Sull'arcobaleno, simbolo dei diritti gay, impazza la bufera. Il no della Provincia a concedere il patrocinio della sfilata del Dolomiti Pride divide la giunta. In particolare sono gli assessori del Pd a fare sapere di essere in disaccordo con la decisione del presidente Ugo Rossi.
G. Tessari, "Trentino", 31 marzo 2018
Dura la reazione di Sara Ferrari che, tramite la sua delega alle pari opportunità, darà anche un contributo economico alla manifestazione in programma in città il 9 giugno: «La scelta del presidente è sbagliata. Significa dire che il Trentino è un territorio bigotto, chiuso alla modernità, spaventato e richiuso su se stesso. Sono invece convinta - fa sapere Ferrari - che la società trentina sia culturalmente avanzata, vivace, aperta al confronto. Capace di muoversi in un mondo globalizzato per essere all'avanguardia e competitiva. La nostra autonomia ha bisogno di guardare avanti, non di passi indietro verso il pensiero chiuso del passato». Ma prima di vedere le altre reazioni in Provincia occorre dire che ieri Rossi ha ribadito che il «no dell'ente che presiede è riferito alla sola sfilata del Pride, una parte della manifestazione. Mentre siamo disponibili a ragionare su altri eventi della riunione di giugno». Nel frattempo anche la Regione, presieduta da Arno Kompatscher, avrebbe espresso il proprio nein al patrocinio della sfilata del 9 giugno.
Gli organizzatori plaudono invece alla decisione del Comune di Trento che avrebbe accordato, per mano dell'assessore Andrea Robol (Pd) il patrocinio alla sfilata motivandola - assicurano gli organizzatori - con valore culturale e di promozione delle pari opportunità. L'assessora Ferrari ha ancora qualche cosa da dire sulla questione: «Rispettare i diritti civili non è una perdita di tempo, ma costruisce una comunità forte perché riconosce e rispetta l'uguaglianza nelle differenze e lavora per il benessere di tutti. In giunta di questa cosa del patrocinio non abbiamo parlato. Il presidente Rossi era al corrente sia dei finanziamenti delle pari opportunità, sia della mia personale posizione».
Anche il vicepresidente della giunta Alessandro Olivi interviene sulla questione. Lo fa distillando le parole: «L'uguaglianza dei diritti individuali e dei diritti di relazione è un fondamento costitutivo di una comunità civile, aperta e plurale. Il centrosinistra per questi valori deve sapersi battere senza esitazioni ed incertezze».
Basta? No, dopo assessore di merito e vicepresidente, ci pensa il capogruppo del Pd Alessio Manica a sottolineare la contrarietà del proprio partito rispetto alla presa di distanza del governatore Rossi: « Visto il percorso fatto in questa legislatura sui diritti civili non concedere il patrocinio è un errore, e rubricare tale evento a manifestazione folkloristica mi pare banale e poco rispettoso nei confronti di una parte della nostra comunità» osserva. E ancora: «Il Trentino è da molti anni una terra attenta al rafforzamento e alla tutela dei diritti sociali e civili di tutti e tutte. Abdicare ora a questa nostra vocazione per inseguire altre forze politiche sul loro terreno o per strizzare l'occhio a qualcuno è autolesionistico. Il centrosinistra deve continuare a mettere al centro della propria azione le pari opportunità di tutti/e e la piena realizzazione di ogni individuo, nonché la costruzione di una comunità aperta e dialogante in cui ognuno si senta a casa». Manica conclude chiedendo a Rossi un supplemento di riflessione e la concessione del patrocinio