Firmata la convenzione tra Comune e ministero: sbloccato il finanziamento da 18 milioni. Il passaggio è poco più di un atto formale, visto che a Palazzo Thun l’arrivo da Roma dei 18 milioni necessari per concretizzare l’operazione «Santa Chiara Open Lab» era ormai dato per scontato da mesi.M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 19 dicembre 2017
Ma la firma della convenzione tra il sindaco Alessandro Andreatta e il segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri Paolo Aquilanti, in agenda ieri, ha di fatto chiuso la fase delle procedure. Dando ufficialmente il via libera sia al finanziamento che al progetto vero e proprio (l’ultimo passaggio sarà affidato alla Corte dei conti, che dovrà registrare la convenzione per renderla efficace e operativa): i finanziamenti, recita il testo, saranno erogati «previa verifica dello stato di avanzamento dei singoli interventi», con un anticipo del 20% al momento dell’approvazione dei progetti esecutivi.
Un’operazione ambiziosa, quella disegnata dal Servizio attività edilizia del Comune: un progetto che cambierà il volto dell’intero comparto compreso tra via San Giovanni Bosco e il Santa Chiara. E che coinvolgerà immobili strategici come l’ex mensa universitaria e l’ex Civica casa di riposo.
Proprio da qui, dall’edificio a ridosso di piazza Fiera, partirà la riqualificazione, nel primo degli otto moduli dell’intervento. In sostanza, al posto dell’ex Civica casa di riposo verrà ricavata la nuova sede degli uffici tecnici del Comune, oggi in affitto negli spazi del Top center, a Trento nord. Non un cantiere da poco: per riqualificare l’intero edificio serviranno 12 milioni e mezzo e quarantacinque mesi di lavoro. Con una scadenza ormai dietro l’angolo: entro il 15 gennaio infatti dovranno essere presentate le offerte per aggiudicarsi l’opera (questa la data fissata dopo la proroga decisa in autunno). Poi, sempre a metà gennaio, saranno aperte le buste e saranno valutati tutti i «plichi» per poter arrivare alla scelta dell’impresa vincitrice dell’appalto.
Strategico anche il secondo modulo, che prevede il restyling dell’ex mensa universitaria Santa Chiara, oggi abbandonata e più volte finita nel mirino per episodi di degrado. Nello stabile, posto tra l’auditorium e il parco, troveranno spazio diverse funzioni: oltre alla sede degli ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri, nell’ex mensa saranno collocati l’urban center, un centro culturale per giovani con aree per il co-working e sale conferenze. In questo caso, l’operazione costerà due milioni e mezzo, per 37 mesi di lavoro.
Venticinque, invece, saranno i mesi necessari per trasformare la palazzina degli ex uffici della Rsa in un centro diurno per anziani, un asilo nido interaziendale e uno spazio abitativo per il co-housing solidale.
Gli altri moduli «pubblici» riguardano il restauro della chiesetta del Redentore (400.000 euro e 17 mesi di lavori), la riqualificazione degli spazi aperti e del tessuto connettivo del comparto (con aree gioco, percorsi e punti per i bike sharing), i sistemi per la sicurezza urbana e l’attività di formazione sulla resilienza urbana. Infine, il modulo privato: il nuovo volto del «Buco» Tosolini.
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