«Domani» svela gli obiettivi e scommette sul Pd: «Rinnovare la classe dirigente»

«Domani è uno spazio politico culturale partecipato e plurale, ben lontano dal considerarsi un comitato elettorale». È chiaro fin da principio Paolo Maccani, il presidente dell’associazione nata dall’idea della consigliera comunale Elisabetta Bozzarelli e del più volte sottosegretario agli affari esteri Mario Raffaelli.
M. Montanari, "Corriere del Trentino", 4 dicembre 2017

 

Ma, benché fra i requisiti per l’accesso non sia incluso il tesseramento a un qualche partito, il richiamo ai dem è spiccato. Quasi la nascita di una «corrente». «Il nostro riferimento politico — dichiara Mario Raffaelli — è il Pd, attorno a cui crediamo vada ricostruito il sistema politico del futuro». E bastava guardarsi intorno, in occasione della presentazione dell’associazione, per cogliere che l’interesse per il Pd è ricambiato. Tra le prime file della sala del cinema Astra sedevano Lucia Maestri e Violetta Plotegher, fresche della conquista della doppia preferenza, Luca Zeni e ancora Stefano Bosetti e Nicola Salvati, a testimoniare la reciprocità partito-associazione.

Colore politico a parte, il domani di «Domani», come spiega Bozzarelli, «sarà plasmato dal dibattito fra i cittadini, dall’impegno per un rinnovamento della classe dirigente e dall’elaborazione di proposte su temi centrali come l’autonomia, la cooperazione e il welfare». La consigliera non nasconde la volontà dell’associazione di «contribuire attivamente alla formazione dei prossimi governi in Trentino». Soprattutto sull’autonomia della provincia, spesso fraintesa e ritenuta subalterna a quella altoatesina, insiste Raffaelli: «Credo che il Trentino abbia vissuto la propria autonomia in maniera quasi parassitaria, come se le fosse stata concessa in adeguamento all’Alto Adige. Questo ha portato i cittadini ad assumere un atteggiamento poco propositivo nell’opera di valorizzazione dello statuto». Prioritario, secondo Raffaelli, è proprio rivedere il rapporto con l’autonomia dei cugini bolzanini, un rapporto di collaborazione da prevedere, in primis, a livello di statuto. «Trento e Bolzano — continua — hanno una storia in comune; e, se è stato possibile risolvere la vertenza sudtirolese, lo è stato è anche grazie ad una negoziazione in cui le personalità trentine si sono dimostrate determinanti». Al Trentino, quindi, il dovere di non lasciarsi trainare, ma di raggiungere l’Alto Adige al posto del cocchiere. A «Domani» il compito di avvicinare la comunità alle redini.