In Trentino non sembra soffiare il vento del centrodestra. Anzi, la fotografia che scatta un sondaggio recentissimo, concluso ieri, è quella di una provincia in balia della bonaccia, dove il Pd cresce e il Patt (con la Svp) raddoppia nientemeno il proprio consenso rispetto a 5 anni orsono. Non basta: i 900 trentini sentiti dall'istituto specializzato Swg (su incarico del Patt) offrono un'immagine di una vittoria nettissima del centrosinistra, financo in quella Valsugana che per altri osservatori riserverebbe invece dei margini di incertezza.
G. Tessari, "Trentino", 15 febbraio 2018
Questo sondaggio invece dubbi non ne mostra, assegnando forbici amplissime di distanza tra centrosinistra autonomista e centrodestra, distacchi (li mostrano con chiarezza le tabelle pubblicate in questa pagina) tra il 14 ed il 15 per cento. Notare che la Swg, nelle note metodologiche, parla di stime con un margine di approssimazione massimo del 3,3% a livello provinciale, mentre per ogni singolo collegio elettorale il margine di approssimazione massimo è del 5,6%. Tutta la proiezione è riferita alla Camera.Se il Patt può mettere all'incasso cinque anni di governo provinciale, e lo scarto con il segno più sarebbe insomma quello legato alla gestione del "potere" (ed i maligni notano che si giova forse anche del fatto di essere il commissionante dell'indagine) resta più difficile da "leggere" la performance data in crescendo dei Dem, quasi 4 punti più robusti rispetto al resto d'Italia, nonostante la diaspora di pezzi di partito. Quest'area, riassunta da Swg nel Pd, secondo alcuni beneficierebbe dunque di quel notevole pacchetto di voti che cinque anni erano finiti in dote a Lorenzo Dellai, con Scelta Civica.
A ben guardare infatti il contenitore nazionale in cui si schiera in questa tornata proprio Dellai, ovvero Civica Popolare della Lorenzin, in Trentino sfiora la soglia del 3 per cento, mentre nel Paese arrancherebbe poco sopra l'1 per cento.Andando a vedere quello che succede dall'altra parte della barricata, sul fronte centrodestra, si nota come sia la Lega Nord a giovarsi del salto in avanti che registra la coalizione, passando dal 7 per cento di 5 anni fa al 11,7 di oggi, con una performance comunque meno brillante che nel resto del Paese. Non eccezionale la stima su Forza Italia, con la Swg che la vede in caduta rispetto al recente passato e, seppure di un'incollatura, alle spalle del Carroccio.
Ed i Cinquestelle? Torna quell'effetto bonaccia di cui si diceva prima, con il partito di Di Maio sostanzialmente stabile rispetto a 5 anni fa, quando incassò il 20,8 dei consensi: se nel Paese la Swg accredita i grillini di un tondo 28 per cento, qui da noi farebbero un balzo in avanti di nemmeno un punto pieno in percentuale.Nell'ambito dei satelliti Liberi e Uguali sembra fare bene ma non benissimo rispetto al nazionale mentre merita un approfondimento la performance di Noi con l'Italia. Gli Udc in Trentino non superano l'1 per cento ma la media nazionale che gli assegna il sondaggio Swg è più che doppia. A questo proposito gli analisti più attenti vedono sullo sfondo il paventato inciucio che porterebbe un'alleanza Pd-Fi al governo: guarda caso i due partiti maggiori delle rispettive coalizioni a questo punto darebbero vita ad una coalizione del 38 per cento. Il restante due per cento per essere maggioranza sarebbe garantito in modo matematico dagli ex Udc. Ultima cosa: gli indecisi. Qui da noi sono tanti, più che nel resto d'Italia, il 25% rispetto al 18%. Un partitone.
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Un dato sorprendente per il Partito democratico, dato al 27,7% rispetto al 23,3% nazionale. Un Patt che vale il doppio del 2013. Deludente invece Civica popolare con Lorenzin: Lorenzo Dellai porta la lista al 4,7% in Valsugana, molto di più della quota trentina (2,7%) e nazionale (1,3%). Ma cinque anni fa Scelta civica con Monti premier uscente prese il 19,55% in provincia. Questo lo scenario dai contorni inaspettati che esce dal sondaggio commissionato dal Patt a Swg, valido per le elezioni della Camera del 4 marzo in Trentino. «Dati positivi, continuiamo con ancora più forza» afferma il partito che con Franco Panizza analizza i numeri. Punge Riccardo Fraccaro (i 5 stelle sono dati al 21,7%, contro il 28% nazionale): «Non commentiamo le fantasie commissionate da Patt e Svp».
