Franzoia, che si sente di dire per essere stata scelta come candidata parlamentare della città per il centrosinistra?«Sono naturalmente onorata della richiesta che mi ha fatto il partito. Non sono andata io a cercarmi questo ruolo: al di là della scelta personale c'è un progetto politico. Io ho dato fiducia al comitato ed il lavoro non facile che ha svolto questo comitato è stato quello di trovare la sintesi con le diverse belle persone che c'erano. Non sono mai entrata in questa fase. Mi rendo conto che si tratta di fare un bel salto: lo affronto con un certo timore ma voglio metterci entusiasmo e passione».
"Trentino", 31 gennaio 2017
Che cosa ritiene abbia convinto il partito a convergere su di lei?«Credo che il Pd abbia apprezzato il lavoro che ho svolto in questi anni sul territorio, il modo in cui ho cercato di muovermi in questi miei mandati. Il tema del sociale è importante e tocca tutti, quindi ho avuto moltissimi contatti con i cittadini. Vuole dire conoscere le storie delle persone, vuol dire certo avere un approccio di servizio, quello di un'amministrazione, ma è anche e soprattutto vicinanza. Contatto con la gente. Non sempre si hanno le risposte, ma comunque si lavora anche per fare sentire vicine le istituzioni. Ho voluto tenere vicino al Comune tutto il mondo delle associazioni. Questo è stato lo stile con cui ho svolto il mio mandato da assessore alle politiche sociali in questi anni».
Ce li ricorda?«Nella precedente legislatura avevo sostituito Violetta Plotegher nel medesimo assessorato, dall'inizio di questa mi occupo ancora delle stesse tematiche, con in più la responsabilità delle politiche giovanili e della casa».
Lei proviene dal mondo dei focolari. Come possibile parlamentare di questa città lei ha due donne che l'hanno preceduta, appartenenti a questo ambiente, come Lucia Fronza Crepaz e Letizia Detorre.«Non c'è dubbio che questi sono esempi di due persone che nella politica nazionale hanno lasciato un segno importante, detto questo non è che io sono qua perché mi hanno votato i focolarini. Spesso e volentieri si sente dire in giro questa cosa: che se c'è in lizza una rappresentante del mondo dei focolari tutto il movimento la vota compatta».
Questa che cos'è? Una leggenda.«Sì ecco, è una leggenda. Nel mondo dei focolari c' è chi vota il centrodestra e chi il centrosinistra. Qui, mi rendo conto, abbiamo una maggiore tradizione di centrosinistra, c'è una cultura più diffusa. Ma altrove non è così: questa è una lettura soprattutto giornalistica, un'etichetta che non fa bene. Ma non tanto a me, quanto al movimento dei focolari. La verità che nelle idealità di questo movimento (un po' anche come avviene negli scout) c'è quella che le persone si mettano a disposizione anche in ambito politico: nel dna dei focolari c'è sì una formazione cattolica, ma anche e soprattutto di cittadinanza attiva. Fin da piccolini».
A proposito di piccoli, lei dovrà organizzarsi anche con i suoi se dovesse andare a Roma.«Beh si, ho tre bambini: di 9, 6 e 4 anni. Debbo dire che sono molto aiutata e non è che abbia comunque poco da fare anche in questo ruolo».
Su che tema punterà in questa campagna elettorale?«Sul lavoro, per i giovani, per dare stabilità. Ma vanno date risposte anche a chi lo ha perso».