Presto un database sanitario provinciale per chi vorrà dare le proprie disposizioni sui trattamenti fine vita. Disposizioni che potranno essere inserite direttamente nella tessera sanitaria. È quanto ipotizza l’assessore provinciale alla salute, Luca Zeni alla luce della nuova legge sul testamento biologico approvata definitivamente ieri in senato.
"Corriere del Trentino", 15 dicembre 2017
Una legge che in Trentino trova già terreno fertile perché le Dat, ovvero le dichiarazioni anticipate di trattamento, erano già state in parte regolamentate da una direttiva della giunta provinciale del 2013. «Con quella disposizione — spiega Zeni — avevamo dato mandato all’Azienda provinciale per i servizi sanitari di elaborare modalità per raccogliere le richieste dei pazienti sui limiti dei trattamenti, garantendone informazione al medico».
Così a oggi in Trentino sono già 76 le Dat registrate, non male per delle disposizioni non giuridicamente vincolanti per il medico e che nel corso degli anni stavano trovando il favore dei trentini: nel 2015 erano state solo 7, nel 2016 le richieste erano aumentate a 17 e quest’anno erano arrivate a 52. Il modello trentino però, fino ad ora, si era concentrato sulle persone con malattie cronico-degenerative, «avevamo iniziato a spingere anche sull’informazione e la possibilità di dichiarazioni anticipate di trattamento anche per le persone sane, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale — dice Zeni — ma con grossi limiti e paletti proprio perché mancava una legge di indirizzo nazionale. Il Friuli Venezia Giulia, regione autonoma come la nostra, aveva regolamentato i trattamenti fine vita ma la corte costituzionale aveva dichiarato illegittima la legge regionale».
Ora con l’approvazione del biotestamento si aprono nuovi scenari. La legge infatti non solo regola il consenso informato del malato, ma anche del cittadino sano che desidera esprimere direttamente le proprie volontà sulle cure in previsione di una malattia. «Una parte complessa e delicata da gestire — sottolinea Zeni — soprattutto fino a ieri in assenza di una legge. Ora potremmo intervenire sulla parte organizzativa e adempiere al meglio su misure che avevamo trattato come mere indicazioni di volontà». Tempi e modi saranno discussi, «ci sarà un confronto con il comitato etico — specifica ancora l’assessore — daremo informazioni e spiegheremo le valenze del biotestamento, non si tratterà di mettere semplicemente una crocetta».
Soddisfazione per l’approvazione del biotestamento arriva anche dall’assessora provinciale Sara Ferrari che ricorda il lavoro della Giunta provinciale per una direttiva arrivata «dopo due anni di sforzi che, insieme agli allora colleghi Bruno Firmani e Mario Magnani, avevamo condotto per far approvare una legge provinciale che ne regolamentasse le modalità di registrazione e conservazione. Fu un periodo molto caldo — ricorda Ferrari— in cui alle affollate serate pubbliche con Beppino Englaro e i Laici Trentini, dove i cittadini reclamavano quel diritto, si contrapponeva un dibattito politico in aula del Consiglio, ancora prigioniero di molti pregiudizi». Alla fine si trovò un accordo «elaborare, sulla base delle raccomandazioni del Comitato etico, le modalità di raccolta e di registrazione in un’apposita banca dati delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario, relative alla volontà di sottoporsi o non sottoporsi a trattamento sanitario, in caso di malattia o lesione cerebrale che cagioni una perdita di coscienza irreversibile». Choc per un post di Emilio Giuliana, ex consigliere comunale di Trento per Fiamma Tricolore e candidato per Forza Italia nelle scorse elezioni provinciali. «Emma (Bonino ndr), adesso nessun ostacolo può fermarti, sii coerente passa ad altra vita».A prendere le distanza dall’uscita infelice anche il consiglio comunale di Trento nella seduta di ieri sera.