Ieri il vertice di maggioranza

TRENTO Ugo Rossi ha deciso: il centrosinistra autonomista ballerà da solo. Resta fermo l’auspicio che i partiti della coalizione facciano «uno sforzo di apertura», ma di liste civiche di supporto non si parla più: né di quella guidata da Carlo Daldoss, né di quella che vede in Francesco Valduga la principale motrice.
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 12 dicembre 2017

 

Il governatore, che era stato il primo ad attivarsi per sostenere la sua maggioranza e la sua ricandidatura alla presidenza con forze esterne al perimetro dell’attuale centrosinistra, a conti fatti ha deciso che il rischio di destabilizzare la coalizione sia un prezzo che non vale la pena pagare.

Lo ha detto senza troppi giri di parole nella riunione di maggioranza di ieri. Un vertice in cui si è fatta strada un’altra importante novità: come a livello nazionale, anche in Trentino nascerà una lista centrista alleata del Pd. In altre parole, i candidati dell’Upt non troveranno spazio nel listino del Pd. Ne faranno un altro, che difficilmente vedrà eletti: Lorenzo Dellai, quindi, dovrà trovare spazio in un collegio.

Alla riunione di ieri erano presenti tutte le forze del centrosinistra trentino: Italo Gilmozzi per il Pd, Franco Panizza per il Patt, Tiziano Mellarini per l’Upt, Marco Boato per i Verdi, Giuseppe Detomas per la Ual, Alessandro Pietracci per il Psi, nessuno per l’Idv, che a livello locale non dà più molti segni di vita. Il primo punto all’ordine del giorno, il bilancio che venerdì approda in aula, è stato affrontato senza troppi patemi d’animo: Rossi ha chiesto e ottenuto che gli emendamenti siano ridotti al minimo e raccolto la generale condivisione sull’ultima manovra della legislatura. Un suggerimento, accolto, è arrivato da Boato: riunire i molti interventi in materia ambientale e di mobilità sostenibile sotto un cappello comune, le politiche di contrasto al cambiamento climatico, «ormai il primo punto all’ordine del giorno di ogni vertice internazionale».

Il secondo punto, che Rossi ha sviluppato in un suo documento consegnato agli alleati dal titolo CentroSinistraAutonomisa verso le elezioni. Da dove partire ? è stato molto più discusso. Rendendo noto l’esito di un incontro tenutosi mercoledì scorso con Carlo Daldoss e Paride Gianmoena, Rossi ha chiarito che «alle provinciali non ci sarà una lista Daldoss». L’assessore tecnico e l’attuale presidente del Consorzio dei Comuni pare siano ben poco convinti della bontà di questa scelta, dato che l’obiettivo era quello di mettere insieme una lista in cui si potessero candidare persone non troppo a proprio agio sotto il simbolo delle Stelle Alpine, ma il governatore ha deciso diversamente. Quella lista, cui avrebbe dovuto prendere posto anche Walter Viola, rappresentava una spina nel fianco dell’Upt. «Non voglio liste che possano destabilizzare i partiti della mia maggioranza» ha spiegato il presidente. Alla fine, insomma, ha prevalso la linea di Franco Panizza, che fin dall’inizio puntava ad arruolare forze «nuove» nel Patt, piuttosto che a una sorta di lista del presidente. Cos’è successo nel frattempo? Complice anche la scelta dei civici di Valduga di annunciare la propria imminente strutturazione come partito autonomo, per altro con un portavoce proveniente da An (Mattia Gottardi, sindaco di Tione), Rossi ha capito che matrimoni da quella parte non se ne faranno e ai civici lo ha anche detto: nessuna loro lista nel centrosinistra, solo personalità nelle liste dei partiti esistenti e un candidato d’area alle politiche. Rossi ha fatto un passo indietro, teso la mano all’Upt e implicitamente chiesto a quest’ultima di fare altrettanto. Nell’Unione, però, le aspettative civiche restano alte: la speranza è che, finiti i tatticismi, i civici, o almeno quelli più legati a Valduga, accettino di partecipare a una costituente comune insieme all’Upt, che si ripropone come noto di cambiare nome e, promette, anche classe dirigente.

