L'ex segretario dei Ds Piero Fassino, l'ex sindaco di Torino, il pontiere incaricato da Renzi che dovrà convincere le anime del centrosinistra a raggrupparsi per vincere le elezioni di inizio primavera è arrivato a Trento. Ufficialmente per presentare il suo libro, "Pd davvero", ma nel suo viaggio trentino mette a segno una doppietta niente male.
D. Baldo, "Il Dolomiti", 18 novembre 2017
A Rovereto ha incontrato Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, che gli ha assicurato l'appoggio ecologista. Ma nel suo tour trentino ha incontrato anche Lorenzo Dellai a proposito dell'adesione del suo gruppo politico, "Democrazia solidale", di cui è leader.
"Ci siamo incontrati nel pomeriggio - afferma il deputato trentino - Fassino era a Trento e mi ha chiesto di fare due chiacchiere. Si è parlato della possibilità di dare vita a una coalizione il movimento nazionale di cui sono presidente è interessato a confrontarsi su questo".
"Finalmente il Pd ragiona in termini di coalizione - osserva - cosa che in Trentino è pacifica perché da sempre c'è una colazione di centrosinistra plurale. A livello nazionale è molto più difficile realizzarla - riconosce Dellai- poi vedremo cosa succede".
Ma nessuna discussione sulle candidature, sui collegi, sulla presenza stessa di Dellai tra le candidature locali: "Ma neanche per idea - scatta l'ex governatore - le candidature trentine si discutono in Trentino, come sempre è avvenuto".
Tesi che condivide anche lo stesso Fassino: "Non si è parlato di questo, le candidature si decideranno una volta che abbiamo fatto un accordo per proporci insieme sulla base del programma condiviso".
Fassino mostra fiducia: "Da tutte le forze politiche che ho incontrato c'è la manifestazione chiara di una volontà, quella di costruire un centrosinistra che sia competitivo nei confronti del centrodestra e dei 5 stelle - spiega - che unisca le diverse anime e le diverse sensibilità della sinistra che ha cultura di governo".
Altri incontri, qui in Trentino, non ce ne saranno, e nemmeno in Sudtirolo. "Con l'Svp ci sono stati contatti da parte della segreteria - ammette - anche con loro c'è l'intesa di lavorare e camminare insieme. Questo è un fatto significa spiega Fassino - che arricchisce il centrosinistra di un profilo regionalistaimportante".
Nell'incontro con i giornalisti, davanti alla sede del Partito democratico, accompagnato dal segretario Italo Gilmozzi e da alcuni consiglieri e assessori provinciali (Manica, Ferrari, Zeni, Maestri, Dorigatti lo aspetta alla sala Sosatper la presentazione del libro), Fassino parla anche del futuro di Matteo Renzi.
Sarà lui il candidato presidente del Consiglio? La risposta è diplomatica: "La legge elettorale non prevede l'indicazione del candidato premier - spiega - e la forma della coalizione, la formazione del governo e chi lo guiderà saranno temi che si affronteranno dopo le elezioni".
"Il primo impegno - afferma l'ex sindaco - è quello di unirsi per concorrere alla elezioni. E poi - osserva - bisogna anche vincerle". I suoi tentativi di interlocuzione ancranno avanti, vedrà altri leader, altri gruppi, anche le formazioni più riottose alla sinistra del Pd.
"Anche con Mdp, anche con Sinistra italiana e Possibile - spiega - da parte nostra c'è tutta la volontà di confrontarsi, considerando queste formazioni alla pari di tutte le altre. Stesso spirito di interlocuzione, ma non dipende solo dame", conclude l'incaricato di Renzi per i rapporti con le anime della sinistra.
"Ma tutti i gruppi e i movimenti della sinistra - spiega infine - tutti devono essere consapevoli che il Paese è davanti a due pericolose insidie. Da una parte un centrodestra prigioniero dell'estremismo di Salvini e dall'altra un movimento 5 Stelle che cavalca il malessere sociale ma che ha dimostrato di non essere in grado di assicurare una guida sicura".
E sull'incapacità grillina, e sul pericolo della loro ipotetica vittoria, chiede provocatoriamente questo: "Il loro eventuale ministro della Sanità revocherebbe forse il decreto sui vaccini? Perché questo - spiega - sarebbe una cosa non di poco conto".
E conclude: "Di fronte a questi pericoli le forze di centrosinistra non espongano l'Italia a queste derive, si uniscano in un programma convincente per vincere le elezioni".
