Roberto Pinter, ex vicepresidente della Provincia ed ex presidente del Pd, sono le ore decisive per la definizione delle candidature. Facendo un primo bilancio appare comunque discutibile l’interpretazione del concetto di rappresentanza.
"Corriere del Trentino", 25 gennaio 2018
«Penso che non sia accaduto quello che doveva accadere, ma che ci sia lo spazio per un saldo dignitoso. La mia idea, che ho provato a proporre, era di costruire un patto per l’Autonomia che unisse la riflessione sulla dimensione territoriale e provinciale e quello sulla dimensione politica. Avrebbe aiutato il centrosinistra autonomista ad arginare un’eventuale tempesta legata alle elezioni del 4 marzo. Invece si è preferito affrontare le scadenze elettorali separatamente. Quanto alla rappresentanza, è giusto che i partiti offrano le loro prime scelte. Ma negli altri tre collegi disponibili sarebbe stato preferibile intercettare figure e competenze che operano ai margini della coalizione per allargarne lo spettro di rappresentatività. Però, se vuoi produrre un valore aggiunto in termini sociali, non ti puoi ridurre alle ultime quattro ore».
Da un mese i nomi ballano da un collegio all’altro. La regia politica è parsa molto debole.
«Sono processi complessi da governare, ma non mi sfugge che si poteva produrre un esito diverso rispetto alla lotteria vista. Ci voleva più determinazione politica. E, ripeto, valuto un errore non aver immaginato una prospettiva che unisse le provinciali e le politiche. Andava costruita una maggiore corresponsabilità anche nell’individuazione di candidati non strettamente di partito. Ciò avrebbe consentito di perimetrare il campo della coalizione rispetto ad alcune figure come Walter Viola e Silvano Grisenti non coerenti con il nostro progetto».
Con Olivi e Dellai candidati e Panizza confermato sul collegio senatoriale di Trento, il governatore Rossi si può dire il vincitore di questa prima fase elettorale, anche e soprattutto in chiave della sua conferma alle prossime elezioni provinciali?
«Il Patt e Rossi si sono mossi proiettandosi verso le provinciali, non c’è dubbio. Hanno fatto finta di accontentarsi di un candidato (Panizza, ndr ) sapendo che il secondo lo eleggeranno comunque sul listino del proporzionale con la Svp. Il 4 marzo non si misureranno minimamente con il territorio. Io avrei imposto loro di prendersi invece questa responsabilità in Valsugana, come peraltro faranno Pd e Upt».
Il Rossi bis adesso è una formalità?
«La contendibilità della presidenza della Provincia non dipende dalle candidature alle politiche. Peraltro nessuno dei nomi citati sarebbe stato spendibile per Piazza Dante: il candidato alternativo a Rossi sarebbe comunque un altro. Se c’è la volontà politica di aprire una nuova stagione dell’Autonomia si può ancora fare».
Un pronostico: Dellai si candiderà?
«Credo di sì. Penso sarebbe un errore se la coalizione non puntasse su di lui in Valsugana. È la carta migliore che si può giocare anche nell’ottica di avere una delegazione di alto profilo».