Pinter: «Soggetto autonomo? Per attuarlo è necessario essere attenti al territorio»

TRENTO Walter Micheli è stato il primo uomo della sinistra trentina a imprimere la propria visione all’urbanistica provinciale, Roberto Pinter è stato l’ultimo (1998-2003). Condivide la richiesta di Alessio Manica su urbanistica e agricoltura?
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 19 dicembre 2017

 

«Sì. Se il Pd del Trentino ha oggi l’ambizione di caratterizzarsi maggiormente come forza territoriale, mostrarsi attenti allo sviluppo del territorio mi pare logico».

Non rischia di apparire come un atto di sfiducia nei confronti dei propri alleati?

«Richiedere una competenza piuttosto di un’altra non è un atto di sfiducia nei confronti degli alleati, ma un segno di attenzione nei confronti di determinati campi d’intervento. Certo, se poi penso a temi come la Valdastico, dico che essere l’assessore che se ne occupa significa avere l’ultima parola».

Vale la rinuncia alla presidenza?

«Direi proprio di no ed escludo che Alessio abbia voluto dire questo. Esprimere il presidente significa avere non l’ultima, ma l’ultimissima parola su ogni argomento».

Lei ha citato la Valdastico di cui fu convinto avversario. Cosa ne pensa del dibattito attuale?

«Mi infastidisce un po’ l’ambiguità con cui viene trattato il tema. Intendiamoci, capisco l’esigenza di sedersi a un tavolo per confrontarci come chiestoci dal governo. Un conto, però, è partecipare spiegando tutti i motivi del “no”. Un altro è dire che se non la chiamiamo autostrada, allora la si potrà fare. Il punto non è questo».

Qual è?

«Quello di programmare con coraggio lo sviluppo di un territorio. Cinquant’anni fa, si poteva essere contrari alla Valdastico, ma non si poteva negare che il progetto avesse un senso. Oggi, dopo la scelta strategica di puntare sull’alta velocità ferroviaria, quel senso non c’è più. La realizzazione del tunnel e delle relative tratte d’accesso non sarà a costo zero in termini di sostenibilità e noi cosa facciamo? Partiamo oggi con una nuova strada che costerà comunque un paio di miliardi e che sarà finita quasi in concomitanza con la ferrovia? Qual è la logica? Anche in Valsugana, dove a lungo si è chiesto di realizzare la Valdastico, oggi che il possibile tracciato è stato spostato in valle, si registrano contrarietà e preoccupazioni. Occorre essere pragmatici e sapere che l’auto sul nostro territorio resterà indispensabile a lungo, ma anche avere coraggio: vent’anni fa chi parlava di ciclabili veniva guardato come un originale, oggi tutti le vogliono e l’economia turistica se ne nutre».