La rilevazioneEffettuato dall’istituto Swg con interviste fatte tra il 9 e il 13 febbraio 2018, su un campione di 900 soggetti maggiorenni in Trentino, il sondaggio traccia un quadro sicuramente benevolo per il centrosinistra autonomista. «La politica locale passa ancora dai media tradizionali», si legge: infatti il 67% del campione si informa sulle tv locali, il 43% sui quotidiani del territorio, il 20% su quelli online, l’8% sui social. Le «priorità del territorio» risultano «politiche del lavoro, sanità, sicurezza, welfare, istruzione e ricerca». Solo il 22% degli intervistati prevede un futuro peggiore del presente. L’ottimismo è più diffuso negli elettori di Patt e Pd, molto meno in quelli di centrodestra. A metà i pentastellati. La maggioranza del campione pensa sia importante (60%) o abbastanza importante (26%) il rapporto con il vicino Alto Adige.
Andando alla parte più politica, la propensione a recarsi alle urne il 4 marzo è maggiore in Trentino (75%) rispetto al campione nazionale (65%). Le intenzioni di voto tracciano un centrosinistra autonomista al 44,1%, in cui la fa da padrone il Pd (27,7%), mentre il Patt alleato nel simbolo con l’Svp ottiene un 10,5% (4,77% nel 2013). Basso, come si è detto, il dato di Civica popolare con Lorenzin per la quale corre Dellai in Valsugana. A livello nazionale in base ai meccanismi del Rosatellum bis non otterrebbe parlamentari, dando il contributo di voti alla coalizione e quindi al Pd.
Staccato il centrodestra (28,5%), nel quale Forza Italia perde voti rispetto a 5 anni fa (c’era però il Pdl) e li guadagna la Lega (da 7,33% a 11,9%). Il movimento 5 stelle è dato al 21,7%, contro il 28% nazionale. Sarebbe l’1% in più delle scorse politiche. Basso infine anche il risultato di Liberi e Uguali (3,7% contro il 6,5% in tutta Italia) che non ha esponenti di spicco fuoriusciti dal Pd. E resta una bella quota di indecisi.
In base a quello che prospetta il sondaggio, il centrosinistra porterebbe a casa tre deputati nei tre collegi provinciali: Dellai in Valsugana e i due democratici Mariachiara Franzoia su Trento e Michele Nicoletti a Rovereto. Allo stesso tempo però non ci sarebbero molte chance per Elisa Filippi sul listino proporzionale dei «dem».
Le reazioniSoddisfatto Franco Panizza, segretario del Patt e candidato al Senato a Trento. Breve inciso: Palazzo Madama non è stato preso in considerazione perché nel 2013 in provincia in virtù del Porcellum corretto (che riprendeva in regione il Mattarellum) si votava solo per i candidati nei collegi uninominali, senza la preferenza per la singola lista nel caso delle coalizioni.
«Emerge fra gli elettori trentini un cauto ottimismo sul futuro — nota il parlamentare — e viene riconosciuta l’importanza del rapporto con l’Alto Adige: ci va bene visto che lavoriamo con l’Svp. Anche il dato sull’affluenza è buono, speriamo salga». Per Panizza il quadro descritto non è lusinghiero oltre la realtà. «In Trentino viene riconosciuta la serietà del lavoro del centrosinistra autonomista e la qualità delle persone». L’effetto divergente — una parte di trentini che votano centrodestra alle nazionali e centrosinistra alle provinciali — verrebbe attenuato. «Gli elettori moderati — continua Panizza — si spaventano di fronte a un centrodestra a trazione salviniana». Il senatore riconosce comunque la presenza «del 20%» dei grillini, che anche con l’apporto dell’Alto Adige renderebbe sicura la rielezione di Fraccaro. Scarse invece le chance in Valsugana del leghista Maurizio Fugatti.
La coalizione quindi può fare bene anche nel Trentino orientale. «Io giro sul territorio e a parte quelli che votano Lega non ne sento molti altri per il centrodestra» conclude il segretario. Per Civica popolare infine «è evidente che non ha più il traino che aveva Scelta civica del nazionale, di Monti e dei ministri. E di Dellai governatore uscente».