L'assessore Luca Zeni difende la linea della Provincia dalle critiche di Ricciardi (Iss). "Abbiamo sempre sostenuto la linea dell'obbligatorietà" sottolinea Zeni, che definisce la decisione di allineare l'avvio degli iter di esclusione a maggio "una questione giuridica, ma anche di equità". "Corriere del Trentino", 14 marzo 2018
«Sui vaccini la Provincia ha sempre avuto una linea inamovibile: abbiamo cercato di spiegare l’efficacia vaccinale con incontri sul territorio e abbiamo sempre sostenuto l’obbligatorietà». Luca Zeni non risponde direttamente alle critiche del presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi sulla decisione di Piazza Dante di rinviare a maggio l’esclusione da scuola dei bambini non vaccinati. Ma, tratteggiando la posizione dell’amministrazione, di fatto l’assessore alla sanità una risposta la dà. A difesa della scelta trentina.
«Fin dall’inizio — ricorda Zeni — la Provincia si è espressa a favore dell’obbligo per senso di responsabilità. Un atteggiamento irresponsabile da parte delle amministrazioni sarebbe stato lo scaricabarile, perché avrebbe ingenerato il dubbio sulla correttezza del provvedimento. Noi, in questo senso, abbiamo sempre mantenuto una posizione ferma». Avviando, prosegue l’assessore, «le procedure facilitanti per i genitori»: «Anche grazie all’aiuto della tecnologia — spiega — siamo riusciti a offrire ai genitori un quadro dettagliato rispetto alle vaccinazioni dei figli». Di qui la prima verifica, con la «divisione» tra bambini conformi (ossia vaccinati o con la vaccinazione già prenotata) e non conformi. E l’avvio della seconda fase, con la programmazione degli appuntamenti di vaccinazione o dei colloqui per i genitori che hanno dichiarato di non voler vaccinare i figli. «I colloqui andranno avanti fino a maggio» conferma l’assessore. Che si concentra quindi sul «nodo dolente»: «Va detto che la legge, in questo punto, è scritta male e si espone, almeno in questa fase transitoria, a interpretazioni e ricorsi: in sostanza, si fissa il 10 marzo come termine per verificare la documentazione». A complicare il quadro, però, ci si è messa una circolare ministeriale «secondo la quale — sottolinea Zeni — chi prima del termine del 10 marzo ha fatto il colloquio ma non si è vaccinato va sottoposto all’iter di esclusione. Mentre chi farà il colloquio dopo potrà finire l’anno». Una interpretazione «forzata», osserva l’assessore. Che torna sui numeri trentini: in sostanza, al 10 marzo gli inadempienti in provincia sono 164. «Questo dato — fissa il percorso l’assessore — è stato comunicato al Servizio istruzione, che ha dato applicazione alla legge, avviando dunque il procedimento di esclusione dalla scuola. Allineandolo però per tutti». Vale a dire, l’iter scatterà a maggio, quando la Provincia concluderà tutti i colloqui. «Si tratta — ci tiene a chiarire Zeni — di una questione giuridica, ma anche di equità».
Insomma, la Provincia si dice tranquilla. Con una certezza in più: «Dal prossimo anno chi non è vaccinato non entrerà in classe».
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