L’obiettivo è la crescita. L’orizzonte l’Europa. E quanto al passato: non è questione di mea culpa, ma di sfide. Elisa Filippi, 35 anni, renziana doc, è candidata alla Camera dei deputati per il Pd nella lista proporzionale regionale, da capolista. Dietro di lei: gli altoatesini Mauro De Pascalis e Aneta Ngucaj e il trentino Paolo Serra. Per il Senato, l’unico nome è quello di Silvano Baratta.
S. Pagliuca, "Corriere del Trentino", 23 febbraio 2018
«È una lista che rappresenta le diverse sensibilità delle nostre province e dell’intero Partito democratico perché il nostro è il luogo della discussione e dell’incontro» commenta Filippi. E pazienza se queste «discussioni» hanno portato i dem a duri scivoloni nei sondaggi. «Non abbiamo nulla da rimproverarci — spiega la candidata —, chi è al governo è sempre penalizzato e poi, i sondaggi cambiano di giorno in giorno. Il punto è capire qual è la sfida per il futuro». E il futuro, per lei, vuol dire una cosa sola: essere protagonisti in Europa, con una forza credibile e competente.
Non cita esplicitamente il Movimento 5 Stelle ma il pensiero corre dritto a loro quando precisa: «Sarà impegnativo, ma siamo persone serie, responsabili e con esperienza. Non ci affidiamo a vuote promesse ma a proposte concrete e realizzabili». Così, entra nel merito del programma che, assicura, qualora dovesse essere eletta, porterà avanti con massima attenzione per il suo Trentino. «Al primo punto — chiarisce — ci sono crescita e occupazione da stimolare con l’attivazione del salario minimo garantito e favorendo la stabilizzazione di quanti, fino a oggi, hanno lavorato da precari». Per farlo, propone di portare la contribuzione per chi assume a tempo indeterminato dal 32 al 29% e di introdurre una «buona uscita compensatoria» per i contratti che non verranno rinnovati. Ancora: i giovani. Il focus in questo caso guarda alle partite Iva. «Estenderemo anche alle partite Iva che hanno un reddito lordo inferiore ai 26.000 euro, il bonus degli 80 euro. In più — chiarisce Filippi — daremo una detrazione fiscale da 150 euro a mese per pagare il costo dell’affitto ai lavoratori autonomi under 30 con reddito inferiore ai 30 mila euro».
E tra i temi caldi non può mancare l’immigrazione. Il modello da seguire, secondo l’esponente dem, è quello dell’accoglienza diffusa. «Ma prima di tutto — rimarca — bisogna agire in Europa per superare l’accordo di Dublino e far sì che gli Stati si prendano carico delle loro quote di migranti». Nessun appello, però, viere rivolto esplicitamente a quei Comuni e a quelle valli del Trentino e dell’Alto Adige che sul tema immigrazione hanno fatto fin qui orecchie da mercanti. Con buona pace dell’accoglienza diffusa.