l voto è stato uno choc, ma il Pd si attrezza per ripartire. La riunione del direttivo del Circolo di Rovereto, convocata lunedì sera dal segretario Carlo Fait, è stata principalmente dedicata proprio all'analisi del voto del 4 marzo.Come ha osservato il consigliere provinciale Alessio Manica, che è intervenuto al direttivo, neppure gli addetti ai lavori (politici, giornalisti, opinionisti, analisti) hanno saputo prevedere il risultato trentino, che ha premiato la destra e il M5S."Trentino", 15 marzo 2018
A livello nazionale un risultato negativo per il Pd era invece dato per scontato.In accordo con Manica, tutti i componenti del direttivo che hanno portato un contributo al confronto, hanno riconosciuto che le urne hanno sancito la fine dell'anomalia trentina. In particolare, il risultato della Valsugana dove il candidato era Lorenzo Dellai, da oltre 20 anni più autorevole rappresentante del centro sinistra trentino, ha sancito davvero la fine di un'epoca. Pesante anche il bilancio delle forze alleate al Pd nella coalizione: i segretari dell'Upt, Mellarini, e del Patt, Panizza, sono stati bocciati dall'elettorato.È venuto meno lo sguardo del cittadini trentini verso il mondo alto atesino. L'elettore trentino si è rivelato "veneto", mostrando una scarsa sensibilità autonomistica.
Il voto del 4 marzo rischia di essere l'anticamera delle elezioni provinciali autunnali. Per non subire un nuovo tonfo - è la conclusione del Pd roveretano - e tornare ad essere competitivi il Pd, principale forza del centro sinistra autonomista, deve avviare una coraggiosa operazione di apertura sui territori e rilanciare i Circoli, che in alcune realtà sono inattivi. Andrà poi colta la forte domanda di rinnovamento che emerge dal voto. Infine, bisognerà lavorare per ricostruire la coalizione, cercando di allargarla. Coi voti di oggi, in autunno vincerebbe la Lega.
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Partito Democratico del Trentino