Ma allora perché questa decisione da parte dei civici: la fondazione di un partito autonomo e la nomina di un simile portavoce? Per prendere tempo e restare uniti chiosa più d’uno. Le personalità vicine a Civica Trentina di Rodolfo Borga da mesi mordono il freno sentendosi già «venduti» al centrosinistra. Questa mossa lì trattiene dove sono, almeno per il momento. Anche Borga, come l’Upt, mostra di crederci ancora: «Mai come oggi il centrosinistra mostra segni di debolezza. La nascita di un progetto politico territoriale offrirebbe una seria alternativa di governo. Per essere credibile, però, questo progetto non può nascere insieme a chi ha governato il Trentino negli ultimi vent’anni». La mossa dei civici semplifica il lavoro al Pd, cui finora toccava la strada stretta del non porre veti senza eccedere con le aperture. «Trovo davvero curioso — commenta Alessio Manica al termine del coordinamento del Pd — che una forza decida di strutturarsi come partito, ma insista nel non volersi connotare politicamente. Ripetere che destra e sinistra non esistono più può aiutarli a stare insieme, ma il progetto finale non può essere portare in Provincia le amministrazioni comunali: la nostra Autonomia merita uno sforzo in più».

Di politiche si è parlato poco al vertice con Rossi. Mellarini, però, ha annunciato una novità non scontata: niente lista con il Pd. L’Upt aderirà alla «cosa centrista» coordinata a livello nazionale da Pierferdinando Casini. Con buone probabilità, Dellai sarà in quel listino, ma difficilmente gli basterà per essere eletto. Ergo: se la maggioranza non vuole privarsi del suo contributo, gli dovrà trovare un collegio.

 

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Dopo una settimana di polemiche interne alla maggioranza sul passaggio di Walter Viola al Patt e l'endorsement (per molti imbarazzante) di Mario Malossini, il governatore Ugo Rossi ieri nell'incontro con i segretari della coalizione (presenti Italo Gilmozzi per il Pd, Tiziano Mellarini per l'Upt, Panizza del Patt, Giuseppe Detomas della Ual, Marco Boato per i Verdi e Pietracci dei Socialisti) ha indossato i panni del pompiere lanciando un richiamo all'unità sui valori del centrosinistra autonomista. Un documento di tre pagine, quello consegnato ieri dal presidente, con l'obiettivo di disinnescare le critiche che Pd e Upt avevano mosso al Patt e allo stesso Rossi arrivando a parlare di «modifica del dna della coalizione». Nella sua analisi, Ugo Rossi ha provato a sgomberare il campo dalle accuse di voler snaturare il centrosinistra autonomista. Un progetto - scrive il governatore - che si fonda su due pilastri: una «specialità vissuta non in modo chiuso ma come parte di dinamiche nazionali, europee e globali» e la consapevolezza di essere «alternativi a chi agita le paure delle persone, alimenta o minimizza i rigurgiti violenti della xenofobia, cavalca il populismo».

Rossi allontana da sè l'ombra di un Patt blockfrei: «La coalizione - insiste - si fonda su valori comuni che prescindono dalla stagione politica contingente». Ma allo stesso tempo rivendica la piena legittimità dell'ennesima "campagna acquisti" del Patt tanto indigesta agli alleati: «Dentro questo modello di coalizione c'è spazio anche per uno sforzo di apertura verso persone che sulla base di questi valori condivisi vogliono impegnarsi con noi». Anche perché - ha scandito il segretario del Patt Franco Panizza - «alle politiche "Liberi e Uguali" ci porterà via voti a sinistra, a maggior ragione bisogna recuperare al centro, ecco il senso di allargare a Viola e alla sua area». «Nei collegi si vince se si prende un voto in più», gli ha fatto eco il segretario Psi Alessandro Pietracci. E dunque, incalza Rossi, «partendo dai valori condivisi è tempo di essere consapevoli che è solo la compattezza che ci salva», «il ruolo del centrosinistra autonomista può essere percepito da tutti solo se noi per primi avvertiamo il dovere di comunicare tutti, insieme e singolarmente, il valore positivo di questa esperienza». Il presidente bacchetta gli alleati: «È un lavoro duro perché implica concentrarsi su ciò che ci unisce», più prudenza nei giudizi e nei distinguo - chiede Rossi - piuttosto serve più impegno di presenza sul territorio tra le persone. «Abbiamo davanti importanti impegni elettorali», conclude il documento. Il vertice di ieri è filato via senza polemiche, anzi - ricostruiscono i presenti - in un clima costruttivo.

Soddisfatto il segretario Pd Italo Gilmozzi, scappato presto dall'incontro per andare al coordinamento del suo partito: «Rossi ha confermato di essere convintamente nel centrosinistra». Sul tavolo anche il tema dei rapporti con i sindaci civici, che non più tardi di due giorni fa hanno annunciato la loro discesa in campo nel 2018 in modo autonomo, nominando Mattia Gottardi (ex An) come proprio coordinatore. «Nessuno ha capito dove si posizionano», chiosa Panizza, «decidano dove vogliono stare, la nostra coalizione c'è e non si snatura». Venerdì nuovo vertice dei segretari, in attesa che da Roma arrivi qualche certezza in più sulla coalizione, a sinistra (lista di Verdi, radicali, socialisti) e al centro (con Dellai tra i registi).