Nonostante la platea fosse piuttosto nutrita, sono stati due, in particolare, gli ospiti che ieri non sono passati inosservati in occasione dell’incontro indetto dal consigliere Walter Viola per annunciare il suo ingresso nel Patt. Accanto al presidente Ugo Rossi, in prima fila per dare il benvenuto al collega nel partito, sedeva infatti Mario Malossini, ex presidente della Provincia e già coordinatore di Forza Italia in Trentino.
V. Leone, "Corriere del Trentino", 3 dicembre 2017
Il motivo ufficiale della sua presenza è presto detto: Viola e l’ex governatore sono legati da un passato politico comune, oltre che «da un rapporto di stima e amicizia», come spiega lo stesso Malossini. Di certo, però, vederlo plaudere all’ingresso del suo «delfino» nel Patt, seduto al fianco di Rossi, ha destato ulteriori interrogativi. «Posso dire che al presidente mi lega una grande stima, dove potrò lo aiuterò: è un ottimo presidente e sta lavorando bene. Ci sono molte cose che apprezzo e che condivido, non ultima la sua capacità di dialogare bene sia con Roma che con Bolzano», commenta Malossini, che non vuole sbilanciarsi oltre e, per il momento, non fa menzione di un’eventuale candidatura. L’intenzione di contribuire, però, è evidente: «Quello che posso fare lo faccio e lo farò», ripete Malossini. «In che modo poi lo vedremo», chiosa.
Se il Patt dunque fa quadrato intorno a Viola, accolto ieri da Rossi e Panizza e diversi amministratori locali autonomisti, l’ipotesi che sempre più nomi legati al centrodestra, in primis Malossini, supportino la candidatura di Rossi alle prossime elezioni rischia di creare forti frizioni con il Partito democratico, che teme di ritrovarsi all’imminente tornata elettorale fianco a fianco con personaggi osteggiati fino al giorno prima. La stessa mossa di Viola, del resto, suscita qualche perplessità tra i democratici. «Non ne sapevo nulla, anche perché dopo la scelta sulla doppia preferenza credevo avesse cambiato idea», commenta la presidente del Pd Donata Borgonovo Re. Ma è il nome di Malossini, in particolare, a destare sconcerto tra le fila dei democratici: «A questo punto il Patt dovrebbe dirci in quale direzione vuole andare — aggiunge Borgonovo Re — Pd e Upt lo sanno, invece questo grande ecumenismo nell’accogliere, a cui gli autonomisti ci hanno abituati, dovrà aprire una riflessione su come sia possibile tenere insieme tutte le realtà. Non voglio fare un processo alle intenzioni, ma va chiarito che non ci sono persone buone per tutte le stagioni, sarebbe disdicevole crederlo. Abbiamo davanti un anno che non sarà semplice — preconizza la presidentessa del Pd — ma il punto fermo è che dovrà esserci un progetto che sia sostenibile in quanto a coerenza di idee e di persone. Naturalmente, se il Patt intendere correre da solo è libero di farlo».
Tra gli autonomisti e Walter Viola, in ogni caso, già ieri sembrava esserci un forte feeling: «Questa non è un’avventura solitaria, ma un’idea di coralità. Da parte del Patt c’è sempre stata la volontà di mediare, noi aderiamo a una proposta: la gente vuole semplificazione, la valorizzazione di ciò che c’è. Con Rossi e Panizza vogliamo costruire un pezzo di Trentino insieme», ha spiegato Viola, che nel suo discorso finale ha espresso parole di stima verso il presidente della Provincia. Quest’ultimo, dal canto suo, lo ha elogiato ricordando «i contributi dati anche quando era all’opposizione» e ha parlato di «esperienza che oggi nasce per abbattere i confini mentali». Nel suo intervento Viola ha inoltre menzionato la votazione sulla doppia preferenza, dove lui non ha partecipato, contrariamente alla scelta del partito che lo ha appena accolto: «Avevo già espresso la mia contrarietà quando mesi fa era arrivata in aula la proposta, e non ne ho condiviso affatto le modalità. Anche in questo caso, però, il Patt ha dimostrato di essere un partito dalla grande maturità politica».
La scelta di Viola ha destato polemiche anche tra le fila di Progetto trentino, con cui era entrato in consiglio alle scorse elezioni: «Quando si è stati eletti in un partito, quando il risultato è anche frutto del lavoro di molti, certe scelte non sono accettabili e giustificabili. Non possono che trovare disappunto e ferma disapprovazione».