Michele Nicoletti non lo nasconde: «Dispiace per la scelta di Giuliano Pisapia». Ma a poche ore dal passo indietro dell’ex sindaco di Milano (il fondatore di Campo progressista ha annunciato il ritiro dalle elezioni), il deputato del Partito democratico fa capire di non volersi fermare alle difficoltà attuali. Ma di guardare ai prossimi passaggi con una certa determinazione. «Il progetto di coalizione di governo a cui stiamo lavorando — assicura — rimane in piedi».
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 8 dicembre 2017
Nel Pd nazionale, in realtà, l’uscita di scena dell’ex sindaco ha creato qualche smarrimento. Il timore di un partito isolato, infatti, ha accompagnato i pensieri di molti, nonostante le rassicurazioni di Matteo Renzi.
Anche Nicoletti non si scompone più di tanto. Pur senza minimizzare il passaggio. «Pisapia — sottolinea il deputato — è una personalità importante del centrosinistra, che noi abbiamo sostenuto come sindaco di Milano e con il quale abbiamo collaborato in maniera positiva. Ci dispiace che lui abbia ritenuto che non ci fossero le condizioni per continuare». L’auspicio dei dem, ora, è che non tutti gli esponenti di Campo progressista facciano la stessa scelta. «Non so — osserva infatti Nicoletti — se tutti seguiranno la linea del fondatore. Mi auguro, però, che molti decidano di continuare a lavorare con noi per la costruzione di una coalizione di centrosinistra: sarebbe un peccato se molti seguissero una direzione di rinuncia e di rassegnazione». Il deputato è netto: «Pisapia, in ogni caso, non è il nostro unico interlocutore. Ci sono anche altre forze: dai Verdi al mondo cattolico. E per questo ribadisco: il lavoro continua». Anche perché, aggiunge, «la nostra intenzione non è quella di mettere insieme un’accozzaglia di forze eterogenee, come stanno facendo altri. La nostra è l’unica opzione credibile a livello europeo».
L’obiettivo, dunque, è quello di ricompattare «le truppe» al più presto. «Chi voleva far naufragare il progetto di Pisapia — sottolinea Nicoletti — di certo non aveva interesse a collaborare con il Pd. E, allo stesso tempo, ha di fatto favorito la destra. Uno sbaglio».
Guardando invece al livello territoriale, gli effetti del ritiro dell’ex sindaco di Milano sul quadro trentino non dovrebbero essere granché visibili. Anche perché Campo Progressista, a livello provinciale, è rappresentato praticamente solo nel capoluogo, dove i quattro consiglieri usciti dal Pd (Vanni Scalfi, Alberto Salizzoni, Corrado Bungaro e Silvio Carlin) hanno costituito Insieme Trento. «Mi auguro — dice Nicoletti — che questi consiglieri facciano parte del gruppo di persone che deciderà di continuare a lavorare con noi». Dunque senza smarcarsi, come è successo invece con gli esponenti di Mdp, «che — ricorda il deputato — nonostante la loro volontà di collaborare per le provinciali, presenteranno dei candidati alle Politiche» alternativi al centrosinistra «e che quindi danneggeranno la coalizione». E l’ipotesi Boschi candidata in Trentino? «Mi sembrano — conclude Nicoletti — solo illazioni. È vero che di solito sul listino proporzionale le decisioni sono nazionali, ma abbiamo chiesto di poter concordare i nomi con il Pd trentino e altoatesino. Qui, del resto, i numeri sono limitati rispetto ad altre regioni».