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Piero Fassino il proprio ruolo di pontiere lo sta prendendo in modo puntiglioso. Anche in Trentino, dove è approdato ieri per presentare il suo libro "Pd davvero": «Ho incontrato a Rovereto i Verdi Angelo Bonelli e Luana Zanella e abbiamo discusso di contenuti legati all'ambiente e alla sostenibilità, necessari in un programma di centrosinistra.
Ho raccolto la loro disponibilità» ha spiegato prima di dedicarsi ai suoi lettori.A proposito di altri incontri avvenuti nei giorni scorsi ha citato quello con il deputato trentino Lorenzo Dellai, presidente di Democrazia solidale. «L'apporto di Democrazia solidale per l'alleanza di centrosinistra - ha spiegato - è fondamentale per i valori di cattolicesimo democratico e di solidarietà sociale».Sulla decisione di un collegio per Dellai in Trentino ha risposto: «Non parto dalle poltrone, ma dal programma e dalle domande dei cittadini. Quanto agli autonomisti, con la Svp nei giorni scorsi ci sono stati degli incontri con la segretaria del Partito democratico - ha ricordato - ed è un fatto politicamente significativo che all'interno dell'alleanza di centrosinistra ci siano questi contributi. Se il centrosinistra non fosse in grado di proporre un'alleanza, credo siano tutti consapevoli delle due pericolose insidie che abbiamo di fronte. Il centrodestra potrebbe tornare a guidare il Paese, prigioniero della Lega, oppure potrebbe essere il M5s, che non è in grado di avere proposte per guidare il Paese. Cosa farebbe un ministro della sanità Cinquestelle? Revocherebbe il decreto vaccini. Metterebbe a rischio la salute di milioni di bambini e credo non si voglia esporre l'Italia a queste derive» ha aggiunto. Ad accogliere Fassino nella sede del partito il segretario Gilmozzi, il capogruppo Manica, gli assessori Zeni e Ferrari, la consigliera Maestri.
Fassino: «Un seggio per Dellai? Prima l’agenda», S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 19 novembre 2017
«Mi chiedo: se ci dovesse essere veramente un governo 5 stelle il ministro della sanità cosa farebbe? Revocherebbe il decreto sui vaccini? Non è un interrogativo di poco conto, riguarda la salute di milioni di bambini». Piero Fassino punge i grillini che nel 2016 gli hanno strappato la guida della «sua» Torino e sono adesso, assieme al centrodestra unito, il principale avversario del Pd e dell’alleanza — tutta da costruire — del centrosinistra. Proprio da Trento, dove è salito per tessere la trama del campo ulivista, l’ex segretario dei Ds lancia un appello a Mdp e alle altre forze di sinistra. «Serve responsabilità per unirsi su un programma convincente per il Paese, capace di raccogliere il consenso dei cittadini».
Il bilancio della tappa trentina per il «pontiere», incaricato da Renzi, del centrosinistra è positivo. A Rovereto Fassino incontra una delegazione dell’esecutivo dei Verdi italiani: Angelo Bonelli, che ha la compagna originaria della città della Quercia, Luana Zanella e Giancarlo Carrabs. Poi tocca a Lorenzo Dellai. «Dai Verdi ho raccolto la disponibilità a concorrere alla costruzione di un’alleanza vasta e inclusiva, con un programma arricchito da quei contenuti ambientalisti che conferiscono qualità allo sviluppo» racconta l’ex ministro e segretario dei Ds, che nel capoluogo ha presentato, nella sala Sosat, il suo libro «Pd davvero» sulla fiducia da recuperare verso il progetto dei Democratici. «Con il presidente Dellai — aggiunge — ho discusso dell’apporto di Democrazia solidale all’alleanza sulla base di valori di cui è espressione: autonomismo, cattolicesimo democratico, sussidiarietà sociale».
Fassino non parla di candidature («Un collegio per Dellai? Prima il programma, poi i nomi»), elogia l’Svp — «L’intesa c’è, l’alleanza si arricchisce di un profilo autonomista e regionalista importante» — e invita alla «responsabilità» le forze a sinistra del Pd. «Nei confronti di Mdp, Sinistra italiana e Possibile siamo disponibili a un confronto aperto, con pari dignità. Tutti devono essere consapevoli che il Paese ha di fronte due pericolose insidie: la prima è il ritorno di un centrodestra prigioniero dell’estremismo di Salvini, l’altra sono i 5 stelle che cavalcano il disagio sociale ma non hanno dimostrato su nessun tema significativo di avere proposte in grado di assicurare la guida al Paese».
Infine, forse per tendere la mano a Bersani & Co, si mostra cauto su Renzi candidato premier. «Bisogna prima vincere per poi decidere chi guida il governo».