La strada verso il nuovo "partito riformista" è, al momento, ingombra di macerie. Pd ed Upt sembrano condividere la stessa voglia di azzerare per ripartire, all'insegna del nuovo. Una scelta giusta o la necessità di accontentare quella parte dell'elettorato che invoca il rinnovamento a tutti i costi? Patrizia Caproni, giovane lo è e nel Pd è assessora alla cultura del Comune di Mori.G. Tessari, "Trentino", 18 marzo 2018
Il suo nome è circolato come possibile traghettatrice dei prossimi mesi, dopo le dimissioni di Gilmozzi. «Nel Pd abbiamo fatto un'analisi di quanto è avvenuto ed è stata condivisa da tutti. Quello che temo, però, e che ci si accodi all'ondata del momento: che si torni a parlare di rottamazione, anche se il termine edulcorato è rinnovamento. Lo dico io che sono entrata in politica su questa ondata ma il processo in atto mi fa paura: si è perso il concetto di competenza. Sembra che una persona che ha fatto politica per anni debba essere identificata con poltrona, vitalizio, magari anche ladra. Bisognerebbe tornare a dare il giusto significato alla politica, che non è una brutta parola. Negli ultimi anni viene invece collegata a qualche cosa di negativo. Ecco perché non mi piace il concetto di rinnovamento fatto tanto per fare. La sostituzione di quello che c'era prima con qualche cosa di nuovo. Sarebbe una mera operazione di marketing. La mia ricetta? Intrecciare chi sa fare buona politica con energie nuove» conclude Caproni.L'Upt è un cantiere che sembra voler ripartire, a sua volta, dalle fondamenta.
Ecco Nicola Cattoi, membro del forum giovane dell'Unione per il Trentino: «E' vero che non bisogna essere troppo affrettati nel voler cambiare. La batosta che ha incassato il centrosinistra a livello nazionale sembra suggerire queste soluzioni radicali. Cambiare facce può essere una soluzione. Non lo neghiamo: quando eravamo in campagna elettorale, in più occasioni, la gente ci ha fatto notare, qualche volta in tono polemico, di vedere sempre le stesse facce. In realtà non era nemmeno del tutto vero, c'erano i big, quelli esperti, su cui si punta, ma un certo ricambio lo si è cominciato a fare. Parliamoci chiaro: non è che se avessimo messo due giovani al posto di Mellarini o Dellai avremmo contrastato questa ondata di centrodestra. Detto questo - nota Cattoi - non sarebbe male dare ora fiducia a qualche giovane. Ma senza mandarli allo sbaraglio, con il rischio di bruciarli. A questo proposito ho apprezzato le parole di Mauro Gilmozzi che si è detto disponibile, anche senza un ruolo ufficiale, a dare il proprio contributo per assicurare il ricambio, assistendo e consigliando i giovani che glielo chiederanno. Ritengo sia questa la strada da seguire».
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