Il segretario del Pd Matteo Renzi nella sua visita in regione ha confermato la natura del centrosinistra autonomista, a tre punte (con Upt e Patt), ma non ha aggiunto nulla sulle poltrone, ovvero sui collegi, per un semplice fatto: i nomi e gli incastri sono lungi dall'essere fatti.
G. Tessari, "Trentino", 16 novembre 2017
Nelle ultime ore sta però prendendo sempre più vigore il pressing in atto, tra Trento e Roma, su un'asse Pd-Patt, per trovare una collocazione congrua per la rielezione di Giorgio Tonini. Il senatore uscente, pur con 4 legislature alle spalle, è considerato pedina fondamentale per i destini futuri dell'Autonomia. E, salvo improbabili sorprese, troverà dunque spazio sulla scheda elettorale. Un approccio più definito lo si può fare invece sul proporzionale, ovvero sui cinque seggi che verranno attribuiti con questa quota. Il tutto al netto di eventuali resti nazionali, quelli che nella tornata elettorale portarono all'elezione di Mauro Ottobre.
Sul proporzionale la Svp vedrà sicuramente eletto almeno un suo candidato e, ad oggi, in quella casella si dovrebbe inserire Daniel Alfreider: esponente ladino della Svp che il partito (preso atto che quella attuale è la legislatura d'addio di Karl Zeller) sta portando in tourneé per garantirgli una sorta di morbido passaggio del testimone (probabilità di essere eletto 100/100).
Pressoché certa è anche la ri(elezione) del pentastellato Riccardo Fraccaro che non crediamo avrà voglia di rischiare le penne in un collegio, avendo assicurato un seggio in quota proporzionale. E, anche per il delfino di Luigi Di Maio, la possibilità di tornare a Roma sono pari al 100. Da qui in poi la possibile mappa comincia ad entrare su un terreno scivoloso, legato a quanto il vociferato exploit del centrodestra a livello nazionale finisca per realizzarsi effettivamente anche in regione.
Ad oggi il Carroccio e Forza Italia sono pronti a schierare i rispettivi segretari, ovvero Maurizio Fugatti e Michaela Biancofiore: ad oggi la Lega pare essere il primo partito del centrodestra ed ecco che, con queste premesse, sarebbe proprio Fugatti ad incassare il biglietto per tornare in Parlamento, dopo la parentesi in consiglio provinciale. Per lui una percentuale pari all'80 per cento. Biancofiore, una volta di più, è strettamente legata al destino del Cavaliere: i bene informati fanno notare che, solo in presenza di un notevole salto in avanti di Silvio Berlusconi in termini percentuali, Biancofiore potrebbe giovarsi di un seggio. Diversamente se le cose non dovessero andare in questi termini sarebbe la Svp a riempire anche questa casella. Diciamo allora che se Forza Italia dovesse crescere su base regionale scatterebbe, diciamo all'80 per cento, la rielezione della sanguigna deputata altoatesina.
Ed il Pd? Un seggio, l'ultimo nella nostra ipotetica rassegna, non dovrebbe sfuggire in questa ripartizione al partito del segretario Renzi: il nome che sembra mettere d'accordo tutti è quello di un capitano di lungo corso del partito, espertissimo delle questioni regionali e cerniera delle partite tra l'Autonomia e Roma, ovvero Gianclaudio Bressa. Per l'esponente del Pd una percentuale, sulla carta, qui lievemente minore, di quelle dei candidati esaminati in precedenza, stimabile in un 75% di probabilità di elezione. Ma non è tutto: Bressa potrebbe essere candidato nel collegio altoatesino della Bassa Atesina al Senato. In questo caso potrebbe inserirsi proprio Tonini, sul proporzionale, nella casella del Pd. O, altra ipotesi che circola, un Lorenzo Dellai, in una formula particolare di alleanza col Pd.