Nicoletti: "I nuovi italiani sono una risorsa per il Trentino e non solo da un punto di vista culturale, ma anche strettamente economico per Michele Nicoletti, candidato alla Camera nel collegio di Rovereto per il Pd e presidente dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. La ricchezza dell’Italia è dovuta all’immigrazione del passato, agli intrecci tra culture diverse".D. Roat, "Corriere del Trentino", 14 febbraio 2018
«Chiamarli nuovi cittadini non è adeguato ai tempi, sono solo cittadini italiani. Lavorano, vivono qui, si sono messi in gioco, molti di loro sono imprenditori e danno lavoro anche agli italiani». Lucia Coppola non ha dubbi sulla «miopia», tutta italiana e trentina, di fronte al fenomeno dell’immigrazione.
In quasi sette anni quasi cinquemila persone hanno ottenuto la cittadinanza in provincia, nel 2015 sono stati 1.861 gli stranieri naturalizzati in Trentino, ma resta il problema socio-culturale e politico, quello di una «politica fai da te», come la definisce la regista di origine iraniana Sohelia Javeheri (Corriere del Trentino di ieri ), che non ha ancora trovato strumenti adeguati per far fronte ad un contesto mondiale globalizzato. «Il tema delle migrazioni è una costante che non è destinata a chiudersi» spiega la presidente del consiglio comunale di Trento, candidata al Senato per il proporzionale con la lista Insieme, che condivide la necessità del «cambio di schema», sollecitato dai «nuovi cittadini». Per questo lo «ius soli diventa indispensabile», chiarisce Coppola. «Un’occasione mancata, frutto di miopia politica» dice. E così bisogna ripartire dalla scuola, perché «i bambini e i ragazzi sono moltiplicatori delle buone pratiche», per combattere le paure alimentate dalla criminalità. «È importantissimo capire che queste persone che si muovono nel mondo dell’illegalità non sono solo stranieri, ci sono spacciatori italiani e ci sono i consumatori. L’unico modo per arrivare a una società pacifica è garantire i diritti di cittadinanza e quindi anche i doveri».
I nuovi italiani sono una risorsa per il Trentino e non solo da un punto di vista culturale, ma anche strettamente economico per Michele Nicoletti, candidato alla Camera nel collegio di Rovereto per il Pd e presidente dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. La ricchezza dell’Italia è dovuta all’immigrazione del passato, agli intrecci tra culture diverse. Oggi non è diverso, «le persone integrate rappresentano una ricchezza, se dovessero andarsene l’Italia sarebbe in ginocchio, basta pensare all’edilizia, alle badanti, alle imprese. Sono una risorsa. Versano più contributi di quelli che possono usare perché spesso tornano nel loro Paese». Nicoletti non nasconde la preoccupazione per le campagne di demonizzazione degli stranieri che rischiano di portare a derive razziste. «Il razzismo da un punto di vista scientifico non ha fondamento — spiega — ma fa presa nelle società in cui si ha la sensazione di declino, come oggi». Per il deputato è necessario un «processo di armonizzazione, un piano di integrazione che passi attraverso la conoscenza della lingua, le scuole pubbliche, il percorso di lavoro e una redistribuzione degli immigrati sul territorio» sull’esempio del modello tedesco che possa sostituirsi a quello dei campi profughi.
Su un punto tutti i candidati sono d’accordo: gli stranieri naturalizzati e i nuovi cittadini italiani vanno tutelati. Ma è sulle modalità dell’accoglienza che la politica si divide. Martina Loss, candidata al Senato nella lista proporzionale per la Lega Nord, non ha dubbi: «Gli stranieri integrati sono una forza lavoro che dà sostegno all’Italia e vanno tutelati — chiarisce — devono essere garantiti loro tutti i diritti». Diverso è il discorso per i clandestini. «I nuovi italiani sono i primi che si lamentano delle forme di clandestinità e di richiedenti asilo che spesso non sono tali» spiega Loss.
«Parlare di convivenza in questo momento è importante» incalza il deputato uscente del Movimento 5 Stelle, Riccardo Fraccaro, capolista del proporzionale e candidato per la Camera nel collegio di Pergine, che se la prende con la politica del centrosinistra «incapace di gestire i flussi migratori. Gli stranieri irregolari sono prede della criminalità e sfruttati da persone senza scrupoli, tutto ciò alimenta la diffidenza nei cittadini che non sanno più distinguere gli uni dagli altri». Lo ius soli non è la soluzione. «La convivenza non è data da un documento, il problema è culturale».
La politica si divide anche sul terzo Statuto d’autonomia e sul ruolo delle minoranze linguistiche. La proposta di mediazione del politologo Paolo Pombeni di aprire alle nuove minoranze linguistiche, mantenendo, però, i diritti garantiti per statuto alle minoranze storiche, non piace a Fraccaro. «È una speculazione pre-elettorale — commenta — le minoranze sono già tutelate dalla Costituzione». È della stessa idea Loss, componente in quota Lega, della Consulta: «Il problema non si pone. Non c’è bisogno di ribadire quanto già garantito dalla Costituzione». «È una dicitura ambigua — continua Coppola — perché questa dichiarazione d’intenti non è al passo con i tempi. Noi abbiamo posto sempre grande attenzione alle minoranze che vanno tutelate, ma bisogna tenere i considerazione anche queste nuove». Sì al pluralismo culturale e linguistico, ma con qualche riserva per Nicoletti. «Bisogna procedere con cautela — spiega — perché non sappiamo se queste minoranze resteranno qui stabilmente o se ne andranno».
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