Un anno e mezzo di lavoro, 25 sedute, 17 incontri territoriali, 556 persone intervenute. Attività notevole, ma poca partecipazione pubblica. Lo ammette nella relazione conclusiva la stessa Consulta per lo Statuto che lunedì sera ha approvato con voto unanime la relazione finale.
R. Colletti, "Trentino", 29 marzo 2018
Il documento, che contiene le proposte per la revisione della "carta" dell'autonomia, ora sarà consegnato ai presidenti della Provincia, Ugo Rossi, e del consiglio provinciale, Bruno Dorigatti i quali concorderanno una data per illustrarla all'assemblea. La proceduta di revisione prevede che i documenti approvati dai due rispettivi consigli provinciali approdino al consiglio regionale che dovrebbe, infine, licenziare un documento con cui presentarsi al governo. Oggi, tuttavia, un testo comune appare improbabile: lontane le sensibilità, diversi gli obiettivi.
Sino ad oggi Consulta di Trento e Convenzione di Bolzano si sono ignorate, seguendo percorsi rigorosamente separati. Presidente Dorigatti, ora che accadrà? Anzitutto ringrazio i 25 componenti della Consulta per la loro capacità di dialogo e confronto. In questi tempi complicati di risse e fratture il loro messaggio è importante: le istituzioni e la politica, se s'impegnano, riescono a delineare orientamenti ed obiettivi comuni. La conclusione unanime, pur con qualche distinguo, non era affatto scontata. Abbiamo evitato le rotture registrate in Alto Adige ed è un bene per i prossimi passi che ci attendono. Ed ora rispondo alla domanda: nelle prossime settimane -lo concorderò assieme al presidente Rossi- il lavoro della Consulta sarà illustrato ai consiglieri provinciali. Non seguirà alcuna votazione, sarà una presa d'atto, così com'è già accaduto a Bolzano.
Un modo per congelare un anno e mezzo di lavoro...Nient'affatto. Al contrario, per valorizzarlo. Guardiamo i fatti. Nel documento della Convenzione altoatesina -non così nelle quattro relazioni dissenzienti- emergono due orientamenti forti: la riduzione ai minimi termini della Regione e, sotterraneo ma persistente, il richiamo all'autodeterminazione. Il documento della Consulta, invece, non solo esclude qualsiasi inserimento nello Statuto del principio di autodeterminazione, ma immagina una Regione, magari più leggera, ma indispensabile elemento di un assetto tripolare, nonché risorsa per la regolazione di materie sovra provinciali e di collaborazioni interprovinciali. Messi ai voti in questi termini, i due documenti risulterebbero inconciliabili ed insostenibile l'eventuale confronto con il governo. Sarebbe un grave danno per l'autonomia. Non è questo che vogliamo.
Sensibilità ed orientamenti sono distanti. Che fare? Esercitare la politica. Evitare, oggi, il voto consentirà a Trento e Bolzano di confrontarsi, di smussare gli spigoli e di trovare terreni d'intesa. E' molto probabile, anzi inevitabile -considerato l'appuntamento con le elezioni provinciali- che sia la prossima legislatura a chiudere la partita, ma non c'è ragione di buttare via i mesi che ci separano dal voto d'ottobre. Dobbiamo fare ciò che sino ad oggi Trento e Bolzano hanno evitato di fare: parlarsi, valutare i terreni su cui costruire una visione comune per il rafforzamento dell'autonomia. Gli spazi di mediazione ci sono: se la Convenzione vagheggia l'autodeterminazione, c'è anche il presidente Kompatscher che afferma come i sudtirolesi l'abbiano di fatto esercitata realizzando lo Statuto del 1972: un'affermazione la cui importanza in Trentino non è ancora apprezzata quanto merita. L'urgenza della revisione statutaria, inoltre, non è finita con l'affossamento della riforma Renzi-Boschi. In Lombardia, Veneto, Emilia e Toscana stanno prendendo corpo le nuove Regioni previste dalla riforma del 2001 e quando si realizzeranno sarà decisivo capire in cosa si distinguerà da quelle l'autonomia speciale del Trentino Alto Adige/Südtirol. L'omologazione, anche se solo percepita, è un pericolo.
Autonomia dunque, tema della prossima campagna elettorale. Così capiremo cosa pensano le forze politiche che hanno vinto le elezioni del 4 marzo, soprattutto quelle che formeranno, vedremo chi e come, il prossimo governo. Mi riferisco a Lega e Movimento 5 Stelle. Come si comporteranno, per fare un esempio specifico ma d'attualità, per il rinnovo della concessione dell'Autobrennero? Capiremo anche chi sono i "veri autononisti" che oggi spuntano come le primule in primavera. In ogni caso il confronto sarà utile per creare una diffusa e maggiore consapevolezza dell'autonomia, dei suoi meriti, dei rischi, della necessità di maggior partecipazione. E' il modo giusto per proseguire il lavoro della Consulta.