Il momento è arrivato: dopo giorni di audizioni, incontri e (numerosi) tormenti, il Pd si prepara alla scelta del nuovo segretario che sostituirà Italo Gilmozzi. E che, martedì, dovrà sedersi al tavolo con gli alleati del centrosinistra autonomista per discutere del futuro della coalizione di governo in vista delle elezioni provinciali di ottobre.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 6 aprile 2018
Questa sera, dunque, il Pd trentino dovrà provare a lasciarsi alle spalle divisioni e veti incrociati. E scegliere in assemblea il nome del nuovo segretario. Con Giuliano Muzio che — salvo sorprese — dovrebbe prendere la guida dei dem.
Non un passaggio scontato, quello di oggi. Né indolore. Tanto che anche i confronti di queste settimane hanno mostrato tutte le crepe di un partito segnato da diverse «scuole di pensiero». Due, di fatto, le ipotesi rimaste negli ultimi giorni sul tavolo dei vertici dem (ultimo in ordine di tempo, il coordinamento provinciale, riunitosi ieri nel tardo pomeriggio per preparare l’assemblea di questa sera). Da una parte la definizione di una segreteria «plurale», con Muzio alla guida e una squadra «scelta» alle sue spalle in grado di coprire vari compiti e di rappresentare tutte le correnti interne al partito. Dall’altra la nomina di Giorgio Tonini, collegata a un’eventuale deroga (lo statuto del partito infatti prevede che il segretario venga individuato all’interno dell’assemblea).
Poche le condivisioni mostrate nei giorni scorsi. Con la candidatura di Muzio messa in discussione per la sua vicinanza ad Alessandro Olivi e per la sua «debolezza» (la squadra, secondo qualcuno, sarebbe un modo per «cinturare» il segretario). E l’indicazione di Tonini, sostenuta dai renziani, criticata per la necessità di modificare le regole interne (anche se, ha fatto notare qualcuno, a livello nazionale non esiste la «restrizione» relativa all’appartenenza all’assemblea) oltre che per l’opportunità, in un momento come questo, di portare facce nuove alla guida del partito.
Dubbi che ieri sera sono stati soppesati dal coordinamento provinciale, in una riunione fiume durata qualche ora. A illustrare le due proposte è stata la presidente dem Donata Borgonovo Re, con un intervento di introduzione al quale è seguito poi un ampio dibattito. Che, alla fine, ha premiato la visione «plurale», vale a dire la segreteria del giovane Muzio.
Questa dunque la proposta che oggi approderà in assemblea (ma non si escludono sorprese). Con un occhio ai numeri. Secondo lo statuto, infatti, la scelta del segretario dovrà essere a maggioranza assoluta. Anche se in un momento così delicato si punta a una condivisione quanto più larga possibile: una votazione con percentuali basse (o con una divisione tra opzioni) affiderebbe infatti al nuovo segretario un mandato debole.
È a questo dunque che si sta lavorando in casa dem. Lasciando alle spalle soluzioni alternative che negli ultimi giorni sono state vagliate e accantonate. Come quella — quasi da fantapolitica — di chiedere a Italo Gilmozzi di fare un passo indietro dalle sue dimissioni «irrevocabili» per traghettare il partito fino alle elezioni provinciali. O come quella del congresso. C’è inoltre chi nei giorni scorsi ha passato in rassegna tutti i nomi dell’assemblea, per valutarne disponibilità e possibile appeal, tenendo presente che qualcuno, già finito nella rosa dei papabili, ha rifiutato la proposta.
Nel frattempo, gli alleati guardano con attenzione alle mosse del Pd. Lunedì, poi, toccherà all’Upt riunire il parlamentino.