«Un piano sociale "dinamico" e flessibile che disegna il futuro delle risposte che la Comunità di valle potrà dare in modo puntuale ed in un contesto di rete all'evoluzione dei bisogni che emergono dalla nostra gente». Così ieri l'assessore valligiano alle politiche sociali, Carmen Noldin, ha presentato alla stampa il Piano sociale della Comunità val di Non per il triennio 2018 - 2020, un fascicolo di 45 pagine denso di dati, tabelle e linee d'intervento.
"Trentino", 12 aprile 2018
Il piano è arrivato al termine di un processo durato un intero anno ed ha coinvolto 170 soggetti rappresentativi in 50 incontri con più di 600 presenze. «Un metodo di pianificazione partecipata come prevede la normativa, ma che noi abbiamo implementato coinvolgendo tutte le realtà che a vario titolo agiscono sul territorio, toccando le area tematiche che incidono sulla dimensione sociale e responsabilizzando le comunità valligiane grandi e piccole» - ha aggiunto l'assessore. Punto di partenza del Piano è l'analisi del territorio noneso frutto di una capillare operazione ascolto, aprendo il Tavolo territoriale per la politiche sociali ai vari "mondi": commercio, economia, volontariato, scuole, oratori... che formano a vario titolo il cosiddetto "tessuto sociale".
«Molti si sono stupiti per la scelta di un metodo così partecipativo, ma visto il risultato ne valeva la pena» - la sottolineatura della dottoressa Francesca Balboni illustrando il documento, che è stato approvato all'unanimità dal consiglio della Cdv ed è dunque operativo. I temi di intervento sono raccolti in quattro aree: l'abitare, il lavoro, l'educazione e il "prendersi cura" in un contesto di sinergia pubblica privata. A queste quattro aree, già definite dalla direttiva provinciale, ne è stata aggiunta una quinta, il "fare comunità" come cappello metodologico che dovrà indirizzare il "come" mettere in atto le azioni del Piano coinvolgendo le stesse comunità locali e i cittadini in un contesto di rete sociale. «Una dimensione che è sempre più fondamentale in un'epoca di risorse che vanno sempre più assottigliandosi a fronte di problemi e bisogni che invece aumentano».
Per quanto riguarda l'abitare, in valle di Non ci sono 215 posti convenzionati spalmati sulle tre Rsa di Cles, Taio e Fondo, più 40 posti con accesso privato per autosufficienti. A questi si aggiungono un alloggio semiprotetto e uno solidale, entrambi a Cles con le novità cohousing a Tassullo e Cles. Le priorità del piano per l'abitare riguardano la costituzione di un tavolo integrato pubblico-privato per raccogliere bisogni e le opportunità esistenti; favorire l'apertura di alloggi innovativi, flessibili e multi target e la costituzione in valle di una struttura spazio madre-bambino. Un aspetto stretto del sociale è il lavoro e per questo il Piano si prefigge di attivare una rete territoriale per l'avvio del Des (Distretto di economia solidale) coinvolgendo vari soggetti; l'aumento delle opportunità di fare esperienze di formazione e lavoro e la rivisitazione dell'attuale Comitato lavoro previsto dall'accordo in essere con l'Agenzia del lavoro. Per l'educare, l'obiettivo è creare una rete stabile tra le varie agenzie educative (scuole, servizi sociali, terzo settore) come strumento o per una maggiore informazione e comunicazione mettendo in campo azioni che coinvolgano più generazioni e più target di persone. Fondamentale è il "prendersi cura", azione per la quale si cercano nuove modalità organizzative per facilitare l'accesso ai percorsi di assistenza. A questo scopo può servire il portale delle associazioni che va consolidato per metterle in rete facilitando gli scambi e le informazioni e quindi favorire la mobilità per l'accesso ai servizi dei soggetti più deboli o privi di mezzi propri.