Provincia di Trento ad avere del clamoroso: la vittoria del centrodestra, che ha portato a Roma 3 deputati e 3 senatori è stato un evento abbastanza inaspettato per una Provincia ed un Comune, quello di Trento, tradizionalmente di centrosinistra. Dalle elezioni nazionali sono ormai passati quasi due mesi e le provinciali potrebbero riservare altre sorprese, essendo ormai evidente il malcontento di una parte della società trentina, così come l'insofferenza verso un centrosinistra che non riesce più a rappresentare una parte del suo elettorato.Ed è proprio da un gruppo di persone preoccupate dai risultati delle ultime elezioni, da un gruppo di operatori del sociale e del mondo culturale, che arriva la proposta di "Primavera Trentina": un laboratorio di idee e di confronto che possa permettere di analizzare al meglio il pensiero e le criticità segnalate dagli elettori, per generare nuovi schemi ed un nuovo linguaggio, per ripensare l'intera categoria del centrosinistra, perché, come si legge dal manifesto d'intenti del gruppo, "chi non si evolve, rischia di scomparire".
"Primavera Trentina", pur senza conoscere il punto d'arrivo di questo gruppo, ha iniziato ieri il suo percorso, con un incontro di confronto e di dialogo durato un'intera giornata, rivolto a tutti coloro che "si riconoscono in valori di solidarietà e inclusione, di giustizia e di rispetto, di attenzione al bene comune e ai beni comuni". «Qui non ci sono capofila o leader, siamo un gruppo paritario che non sa ancora la direzione che prenderà», avverte De Stefani, «non siamo qui per discutere di chi diventerà il prossimo presidente della Provincia oppure delle varie coalizioni, vogliamo ascoltare le idee di tutti i presenti in una logica di "cerchio", di parità. E' importante che tutti si sentano liberi di esprimere quello che vogliono in termini di proposte costruttive e concrete per il Trentino».Fin dalla mattina si sono ritrovati per provare a dare un nuovo impulso ad un centrosinistra trentino mai così in difficoltà. Medici, insegnanti, giornalisti, impiegati, pensionati ed ex consiglieri comunali si sono confrontati su un vasto insieme di argomenti per più di 8 ore, rigorosamente in cerchio, aiutati da Roberto Cuni, dell'associazione La Panchina, in veste di facilitatore: attenzione agli ultimi e scuola due tra i temi ricorrenti. Non c'erano, però, solo sostenitori del centrosinistra, come ha sottolineato Nicola Dalla Torre, geologo ambientale per l'Asia di Lavis e firmatario del manifesto di intenti: «Sono presenti anche persone che guardano al Movimento 5 stelle».
Tanti gli spunti emersi, a partire dalla necessità di coinvolgere maggiormente i giovani (anche ieri grandi assenti) nell'attività politica, fino al desiderio di maggiore autonomia dei territori e riduzione delle competenze della Provincia, passando per un tema più attuale che mai: la perdita degli ideali "di sinistra" da parte di quei partiti che dovrebbero invece abbracciarli. Particolarmente interessante è stata anche l'analogia fatta tra l'aria che si respira in questo periodo di "confusione" politica con quella dell'epoca, altrettanto complessa, in cui nacque "L'Ulivo". A fine giornata la soddisfazione per la partecipazione e lo scambio di idee è tanta. «Siamo arrivati alla conclusione di portare questo metodo anche in altre zone della regione - spiega Federica Detassis della Fondazione Fontana - per raccogliere idee e necessità della popolazione tramite la partecipazione attiva. L'idea è quella di mettere i risultati a disposizione della politica, con modalità ancora da definire».