Il volto dei poveri ci interroga e ci sconvolge. Mette in crisi le ricette della politica, le risposte della Chiesa e i resoconti del giornalismo. Di questo si è parlato presso l'Aula magna del Seminario Maggiore di Trento, alla presenza dell'arcivescovo Lauro Tisi, degli assessori Zeni (Provincia) e Franzoia (Comune) e di di giornalisti.
"Trentino", 17 novembre 2017
L'arcivescovo Tisi ha iniziato delineando l'identità che auspica per la Chiesa: «Una chiesa povera per i poveri, sulla scia della visione di papa Francesco. I poveri mettono a nudo le nostra incapacità, come società e come Chiesa. Essi testimoniano che c'è qualcosa che non va nelle nostre relazioni sociali: dal disagio psichico, alla tossicodipendenza, alla mancata integrazione dei migranti».Tisi ha lanciato una provocazione: «Io sogno una chiesa dove non ci sarà più la Caritas, perché l'intera comunità dei cristiani si sarà fatta carico dei poveri».L'arcivescovo ha toccato anche il tasto delicato dei rapporti della Chiesa con il mondo economico: «La Chiesa non deve elogiarsi oltremodo, abbiamo tante pecche. Ma l'anno prossimo mostreremo con trasparenza come gestiamo i nostri fondi: vedrete anche i nostri peccati, ma considerate che la Chiesa con i suoi volontari fa molto anche oltre i bilanci».
L'assessore provinciale alle politiche sociali Luca Zeni ha osservato: «In relazione alla povertà della popolazione, il Trentino mostra dati migliori. Ma oggi, con il crollo dei confini, nasce quella che è percepita come la guerra tra poveri. Da parte nostra introduciamo misure come l'assegno unico, che a partire dal 1 gennaio, sosterrà le persone in povertà assoluta. Ma esistono nuove forme di povertà, che magari non rientrano nemmeno nelle casistiche reddituali, e che tuttavia sono in oggettiva condizione di fragilità perché sono private di una piena inclusione. Vogliamo consentire alle famiglie con scarsità di lavoro di pensare con maggiore serenità al futuro dei figli».In relazione agli alloggi per i senzatetto in vista dell'inverno, Zeni ha dichiarato: «Confermiamo che con la nuova struttura di via Bezzecca mettiamo a disposizione 200 posti letto per i mesi invernali. Ci potremo poi avvalere di strutture container in modo da intervenire ulteriormente in caso di necessità».
Mariachiara Franzoia, assessore comunale alle politiche sociali, ha illustrato le iniziative e i limiti dell'intervento pubblico nella lotta alla povertà: «Con i servizi sociali ci occupiamo dei bisogni del 4% della popolazione. Il nostro approccio è laico: al centro c'è la persona con le sue esigenze specifiche, per evitare forme di assistenzialismo, dove l'assistente sociale cala dall'alto una soluzione. Il pubblico mette il suo pezzettino, nella forma di un sostegno economico, culturale, relazionale, per far ripartire la persona. Ma è strategico lavorare con il terzo settore per far emergere come esista un tessuto sociale di cura, talvolta soffocato dal troppo assistenzialismo».Il vice-direttore del "Trentino" Paolo Mantovan ha fatto una riflessione sul ruolo dei mezzi di comunicazione nel racconto delle povertà: «Non è facile raccontare i poveri, i volti, gli "invisibili". Noi ci proviamo, cercando l'aiuto della Caritas e delle associazioni che sanno bene quanto è importante dare loro voce e quanto è difficile. E cerchiamo di costruire una nuova narrazione: perché c'è troppo spesso la tentazione di evitare i poveri. Ma chi li segue, oggi, dentro le associazioni e le coop è la "meglio" società».