Trento, 16 febbraio 2010
Negli ultimi anni il mercato postale ha subito profondi cambiamenti e altri ci saranno anche nel prossimo futuro.
Sono attive le agenzie private di recapito, si sono prepotentemente affermate nuove forme di comunicazione come ad esempio le e-mail.
Le Poste Italiane detengono comunque ancora il sostanziale monopolio del mercato postale per la loro capillarità e quantità di servizi offerti all’utente.
In questi anni in Trentino si è assistito ad un progressivo e strisciante taglio dei servizi sul territorio ispirati alla cosiddetta “razionalizzazione del servizio”.
Sotto questo concetto sono passate scelte aziendali come lo spostamento dello smistamento postale da Trento a Verona, la chiusura della sede di Via Gilli a Solteri di Trento, la chiusura o la riduzione degli orari di apertura degli Uffici postali periferici.
In questi anni la Provincia Autonoma di Trento è intervenuta acquistando da Poste italiane beni patrimoniali chiedendo come contropartita garanzie sull’occupazione e sui servizi.
In questa logica la Provincia Autonoma di Trento ha acquisito da Poste Italiane l’immobile di Poste ferrovia in Via Dogana a Trento dove erano collocati gli uffici di smistamento postale e il grande immobile di Via Gilli a Solteri di Trento dove vi era la sede compartimentale del Trentino Alto Adige. Da anni pure l’edificio delle poste di Trento di Via Calepina è al centro di progetti di ricollocazione urbanistica e di cui non è ancora ben chiaro se la destinazione sarà di tipo privato (zona commerciale) o pubblico.
Nonostante i pesanti interventi provinciali i servizi al cittadino stanno riducendosi giorno dopo giorno sotto i colpi della trasformazione del mercato e al contempo di una forte ristrutturazione aziendale.
Negli scorsi giorni Poste Italiane ha annunciato l’intenzione di concentrare, per il comune di Trento, su soli 7 uffici postali la possibilità di ritirare le raccomandate non consegnate a domicilio.
In tutto questo quadro d’insieme fra le organizzazioni sindacali nazionali, che rappresentano i lavoratori postali, e Poste Italiane è stato aperto un tavolo di confronto e di trattativa sulla ristrutturazione del servizio di recapito postale, che secondo le intenzioni dell’azienda avrebbe determinato il taglio di alcune zone di recapito postale.
Tale confronto ha portato alla redazione di un verbale che rappresenta la sintesi dei problemi esistenti nella struttura organizzativa di Poste Italiane nel Trentino.
Tale confronto ha portato alla condivisione di alcune questioni: il mantenimento della titolarità di zona del portalettere, il superamento della zona baricentrica, la puntuale perequazione delle prestazioni del portalettere, interventi in materia di sicurezza sul lavoro e altri importanti punti.
Rimane preoccupante, per la rilevanza sugli utenti, la questione dell’organizzazione del recapito. Sono in discussione tre ipotesi: 1) recapito su cinque giorni, 2) recapito su sei giorni, 3) un ulteriore diversa ipotesi di organizzazione basata su ipotesi logistiche alternative. Chiaramente ogni ipotesi avrà ripercussioni sul servizio agli utenti e sul livello occupazionale.
In questa situazione la Provincia Autonoma di Trento non può mantenere un atteggiamento neutrale sia rispetto alle problematiche legate ai livelli occupazionali, sia rispetto alla riduzione dei servizi offerti ai cittadini in considerazione della riduzione delle ore di apertura degli Uffici postali siti in Provincia di Trento.
Sulla base di quanto esposto
interrogo il Presidente della Giunta Provinciale e l’Assessore competente
per sapere:
1) se la Giunta provinciale è a conoscenza del confronto in atto fra organizzazioni sindacali e Poste Italiane in merito alla trattativa sui giorni di recapito postale;
2) se la Giunta provinciale è intervenuta in modo ufficiale presso Poste Italiane in merito alla riduzione delle ore di servizi al cittadino che già si sono manifestati nella chiusura di alcuni Uffici postali, nella riduzione di giornate e orari negli Uffici postali rimanenti;
3) se la Giunta provinciale è intervenuta o intende intervenire in merito alla riduzione degli Uffici postali in cui è possibile ritirare le raccomandate non recapitare a causa dell’assenza del destinatario;
4) se esiste un piano sottofirmato da Provincia Autonoma di Trento e Poste Italiane per il mantenimento degli Uffici postali situati sul territorio provinciale, sui livelli occupazionali;
5) in mancanza di tale accordo, se la Giunta provinciale è intenzionata ad intervenire per ottenere garanzie da Poste italiane in merito al mantenimento degli attuali Uffici postali e dei livelli occupazionali;
6) quale è l’orientamento della Giunta provinciale in merito al confronto in atto fra organizzazioni sindacali e Poste Italiane, riguardante le modalità del recapito postale;
7) quali prospettive può avere un progetto di “provincializzazione” del servizio postale sul modello di quanto realizzato in Alto Adige.
A termini di regolamento si richiede risposta scritta.