A livello nazionale il dibattito è già acceso. E agita soprattutto il centrosinistra: in una corsa alle Politiche ormai giunta allo sprint finale, le attenzioni, in queste ore, sono concentrate sul premier Paolo Gentiloni. Per più di una ragione. M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 20 febbraio 2018
Gli ultimi sondaggi, infatti, danno il presidente del consiglio come candidato alla carica di premier più gradito dagli italiani e «sul podio» anche nel caso di una leadership in un eventuale governo di larghe intese. Non solo: domenica, a Bologna, il padre dell’Ulivo Paolo Prodi ha investito Gentiloni del ruolo di candidato premier del centrosinistra.Un’ipotesi, quella del Gentiloni bis, che fa discutere anche in Trentino. Con posizioni che, inevitabilmente, sono agli antipodi a seconda degli schieramenti politici.
«Personalmente — osserva Michele Nicoletti, candidato nel collegio alla Camera di Rovereto — sono contento dell’apprezzamento dimostrato in questi giorni nei confronti di Paolo Gentiloni». Il motivo è chiaro: «Gentiloni è un presidente del consiglio del Pd. Ed è molto significativo che lui e i ministri del suo governo godano di una fiducia così alta da parte dei cittadini». Con un passaggio in più: «Gentiloni sta facendo molto bene anche fuori dai confini nazionali». Caratteristiche che fanno del premier una figura «rassicurante» agli occhi degli italiani, prosegue il presidente dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Che mette in chiaro: «L’Italia ha bisogno di continuità e di stabilità di governo». E sulla possibile «rivalità» con Matteo Renzi minimizza: «Non vedo discontinuità. Certo, si tratta di due personalità diverse, ma questo è un aspetto positivo: Gentiloni viene giudicato una personalità rassicurante, ma molti sostengono che senza l’azione e l’energia di Renzi non avremmo raggiunto determinati risultati». Un ragionamento che porta Nicoletti a rivolgersi al suo partito e alla sua coalizione: «Se riuscissimo a recuperare una dimensione collegiale sarebbe un vantaggio». E dopo il 4 marzo? «A meno che non ci sia un verdetto chiaro, come spero, la palla passerà al presidente della Repubblica, che indicherà le personalità più adatte a gestire la situazione. Gentiloni è un grande capitale: sarebbe un peccato se venisse dilapidato».
Dello stesso avviso Lorenzo Dellai. «Ho sempre espresso grande stima — spiega il candidato nel collegio alla Camera di Pergine — per Gentiloni: è persona di grande equilibrio, affidabilità e credibilità. Un punto di riferimento importante. E quindi è comprensibile che ci sia un largo consenso sulla sua persona». L’idea di un Gentiloni bis, quindi, per Dellai sarebbe auspicabile: «È la garanzia migliore che abbiamo per continuare la strategia di ripresa avviata e per favorire il risanamento del Paese». Sulla prospettiva di larghe intese, l’esponente di Civica Popolare è deciso: «Ogni coalizione ha il dovere di presentarsi agli elettori, che si esprimeranno. La nostra Costituzione, quindi, dice che il governo deve avere la fiducia: considerato che sarebbe da irresponsabili andare avanti senza governo o andare a nuove elezioni, le forze politiche dovranno risolvere la questione governabilità. Le forze più responsabili lo sanno, quelle più irresponsabili non lo capiscono».
Non la pensa così Riccardo Fraccaro. «Dobbiamo scongiurare — avverte il candidato 5 Stelle alla Camera a Pergine — un governo di larghe intese e Gentiloni rappresenta proprio questo: centrodestra, centrosinistra e i vari partitini che si mettono insieme per un governo trasversale e per realizzare un programma non votato da nessuno». Sarebbe, osserva Fraccaro, «l’ipotesi peggiore»: «La legge elettorale è stata scritta appositamente per dar vita a un governo di larghe intese, che porti avanti una democrazia sospesa, che mortifica la politica e i cittadini». Il gradimento di Gentiloni, secondo il pentastellato, è legato al «bisogno di maggior serenità dei cittadini». «Ma noi — rilancia — miriamo alla qualità della vita. Spero che i cittadini non si facciano abbindolare da una visione distorta della qualità della vita. Gentiloni è meno arrogante di Renzi, ma non basta. Bisogna fare le leggi giuste».
Lapidaria Donatella Conzatti. «Francamente — sentenzia la candidata del centrodestra nel collegio al Senato di Rovereto — non mi piace esercitarmi nelle ipotesi impossibili. Tutti i sondaggi danno il centrodestra vittorioso sia alla Camera che al Senato, con la possibilità di formare il governo. A quel punto, è chiaro che l’ipotesi Gentiloni non si pone nemmeno». E se non ci sarà la maggioranza? Conzatti non ci gira intorno: «No al governo di larghe intese. Piuttosto si torni alle urne».
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