Valdastico avanti tutta, anzi no. Perché la nuova versione, ipotizzata dal ministro delle infrastrutture Graziano Delrio non è affatto scontata. Il ministro ospite giovedì a Trento, al convegno dedicato al tunnel del Brennero, aveva ipotizzato per la nuova versione della Pirubi non un’autostrada, ma «un’infrastruttura poco impattante e molto sobria».L. Pisani, "Corriere del Trentino", 16 dicembre 2017
E così la questione pluridecennale tra Veneto e Trentino per completare la A31 nel suo tratto più a nord, quello che dovrebbe collegare il casello di Chiuppano-Piovene all’attuale capolinea in Trentino ancora non ha ancora trovato né oblio, né conferme. «È il gioco delle dichiarazioni — commenta il consigliere Pd, Alessio Manica — Ma non ci sono elementi per dare il via libera alla realizzazione dell’opera. L’ottimismo di Delrio ci infastidisce».
Non è infastidito ma piuttosto pragmatico l'assessore provinciale alle infrastrutture Mauro Gilmozzi che spiega: «Il ministro ha confermato che tra lo Stato e la Pat c’è necessità di fare un’intesa. Un’intesa che non è un semplice concetto, ma una procedura richiesta da una sentenza della Corte Costituzionale quale unica modalità possibile per la programmazione dell’opera. A questa procedura, noi abbiamo il dovere di partecipare con spirito di collaborazione».
E, secondo Gilmozzi, i colloqui fin qui svolti da un lato hanno escluso la necessità di una nuova autostrada, dall’altro hanno evidenziato la necessità di un approfondimento di utilità per «la realizzazione di una infrastruttura stradale di collegamento tra la Valle dell’Astico la Valsugana e la Valle del l’Adige».Ma servono criteri ed elementi precisi. Che ad oggi non ci sono.
«Ci aspettiamo — continua l’assessore — che la proposta che il ministero ci presenterà contenga anche valutazioni di carattere strategico supportate da dati e ipotesi di lavoro. Ciò è quanto i tavoli tecnici del ministero stanno predisponendo». Gilmozzi quindi specifica che nulla ancora è stato deciso.
«Il ministro sa che la procedura d’intesa dovrà essere ratificata, dopo l’eventuale approvazione da parte della giunta, dal consiglio provinciale con propria specifica legge, quindi non può che far piacere sentirlo ottimista sull’esito dell’intesa, anche se resta oggettiva la distanza tra la conclusione della stessa e lo stato attuale della procedura».
Insomma il «se si farà» è ancora (dopo 50 anni) uno scenario prematuro. Ad aspettarsi un esito positivo sono gli industriali. «Da decenni chiediamo la realizzazione del tratto trentino per l’apertura di una nuova via di comunicazione con il Veneto — dice il vicepresidente Enrico Zobele — . Siamo certi che l’intervento non potrà che portare benefici per i nostri cittadini e le nostre imprese».
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