Il Comune ha messo a punto una «schedatura» degli accattoni in città. Si è scoperto che alcuni quartieri di Trento ne sono praticamente privi ma che la loro presenza aumenta in maniera notevolissima in concomitanza di fiere e mercati. Per tre quarti sono cittadini dell'Est Europa, il resto africani. Franzoia: «Sono anni che lavoriamo su questo fenomeno e chi dice che lo stiamo facendo per inseguire le destre, mente sapendo di farlo».
G. Tessari, "Trentino", 19 aprile 2018
Sono una quindicina, cui va aggiunta un' altra decina di persone che hanno nome e cognome, una storia disperata alle spalle e, spesso, anche dei problemi psichiatrici: «Vedremo se con la modifica del regolamento di polizia urbana riusciremo a dare risposte ad un fenomeno che non è facile da arginare. Ma la nostra raccomandazione ai cittadini è quella di non fare l'elemosina» nota l'assessore alle attività sociali del Comune, Mariachiara Franzoia.
È di ieri la notizia che il sindaco Alessandro Andreatta ha deciso di dare un giro di vite ad un fenomeno ben visibile, sopratutto in centro città: quello della presenza di un gruppo di questuanti di professione che si è diviso una quindicina di negozi e di edifici pubblici, stazionandovi ogni giorno di fronte. Palazzo Thun, modificando il regolamento di polizia municipale, vuole estendere il divieto di accattonaggio (anche se non fatto in maniera molesta) praticamente ovunque.
Ma cosa dice la rilevazione del fenomeno eseguito nel novembre scorso in città dalla polizia urbana? Il lavoro di mappatura mostra una presenza quotidiana media di 10 - 15 persone che chiedono l'elemosina. I luoghi più interessati dal fenomeno sono il centro storico e alcuni supermercati e centri commerciali, in particolare l'IperPoli a Trento nord, in via Pranzelores, ai Solteri. Ancora: i supermercati Poli in via Soprasasso e in Largo Medaglie d'Oro, di fronte all'ospedale Santa Chiara.La rilevazione nel dettaglio mostra che in alcuni quartieri la presenza del fenomeno accattonaggio è invece pari a zero: Si tratta dei quartieri di Cristo Re, Mattarello, Povo, Villazzano. Per quanto riguarda le caratteristiche delle persone che chiedono l'elemosina si può dire che sono prevalentemente maschi (solo due ledonne dell'Europa dell'Est): mentre la provenienza geografica registra un 60% di persone provenienti dall'Est Europa e il restante 40% dall'Africa.
Prevalentemente l'età delle persone che si dedicano all'elemosina si colloca nella fascia 26 - 50 anni. Ma ci sono anche una persona sopra i 50, proveniente dall'Est Europa, e tre ragazzi sotto i 25, anch'essi provenienti dall'Europa dell'Est, la cui presenza è stata rilevata nella zona della Bolghera: «Con fiere e mercati i numeri crescono molto, c'è tanta gente che si muove al traino delle bancarelle. Sono anni che lavoriamo su questo fenomeno e chi dice che lo stiamo facendo per inseguire le destre, mente sapendo di farlo» osserva l'assessora del Pd.
Continua Franzoia: «Serve un salto culturale da parte della gente. Queste persone che vivono di elemosina sono, anche se pare brutto, dei professionisti della questua, non vogliono e non si fanno aiutare. Si accampano nei pressi dell'ex Sloi. Con il divieto forse si otterrà di spostarli da dove sono sempre. Ma serve la collaborazione di tutti per un cambio di mentalità».