Avvocata, già consigliera di parità. «Per riaffermare i valori democratici» ha accettato di guadagnare la prima linea, nelle fila del centrosinistra autonomista. Candidata al Senato nel collegio uninominale della Valsugana, Eleonora Stenico traccia le priorità per la crescita del Paese (ossia l’investimento «in giovani altamente specializzati») e per l’autonomia che, a suo dire, può osare la sfida delle nuove competenze.M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 11 febbraio 2018
Stenico, confermata la candidatura si è dimessa ma il suo nome rappresenta comunque l’impegno nella parità. Come mai ha deciso di proseguire il suo percorso politicamente?
«È stato naturale: da più di quindici anni sprono le donne alla partecipazione politica attiva, candidandosi. Quando ho ricevuto la richiesta della coalizione m’è parso coerente accettare subito e impegnarmi nella riaffermazione dei valori democratici».
Come si contrastano le iniquità di genere, le disparità salariali e gli avanzamenti di carriera spesso ostici per le donne?
«Come consigliera di parità ho sempre ribadito l’urgenza di agire su tre piani. Il primo è culturale e implica la compartecipazione con il partner nell’accudimento dei figli. Il secondo livello tocca l’organizzazione lavoro, quindi il cambiamento dentro al mondo produttivo. Penso a orari che favoriscano la conciliazione, sia per le donne sia per gli uomini perché dobbiamo finirla con il mito della gestione familiare intesa come onere esclusivamente della donna. Il terzo livello è invece amministrativo-istituzionale: vanno incrementati di continuo i servizi».
Giovani e lavoro: la ripresa c’è, ma la qualità del lavoro — perlopiù a scadenza — resta incerta. La strada degli sgravi nelle assunzioni è sufficiente?
«La strada degli sgravi va certamente rafforzata, ma ci sono anche altre misure strutturali. Mi riferisco alla riforma del sistema fiscale per incentivare le nuove assunzioni dei giovani nonché le trasformazioni a tempo indeterminato. Il problema dell’occupazione giovanile è nevralgico e merita risposte diversificate, compreso il sostegno all’imprenditorialità. Non dimentichiamo poi il collegamento con il sistema accademico: in Trentino abbiamo un’università che esprime eccellenze preziose per costituire la nostra classe dirigente, di oggi e di domani».
Su 100 italiani solo 18 sono in possesso di una laurea, la metà della media dei Paesi Ocse. È il mercato a inibire i percorsi accademici?
«Il ritmo della ripresa per fortificarsi ha bisogno di una classe manageriale capace, quindi giovani altamente qualificati che non possiamo lasciarci scappare. Si deve puntare lì, favorendo il collegamento tra neolaureati e imprese: la preparazione è fondamentale per il nostro Paese che grazie a università come quella di Trento sa produrre eccellenze».
È candidata in Valsugana: quali sono le istanze che intende rappresentare a Roma?
«Ciascun territorio merita un ragionamento specifico: pensiamo solo alla Valdastico che deve essere frutto di intesa tra Stato e Provincia, e fra Provincia e territorio. Io intendo ascoltare le persone e focalizzare i loro bisogni, nella convinzione che le istanze locali debbano essere declinate a livello nazionale sempre d’intesa».
Terzo statuto: il percorso va ripreso?
«Ogni buon documento è frutto della sua epoca. Ora probabilmente è necessario riprenderlo in mano per individuare soluzioni ancora più efficaci. Credo anche nelle competenze aggiuntive. Si parla di fiscalità e, seppur difficile, è una sfida che si può intraprendere».
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