Il Consiglio Provinciale rappresenta il parlamento della nostra autonomia, ed ha la responsabilità della funzione legislativa. Le importanti competenze in capo alla nostra autonomia speciale fanno sì che molti aspetti della vita dei cittadini e delle istituzioni siano disciplinati da leggi provinciali.
Proprio per questo, oltre che per i forti poteri che la legge stessa attribuisce all'esecutivo, risulta fondamentale, per il corretto funzionamento delle istituzioni, il ruolo propositivo dei gruppi consiliari.
In questo quadro il gruppo consiliare provinciale del Partito Democratico del Trentino continua la sua attività di proposta legislativa, facendosi carico del proprio ruolo di partito di maggioranza in Consiglio, proponendo un insieme di quattro disegni di legge accomunati dai principi di trasparenza, efficienza della pubblica amministrazione, partecipazione dei cittadini e delle donne alla vita democratica nella nostra Provincia.
Si vanno a toccare punti rilevanti, poiché riguardano le regole del gioco:
si migliorano le leggi che disciplinano nomine, dirigenti, referendum, preferenze elettorali e si va a incidere sull'assetto stesso del sistema, con conseguenze positive sull'efficienza complessiva dello stesso.
Questo periodo storico si caratterizza per una fase dell'autonomia trentina che deve saper intraprendere nuove vie, che ci consentano di divenire esempio della capacità di coniugare l'efficacia dell'azione amministrativa alla trasparenza e alla partecipazione alla vita democratica.
Questo pacchetto democrazia, trasparenza ed efficienza comprende i seguenti disegni di legge:
- ddl 77, disciplina delle nomine di competenza della Provincia (SCARICA IL PDF). Il disegno di legge, già depositato a fine novembre, disciplina un settore privo di una legge organica, ed introduce criteri generali di trasparenza nella selezione di soggetti rappresentativi delle istituzioni in enti, organismi o società a valenza provinciale; si acquisiscono criteri da rispettare nelle nomine, con lo scopo di evitare sacche di inefficienza o rendite di posizione, e nel rispetto dei principi di partecipazione, pubblicità, trasparenza, rinnovamento, meritocrazia, pari opportunità, efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa; si definisce una procedura generale improntata soprattutto su regole e criteri di pubblicità e trasparenza, sia nella presentazione delle candidature che nella definizione dei requisiti professionali dei candidati, così come nella determinazione delle cause di esclusione e di incompatibilità per conflitto di interessi, limiti all'esercizio degli incarichi, applicazione del principio di pari opportunità, definizione di obblighi e doveri conseguenti all'incarico. Si prevede inoltre la collocazione in ambito consiliare (soprattutto a livello di commissioni, ma non solo) di alcune delicati adempimenti di tipo organizzativo e applicativo della legge, in funzione di garanzia attuativa (sotto la regia e il controllo dell'organo rappresentativo assembleare) delle sue disposizioni. A questo proposito si allega una tabella di confronto con altre realtà regionali: il coinvolgimento dell'organo consiliare è una pratica diffusa a garanzia della trasparenza e imparzialità della procedura.
- ddl 95, modificazioni dell'articolo 16 della legge provinciale 16giugno 2006, n. 3, il ddl sulle preferenze di genere (SCARICA IL PDF). Siamo profondamente convinti che in tutti i settori della società e nella politica in particolare sia importante avere una presenza importante di uomini e donne. La diversa sensibilità, la diversa prospettiva con cui guardare i problemi, sono un valore aggiunto essenziale per una politica consapevole e lungimirante. Purtroppo nel nostro Paese ed il Trentino non fa eccezione la presenza di genere è lontana dall'essere equilibrata, a differenza di altri Stati, in particolare nel nord Europa, e non basta la presenza del Partito Democratico, che ad ogni livello è indiscutibilmente quello maggiormente capace di avere rappresentati nelle istituzioni entrambi i generi. La proposta di legge prevede, per le elezioni della Comunità di Valle, la possibilità di esprimere fino a tre preferenze, purché almeno una sia di genere diverso; diversamente rimane valido soltanto il primo voto.
- ddl 97, modificazioni della legge sul personale della Provincia e della legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3, il ddl sui dirigenti (SCARICA IL PDF). La direzione verso cui si dirige la presente proposta, che apporta alcune modifiche alla legge sul personale della Provincia, è quella di garantire un apparato amministrativo di qualità, capace di valorizzare le tante competenze presenti facendole emergere secondo criteri meritocratici. Si vuole favorire la possibilità di crescita professionale, di trasparenza, di garanzia dell'imparzialità della pubblica amministrazione, cercando di mantenere l'equilibrio tra due principi egualmente importanti: da un lato si rafforza la distinzione tra la funzione di indirizzo politico-amministrativo e la funzione di gestione (ad esempio garantendo un maggior peso alle competenze, al ruolo del concorso pubblico, riducendo la percentuale riservata alle chiamate dirette), garantendo in questo modo l'imparzialità della pubblica amministrazione. Dall'altro lato si interviene per garantire dinamicità all'interno della pubblica amministrazione stessa e favorire la crescita delle tante professionalità presenti, escludendo rendite di posizione minterne alla struttura che possono creare inefficienze (ad esempio il principio di rotazione, il divieto di consulenze all'indomani dei pensionamenti).
- modificazione della legge provinciale 5 marzo 2003, n. 3, la legge sui referendum provinciali (SCARICA IL PDF). La legge provinciale stabilisce che perché un referendum sia valido è necessario che partecipino al voto la maggioranza degli aventi diritto, ma la necessità di raggiungere il quorum di votanti si è rivelata essere uno straordinario strumento in mano agli oppositori dei quesiti referendari che si ritrovano con il notevole vantaggio di poter sommare alle proprie forze il consistente numero di cittadini che, per i motivi più vari, non partecipano al voto. La presente proposta di legge prevede la validità del referendum provinciale e delle proposte di legge di iniziativa popolare, quando raccolgono l'espressione di almeno la metà di chi ha effettivamente contribuito ad eleggere l'organo deputato a legiferare (con riferimento quindi alle elezioni provinciali dei precedenti 5 anni). Questo non significa togliere il diritto di esprimersi liberamente a chi non è andato a votare per l'organo legislativo, ma piuttosto riconoscere all'astensione il valore politico suo proprio, sfrondandola di significati impropri come potrebbero essere la contrarietà ad un quesito referendario o ad una proposta di legge popolare.
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- Referendum, basta il 40%, M. Eccheli, "L'Adige", 19 febbraio 2010
- Dirigenti e nomine, il Pd spinge le riforme, A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 19 febbraio 2010